All’interno dei tessuti e delle cellule delle piante vivono miliardi di microrganismi. Le recenti tecniche di biologia molecolare hanno permesso di rivelare l’esistenza di un mondo microbico che non si conosceva o si sottostimava. Le piante vivono in stretta associazione con diversi microrganismi: i batteri e i funghi che “abitano” naturalmente all’interno delle piante senza causare malattie sono chiamati “endofiti”. Si tratta di organismi che interagiscono, sia geneticamente, sia biochimicamente, con la pianta. Di questo si parlerà da domani, mercoledì 14, a venerdì 16 novembre alla Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige (Tn) in un workshop internazionale, dal titolo “Endophytes in biotechnology and agricolture”, che porterà in Trentino centinaia di ricercatori da tutto il mondo, specializzati in questo ambito.
 

Solo recentemente si è capito che gli “endofiti” possono favorire la crescita delle piante e/o aiutarle a difendersi dai patogeni. Una pianta “sterile” è una pianta che cresce male e si difende con più difficoltà di una pianta “naturalmente popolata” da microrganismi. In virtù delle importanti funzioni all’interno delle piante scoperte recentemente, gli “endofiti” potrebbero anche essere una fonte di nuove sostanze bioattive di origine naturale con un potenziale applicativo vastissimo, dalla farmaceutica, all’agrochimica e molti altri usi industriali. Essendo parte di processi naturali, infatti, le sostanze prodotte dagli “endofiti” sono caratterizzate dall’elevata biodegradabilità e costituiscono risorse rinnovabili e sostenibili.
 

Il gruppo di lavoro internazionale che si riunirà a San Michele ha proprio l’obiettivo di comprendere il ruolo e le funzioni di questi microrganismi “endofiti” per poterne sfruttare appieno le potenzialità nelle biotecnologie e in agricoltura. Al convegno saranno presentati anche i recenti risultati ottenuti dai ricercatori della Fondazione Edmund Mach, coordinati da Andrea Campisano e Ilaria Pertot, che hanno evidenziato come la vite ospiti una ricca microflora all’interno dei propri tessuti e come questa dipenda dalle pratiche di coltivazione e dalle condizioni ambientali.