Un Programma costruito con il contributo del mondo agricolo, delle associazioni ambientali, delle imprese, delle Province e delle Comunità montane, che guarda non solo agli interessi dell’agricoltura, ma anche agli interessi generali dell’Emilia-Romagna. Per mettere un freno al degrado e al dissesto della montagna, per diminuire la nostra dipendenza energetica dal petrolio, per promuovere un terziario avanzato”.
Con queste parole l’assessore regionale all’Agricoltura Tiberio Rabboni ha presentato il 5 dicembre scorso a Bologna il Programma regionale di sviluppo rurale 2007-2013.
Il Programma conta complessivamente (tra finanziamenti Ue e compartecipazione statale e regionale) su 934 milioni di euro, 75 milioni di euro in più rispetto alla precedente programmazione 2000-2006, per l’efficienza nella spesa che la Regione ha dimostrato.
Le risorse permetteranno di attivare investimenti privati per un importo analogo, mettendo dunque a disposizione dell’agricoltura emiliano-romagnola una cifra che sfiorerà i due miliardi di euro.
“Sarebbe stata una scelta sciagurata disperdere in mille rivoli questa straordinaria opportunità – ha sottolineato Rabboni – per questo abbiamo deciso di concentrare gli interventi dove esistono le condizioni per una crescita più duratura.”
Tre gli obiettivi di fondo dello lo strumento destinato a governare nei prossimi anni lo sviluppo del sistema agro-alimentare emiliano-romagnolo: sostegno alla competitività delle imprese, soprattutto sui mercati globali; tutela dell’ambiente e del territorio rurale, a partire dalle aree montane; promozione della multifunzionalità delle imprese agricole, che dovranno sempre più offrire servizi anche in campo energetico, turistico, ambientale.

Tra gli obiettivi del Programma c’è anche il rafforzamento del ruolo della montagna, per consolidare nelle aree appenniniche la presenza di imprese agricole competitive in grado di svolgere un’efficace azione di presidio del territorio e di sviluppo dell’economia. Tra le misure a questo riguardo, l’aumento del 5% di tutti i contributi, se destinati a imprese nelle aree appenniniche e la triplicazione degli importi delle indennità compensative per gli agricoltori di montagna. Inoltre verrà concentrata in montagna la quota prevalente dei pagamenti agro-ambientali.
Il programma investe a favore dei giovani. Per favorire turn over e ricambio generazionale, è previsto un premio da 15 mila ai 40 mila euro come contributo per l’insediamento, mentre ancora i giovani – a parità di proposta - avranno priorità nell’accesso ai fondi.
Sul fronte dell’ambiente, il Programma prevede rilevanti risorse per la tutela della biodiversità, sia nei territori di interesse comunitario e nei parchi, sia nelle aree interessate dalla direttiva nitrati.

Novità rispetto al Piano precedente è la maggior attenzione per il ruolo degli Enti territoriali: a Province e Comunità montane andrà il 65% delle risorse complessive (nella precedente programmazione era il 30%) per una migliore valorizzazione delle peculiarità locali e delle caratteristiche del territorio. Oltre l’80% delle risorse disponibili andrà direttamente agli agricoltori; quel che resta verrà destinato alle imprese agro-alimentari, alle cooperative ed ai loro consorzi, ad enti e istituzioni.
Approvato dalla giunta regionale nella seduta del 4 dicembre, il Programma dovrà passare in Assemblea legislativa e quindi trasmesso all’Unione europea per la definitiva valutazione. Si può dunque prevedere che i primi bandi verranno emanati nella prossima estate.

Il Programma si articola su quattro Assi di intervento: l’Asse 1 “competitività del settore agricolo e forestale” cui vanno 383 milioni di euro; l’Asse 2 “miglioramento dell’ambiente e dello spazio rurale” con 397 milioni; l’asse 3 “qualità della vita e diversificazione delle zone rurali” che potrà contare su oltre 97 milioni e l’Asse 4 “Iniziativa comunitaria Leader” con 48 milioni di euro. Vanno poi considerati circa 9 milioni di euro destinati all’assistenza tecnica.

Competitività delle imprese sui mercati
Il Programma punta a sostenere con l’Asse 1 la competitività delle imprese agricole regionali, che si misurano con un mercato sempre più globale e con concorrenti sempre più agguerriti, promuovendo una maggiore distintività dei prodotti emiliano-romagnoli, di cui deve essere immediatamente identificabile la qualità, la salubrità, la sicurezza, il legame con il territorio, e mettendo in campo una nuova strategia commerciale in grado di aggregare l’offerta di prodotto, di costruire rapporti più efficaci con la grande distribuzione, di migliorare l’organizzazione di filiera, perché oggi il valore aggiunto si gioca non sui singoli segmenti della produzione, ma sull’intero processo dal produttore al consumatore. Tra gli obiettivi specifici dell’Asse 1 vi sono investimenti per l’insediamento dei giovani agricoltori e il ricambio generazionale, l’ aggregazione delle imprese, lo sviluppo di nuovi prodotti, processi e tecnologie, le misure per favorire i processi di qualità, l’innovazione dei processi, la formazione.

Qualificazione del territorio rurale
L’Asse 2 del Programma punta a qualificare il territorio rurale e l’ambiente. Tra gli obiettivi specifici: tutelare le risorse acqua e suolo, salvaguardare la biodiversità, tutelare il paesaggio agrario, contribuire al miglioramento della qualità dell’aria, sostenere metodi di allevamento ottimali per il benessere degli animali, mantenere attività agricole sostenibili nelle aree collinari e montane.

Multifunzionalità delle imprese agricole
L’Asse 3 punta a promuovere il ruolo multifunzionale delle aziende, orientandole ad attività complementari rispetto a quella agricola: produzione di energia da biomasse o dal sole. Previsti contributi all’attività agrituristica e di ospitalità e per la ristrutturazione di edifici di carattere storico.

Fonte: Regione Emilia-Romagna