Il suolo è una risorsa scarsalimitata e non rinnovabile: basti sapere che per formare circa 3 centimetri di terra fertile occorrono fino a mille anni.

 

A Roma, lo scorso 30 novembre 2023 è stato presentato il rapporto annuale sul suolo dal titolo "La salute del suolo italiano al tempo della crisi climatica", realizzato da Re Soil Foundation, in collaborazione con la Società Italiana di Chimica Agraria, la Società Italiana di Pedologia, la Società Italiana della Scienza del Suolo, l'Accademia Nazionale di Agricoltura e la Scuola Agraria del Parco di Monza.

 

Il suolo è un complesso organismo vivente e svolge diverse funzioni come sequestrare carbonio dall'atmosfera - è infatti il serbatoio di carbonio organico più grande tra i diversi comparti ambientali (prima ancora di atmosfera e biosfera) -, prevenire il dissesto idrogeologico - costituisce infatti un sistema naturale di drenaggio e regimazione delle acque piovane per la stabilità dei versanti -, fornire nutrienti alle piante, oltre a conservare e tutelare la biodiversità.

 

Si tratta di servizi fondamentali e indispensabili per la vita di tutti gli organismi viventi, ma anche utili e vantaggiosi per l'agricoltura.

 

Per questi motivi e tanti altri, il suolo è una risorsa molto preziosa, non solo per la protezione del territorio ma anche per le attività antropiche.

 

Ma, ad oggi, la situazione dei suoli in Italia è critica.

 

Per questo, uno degli obiettivi del Rapporto 2023, elaborato dai massimi esperti in materia di suolo, è proprio quello di migliorare e aumentare la tutela di tale risorsa, diffondendo maggiore consapevolezza e conoscenza riguardo le fragilità e le criticità del sistema suolo, tanto ricco quanto complesso.

Per farlo, i tecnici del settore agricolo, tra cui dottori agronomi e forestali, ma anche gli stessi agricoltori, diventano i principali presídi sul territorio, chiamati a diffondere e consigliare le buone pratiche agricole, utili a preservare il suolo.

 

Si stima però che solo il 30% degli agricoltori fa analisi del suolo annualmente in Italia; pertanto le scelte di gestione dei terreni e delle operazioni sono approssimate e dettate dalla consuetudine di trattamento di una coltura.

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La situazione è critica: buona e cattiva salute di un suolo

Dal Rapporto 2023, emerge che il 47% dei suoli italiani gode di cattiva salute

Ma cosa significa?

 

Il concetto di qualità del suolo è ormai obsoleto, in quanto fa riferimento alla sola funzione produttiva dello stesso, inteso come semplice substrato per la produzione di alimenti, foraggi, biomassa, ecc.

Invece, un suolo sano è un suolo multifunzionale, in grado quindi di fornire tutti quei servizi ecosistemici sopra citati.

 

Per determinare quindi lo stato di salute di un suolo occorre analizzare una serie di parametri chimici, fisici e biologici, attraverso la raccolta di campioni prelevati a diverse profondità in maniera standardizzata e riproducibile nel tempo.

Si tratta di procedure complesse che richiedono tempo e competenze adeguate affinché si raccolgano dati attendibili.

Inoltre, è molto difficile definire dei chiari limiti soglia oltre i quali un suolo non è più da considerarsi sano, soprattutto perché è un sistema disomogeneo e varia anche a distanza di pochi metri.

Pertanto la definizione di un suolo sano va adattata al contesto ambientale in cui si trova.

 

Perché è importante creare una banca dati aggiornata sullo stato dei suoli?

Dalla salute del suolo dipendono servizi ecosistemici che servono a vivere: un suolo sano ha un impatto positivo sulla qualità alimentare.

Infatti, il 95% del cibo globale viene prodotto direttamente o indirettamente dal suolo: la perdita di suolo coltivabile comporta un danno annuo di 400 miliardi di dollari per le produzioni agricole perse.

 

Le principali cause di degrado dei suoli in Italia

In Italia i processi di degrado interessano il 17% del territorio nazionale, in particolare si concentra nelle regioni del Lazio, Umbria e Marche.

Le cause che portano al degrado dei suoli possono essere diverse e conseguenti: erosione, perdita di sostanza organica, desertificazione, sigillazione (consumo di suolo per impermeabilizzazione), contaminazione da metalli pesanti e salinizzazione secondaria.

