Oltre 300 esperti di sicurezza delle colture e gestione degli agrofarmaci si sono incontrati presso la Fao - per la prima volta al mondo - per discutere dei rischi connessi con l’impiego di agrofarmaci su coltivazioni specializzate come l’aglio, lo zenzero ed il peperoncino. Contrariamente alle coltivazioni estensive, come mais, frumento, cotone e riso, le colture specializzate sono tradizionalmente prodotte in quantità relativamente limitata, a causa del fatto che gli studi sull’impiego corretto dei pesticidi su queste colture non sono stati sistematici e rigorosi come per le principali coltivazioni commerciali.
Questo pone dei problemi per i produttori, molti dei quali si trovano nei paesi in via di sviluppo, che faticano per esportare i propri prodotti sui mercati esteri dove per le importazioni sono in vigore rigorose norme di sicurezza.

Una questione non secondaria
Il commercio internazionale delle coltivazioni specializzate è in piena espansione a causa dell’aumento delle migrazioni umane che hanno diffuso gusti una volta regionali in ogni angolo del pianeta e alle moderne tecniche di conservazione e trasporto, che permettono ai dettaglianti di soddisfare questa nuova domanda dei consumatori. Secondo le stime Fao le esportazioni di prodotti agricoli non tradizionali è del valore di oltre 30 miliardi di dollari all’anno, con il 56 per cento di questo commercio nei Paesi in via di sviluppo.
“Per alcuni paesi e colture, come i fagioli verdi in Kenya e i frutti esotici in Malesia, queste cosiddette coltivazioni “minori” non sono affatto secondarie – perché da esse dipendono molte economie nazionali”, dice Gero Vaagt, esperto della Divisione Fao Produzione e protezione delle piante.

Ostacoli al commercio
Ma con l’irrigidimento degli standard di importazione destinati alla protezione della salute umana, i produttori possono incontrare grosse difficoltà.
Uno dei problemi maggiori è la penuria di dati, a livello internazionale, in termini di impiego sperimentato di agrofarmaci nelle coltivazioni specializzate.
La registrazione è il processo in base al quale le autorità nazionali valutano quali agrofarmaci possono essere utilizzati dai coltivatori ed in che modo. Se l’impiego di un pesticida è permesso in alcune specifiche colture, sono fissati i limiti massimi residuali per stabilire la quantità di pesticida che un prodotto, per essere sicuro, può contenere.
Per avere l’approvazione, i produttori di agrofarmaci conducono di norma numerosi test sul campo e studi i cui risultati sono poi utilizzati dagli organi di controllo per decidere se approvare e registrare o meno un pesticida. Tuttavia, poichè questo implica costi non indifferenti, i produttori tendono a concentrarsi esclusivamente sui agrofarmaci usati nelle coltivazioni principali.

“Ci sono pochi incentivi finanziari per le ricerche sull’uso dei agrofarmaci nelle coltivazioni minori, e di conseguenza mancano i limiti massimi residuali, specialmente a livello internazionale”, spiega Shivaji Pandey, direttore della Divisione Produzione e protezione delle piante.
“Ciò significa che quando una coltura specializzata arriva su un mercato d’importazione rischia di essere respinta. I residui di pesticida contenuti avrebbero potuto essere usati in maniera corretta e sicura, ma poiché il loro uso non è registrato per quella data coltura, falliscono la prova del nove della tolleranza zero”.

Il primo incontro a livello mondiale
“Il vertice di questa settimana rappresenta davvero il primo incontro a livello globale sulle colture specializzate e su un minore impiego di agrofarmaci”, ha detto Pandey. Nel corso dell’incontro sono previsti due giorni di formazione pratica per la diffusione delle conoscenze e la costituzione di capacità tecniche nei partecipanti, che provengono da oltre 60 Paesi.
“Quello che cerchiamo di fare è di trovare il modo di armonizzare e rendere più efficienti le misure di protezione per queste coltivazioni e far sí che corrispondano alle esigenze dei coltivatori, facilitino il commercio, assicurino la sicurezza igienico-sanitaria alimentare e ambientale, e beneficino i consumatori”, ha proseguito Pandey.
In particolare, dopo questo vertice, la Fao spera che vengano maggiormente impiegati i limiti massimi residuali per l’impiego dei agrofarmaci nelle colture specializzate stabiliti dal Codex Alimentarius. Il Codex è un organismo Fao/Oms che fissa gli standard internazionali per la sicurezza igienico-sanitaria degli alimenti, sui quali si basa l’Organizzazione mondiale del commercio (Wto) quando si tratta di risolvere dispute commerciali su sicurezza igienico-sanitaria alimentare e tutela dei consumatori.
Questo vertice mondiale è organizzato dalla Fao in collaborazione con il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti ed il suo progetto IR-4 e con l'Agenzia statunitense per la protezione dell'ambiente.