Energia solare (termico e fotovoltaico), eolico, geotermico, biomasse (rifiuti organici e biocombustibili liquidi) e la nascente energia marina (maree, onde e correnti) rappresentano una quota sempre più rilevante del mix energetico europeo. Grazie alle politiche europee per il clima e l’energia pulita, nell’ambito delle quali è stato introdotto il target del 20% di energie rinnovabili entro i prossimi, il settore è investito da un fermento in tutta Europa.

Cresce la capacità installata a un tasso superiore rispetto alle fonti fossili tradizionali e parallelamente aumentano le imprese e gli occupati nel settore. Un boom che sta investendo tutta l’Europa, un continente alimentato sempre più dall'energia verde: secondo le stime di Eurostat, pubblicate in questi giorni, le fonti rinnovabili rappresentano il 10,3% del consumo lordo di energia finale. E' necessario precisare però che il dato è probabilmente ampiamente superato in quanto si riferisce al 2008 e non tiene conto del 2009 che, nonostante la crisi economica, è comunque stato un anno record per il settore. 

Dalle rilevazioni Eurostat emerge che il consumo maggiore di energia verde avviene nei paesi del Nord: Svezia (44,4% del consumo totale), Finlandia (30,5%), Lettonia (29,9%), Austria (28,5%) e, a sorpresa, il Portogallo (23,2%). In Italia il contributo delle rinnovabili era invece pari al 6,8%, sotto la media Ue ma molto sopra il 5,2% totalizzato l'anno precedente. In basso alla classifica si trovano Malta (0,2%), Lussemburgo (2,1%), Regno Unito (2,2%), Paesi Bassi (3,2%) e Belgio (3,3%).