 

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Il 47% dei suoli italiani è in uno stato di cattiva salute in base ai dati disponibili presso l'Osservatorio Europeo per il Suolo.

Le principali cause di questo cattivo stato di salute sono l'erosione (23%) e la mancanza di carbonio organico (19%) seguite da tutte le altre

(Fonte: dati dal Rapporto 2023 e rielaborzione di AgroNotizie)

 

Entro il 2050 si stima che il 90% dei suoli sarà a rischio a causa del tasso corrente di erosione, con tutte le conseguenze che si possono immaginare per la sicurezza alimentare globale.

 

Se non ci sarà un'inversione di tendenza, entro i prossimi 60 anni si potrebbe perdere la totalità della terra fertile e coltivabile.

 

In Italia, il 28% dei terreni coltivabili è andato perso negli ultimi 25 anni. Ad ulteriore conferma di ciò, i dati raccolti da Ispra, l'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, mostrano un'accelerazione della tendenza alla sigillazione di suolo: al 2023 il 7,14% di superficie italiana è coperta da opere artificiali e resa impermeabile da cemento.

Nel 2022, 77 chilometri quadrati di suolo agricolo e naturale sono stati trasformati in aree artificiali; è il valore più alto registrato negli ultimi 11 anni, ben il 10% in più dell'anno precedente. Si tratta di un ritmo insostenibile.

 

Agricoltura a protezione del territorio: il consumo di suolo è eccessivo ma le soluzioni per contrastarlo ci sono già

Di fronte a questo scenario piuttosto critico bisogna però dire che alcune strategie per contrastare l'avanzare della perdita di suolo esistono già, e possono essere riassunte con il termine tradizionale di buone pratiche agricole.

Con il suo lavoro l'agricoltore può combattere il consumo di suolo e per sviluppare strategie di contenimento.

Infatti, gli agricoltori possiedono già le conoscenze per mettere in pratica un tipo di agricoltura conservativa e rispettosa del territorio, come è emerso anche dal convegno a Roma.

 

Per quanto riguarda le operazioni colturali, tra le strategie più conosciute, c'è sicuramente la tecnica di minima lavorazione, ovvero una pratica che mira ad effettuare lavorazioni del terreno poco o per nulla invasive, talvolta lasciando i residui colturali del ciclo precedente come ammendanti; in questo modo non solo si preserva la struttura del terreno, fondamentale per la corretta ossigenazione delle radici e e la filtrazione dell'acqua nel terreno, ma si apporta naturalmente sostanza organica, incrementando la fertilità e quindi i nutrienti disponibili per le piante.

 

Un altro accorgimento che l'agricoltore può mettere in pratica è la corretta regimazione delle acque, che dovrebbe essere una pratica indispensabile ma che non sempre viene realizzata correttamente, tenendo conto della morfologia superficiale del territorio nella propria azienda agricola.

È importante quindi affidarsi a professionisti esperti, come tecnici e dottori agronomi, in grado di consigliare gli agricoltori e guidarli verso scelte colturali e di gestione dei terreni più consapevoli, che siano supportate da conoscenza ed esperienza e non più solo dalla consuetudine di pratiche ormai obsolete e superate.

Le sistemazioni idrauliche agrarie e la scelta di tecniche irrigue efficienti possono essere la chiave di svolta contro i danni in agricoltura provocati dagli eventi atmosferici estremi sempre più frequenti, che causano periodi di forte siccità alternati ad alluvioni improvvise.

 

 

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Cause e conseguenze del degrado del suolo

(Fonte: Rapporto 2023)

 

Le Lighthouse Farms italiane: alcuni esempi virtuosi

Nel Rapporto sul suolo 2023 vengono presentate alcune soluzioni per il contrasto del consumo e degradazione del suolo.

In particolare, sono riportati alcuni esempi virtuosi di aziende Lighthouse Farms italiane, ovvero attività che hanno generato impatti positivi sull'ambiente dal punto di vista biofisico e socioeconomico.

 

Tra queste, l'Azienda Agricola La Scoscesa, situata in Toscana a Gaiole in Chianti (Si), è nata per recuperare un terreno marginale terrazzato abbandonato per trent'anni.

Il recupero del suolo coltivato ha avuto inizio con una prima analisi del terreno per verificare la presenza o assenza di diverse sostanze, che ha poi portato all'organizzazione di un'agricoltura molto diversificata, rispettando le caratteristiche intrinseche di quei terreni.

Inoltre, per il ripristino della fertilità, oltre all'apporto di materiale organico naturale come letame, foglie di olivo e biochar, l'azienda ha utilizzato la tecnica Knf, korean Natural Farming, secondo cui si coltivano e si fanno riprodurre microrganismi indigeni che vengono poi inseriti nel terreno a beneficio dello stesso.

 

Cambiando regione, in Calabria nella Piana di Sibari, la Società Agricola La Terzeria ha sviluppato un sistema di subirrigazione a goccia capace di garantire una distribuzione capillare di acqua e fertilizzanti alle radici, anche in questi terreni fortemente salini e carenti di sostanza organica. In questo modo ha raggiunto gli obiettivi di resa risparmiando acqua e input di ogni genere rispetto all'irrigazione tradizionale. Inoltre, in un'ottica circolare, l'azienda utilizza compost certificato proveniente da matrici organiche della raccolta differenziata e prodotto a breve distanza.

 

Sviluppo di nuove tecnologie e servizi circolari a favore dell'agricoltura e dell'ambiente

L'innovazione passa anche dalla Sicilia, a Capo d'Orlando (Me), dove ha sede l'azienda Irritec che ha brevettato un'ala gocciolante leggera con la superficie filtrante più estesa al mondo e resistente all'occlusione.

Si presta pertanto ad essere riutilizzabile anche per più stagioni, impiegando anche acqua meno filtrata: un vantaggio economico e ambientale per chi la utilizza, riducendo del 28% la plastica stesa sul campo.

Inoltre, in collaborazione con Gruppo Hera, Irritec ha sviluppato un prototipo tecnologicamente avanzato per depurare le acque reflue da riutilizzare nell'irrigazione e fertilizzazione di precisione dei campi coltivati.

 

I risultati raccolti dalla fase sperimentale del prototipo confermano la qualità delle acque depurate a fini agricoli.

Si legge nel Rapporto: "Si tratta di un'ulteriore prova di fattibilità di pratiche di economia circolare e simbiosi industriale che favoriscono la conversione degli impianti di depurazione in vere e proprie bioraffinerie da cui recuperare l'acqua, ma anche prodotti secondari ad elevato valore aggiunto, come ammendanti e fertilizzanti in grado di garantire un apporto di nutrienti, tra cui azoto, fosforo e potassio, e ridurre il ricorso a concimi chimici di sintesi".

 

Restando in tema acque, un'altra tecnica innovativa è quella dell'idroponica. Ne porta esempio l'azienda Sfera Agricola che produce ortaggi in idroponica grazie ad una serra altamente tecnologica, collocata a Gavorrano (Gr), dove i cicli di coltivazione avvengono con mezzi di lotta biologica e con risparmi idrici del 90%.
Al suo interno, produce pomodori, insalata ed erbe aromatiche tutto l'anno. Il vantaggio è che non contengono metalli pesanti come il nickel e nessun residuo di prodotti chimici perché non sono ammessi fitofarmaci. Le piante crescono attingendo con le radici i nutrienti direttamente dall'acqua.

 

In questo modo "è possibile produrre 365 giorni l'anno e 15 volte di più rispetto al campo ma consumando pochissima acqua grazie al ciclo chiuso", come spiega Luigi Galimberti, amministratore delegato dell'azienda.

In più, oltre il 90% delle poche risorse idriche utilizzate viene recuperato da acqua piovana e non attinto alla falda.

 

Salute del suolo: i prossimi obiettivi

"La Strategia Ue per il Suolo per il 2030, adottata a novembre 2016, che fissa l'obiettivo di avere tutti i suoli "sani" entro il 2050, invitando pertanto i paesi della Comunità a legiferare in materia di protezioneuso sostenibile e ripristino dei suoli.

La strategia europea considera come obiettivi primari la protezione della fertilità dei terreni, la riduzione degli effetti indotti dall'erosione e dall'impermeabilizzazione, l'individuazione e sanificazione dei siti contaminati, la bonifica dei suoli degradati e l'incremento della sostanza organica", come si legge nel Rapporto 2023.

 

In conclusione, vista la situazione critica, il problema è urgente e articolato e per questo è importante che tutte le parti coinvolte agiscano attivamente e nel minor tempo possibile, istituzioni e autorità comprese.

 

Per scaricare il rapporto completo "La salute del suolo italiano al tempo della crisi climatica" vai al link.

 

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(Fonte: AgroNotizie)