Chiaramente, l'andamento stagionale molto caldo e siccitoso ha incrementato i costi di irrigazione e, spesso, ha comunque ridotto le produzioni finali. Tutti ricordano, inoltre, l'aumento anomalo dei concimi dall'inizio dell'anno che ha contribuito ad incrementare i costi di produzione.
Questa condizione economica e climatica sfavorevole si è sommata ad altre storiche problematiche come la diabrotica, la piralide e le micotossine. Quindi nella primavera 2023 nessun agricoltore deciderà di seminare mais.
Ma è proprio così?
In questa situazione sfavorevole Limagrain ha ascoltato gli agricoltori, e quasi il 35% dei produttori di mais intervistati si è dichiarato in realtà soddisfatto della redditività della coltura, anche se con produzioni non ai livelli massimi.
Entrando nel dettaglio si trova un collegamento tra questo gruppo e chi ha comunque fatto, alla fine della stagione, un conto economico a confronto con i due anni precedenti. Quindi, anche se alla fine si è prodotto di meno e si sono avuti maggiori costi di produzione, il valore sia della granella che del trinciato ha ampiamente compensato le negatività.
In conclusione, per un terzo degli agricoltori che hanno seminato mais nel 2022, questa coltura ha avuto una marginalità superiore agli anni precedenti o comunque superiore ad altre colture sia primaverili che autunnali coltivate nello stesso anno.
Perché il mais non ha soddisfatto alcuni agricoltori?
Andando ad analizzare gli agricoltori non soddisfatti cosa si scopre?
Una parte è neutra e considera principalmente di avere raccolto meno granella o trinciato rispetto all'anno prima. Una parte, che rappresenta circa un 25%, ha realmente avuto un reddito inferiore, perché?
Le ragioni sono principalmente dovute ad un maggiore effetto negativo dei problemi biotici ed abiotici ma anche ad un atteggiamento più conservativo. Un esempio può essere il 12% di agricoltori (quindi quasi il 50% di quelli che hanno avuto un reddito inferiore), che ha ridotto la quantità di concimi per limitare la spesa complessiva. Questa riduzione ha compromesso la produzione finale molto di più di quanto sia stato il risparmio. Se pensiamo che 46 unità di azoto (100 kg di Urea) in meno hanno ridotto anche di 500 kg ad ettaro la produzione di granella, i conti sono presto fatti. Per risparmiare 70-80 euro di costi si è ridotta la Plv di 160-170 euro, perdendo circa 100 euro ad ettaro di redditività.
Ma esistono ancora spazi di miglioramento?
La coltura del mais è altamente professionale e sembra difficile trovare delle soluzioni che possano migliorarne la redditività, ma non è assolutamente così.
Un esempio è la semina. Chi ben comincia è a metà dell'opera, ed è quindi fondamentale operare con cura nelle fasi di preparazione del terreno e di semina per favorire una germinazione ed emergenza più veloci e simultanee possibile.
Ci sono numerose ricerche ed evidenze scientifiche che dimostrano come una disformità di nascita o una non regolare distanza delle piante sulla fila possano compromettere la produzione finale fino al 10%.
Sembra poco ma, in aree dove si producono più di 13 tonnellate ad ettaro di granella, con i prezzi attuali si parla di quasi 400 euro all'anno.
Ma qual è il motivo? Le piantine di mais che nascono in ritardo mantengono questo ritardo per buona parte del ciclo produttivo, ritardando anche la fase di fioritura e riempimento, subendo l'effetto di competizioni delle piante vicine che hanno sviluppato in anticipo.
Questo compromette la dimensione della spiga e quindi la produzione.
Lo stesso effetto è visibile quando la distribuzione della distanza sulle file non è omogenea. Le piante troppo vicine non produrranno come le altre mentre, dove la distanza è eccessiva, non riusciranno a recuperare.
La cultura del risk management
Partendo dal significato di gestione del rischio si comprende facilmente qual è l'approccio. Il rischio è qualcosa che non sempre si può completamente eliminare, ma è possibile gestirne gli effetti negativi riducendone la gravità. Ma come?
La soluzione è molto complessa e parte dalla conoscenza dell'areale di coltivazione. Quali sono le situazioni negative più o meno frequenti che il mais dovrà affrontare? Una volta identificate ci si prepara per affrontarle predisponendo il mais a reagire più velocemente.
Un esempio di rischio frequente è quello dello stress idrico dove ci sono i turni di accesso all'acqua.
In annate molto calde e siccitose, come il 2022, il mais avrebbe avuto necessità di una irrigazione più frequente di quanto fosse disponibile e la conseguenza è stata uno stress della pianta per alcuni giorni. Quando la pianta di mais va in stress idrico mette in atto alcune difese (come la chiusura stomatica) fino ad arrivare all'interruzione dell'attività fotosintetica.
Quindi una pianta di mais in stress smette di produrre zuccheri e per sopravvivere consuma quelli prodotti, sempre con la fotosintesi, nei giorni precedenti. Questo utilizzo riduce gli zuccheri nella pianta che, alla fine del ciclo, saranno trasportati nella granella e trasformati in amido. La pianta di mais in stress idrico si nutre della sua produzione che quindi alla fine sarà inferiore.
Ridurre questi giorni di stress o annullarli permette di produrre di più. Ma come si può intervenire? Accorciando i turni irrigui e se non possibile scegliendo genetiche in grado di continuare a fare fotosintesi anche in situazioni difficili.
Limagrain: esperti in risk management
Come possono la ricerca genetica, le tecniche e le tecnologie aiutare ad attenuare l'effetto negativo degli eventi ambientali?
Attraverso soluzioni combinate.
Partendo da una semina di alta precisione, sia con seminatrici ultramoderne che con le più vecchie, grazie al seme della linea Platinum. Seme calibrato, uniforme in dimensione e forma. Il seme Platinum sarà distribuito in modo regolare dalla macchina e germinerà simultaneamente (grazie allo stesso rapporto massa superficie), sviluppando in modo omogeneo fin dalle prime fasi ed avendo maggiore regolarità di sviluppo della pianta.
L'accurata calibrazione del seme
(Fonte foto: Limagrain)
Le piante più omogenee sulla fila hanno un corretto spazio di crescita
(Fonte foto: Limagrain)
Il seme Platinum è conciato con un biostimolante a doppia azione, Starcover, che aumenta la massa radicale ed incrementa la capacità di assorbimento di acqua e nutrienti, grazie alla interazione simbiotica del Bacillus amyloliquefaciens. Più radice e più efficienza aiutano la pianta a sopportare meglio gli stress idrici e nutrizionali.
Ma non ci si limita solo alle tecnologie. C'è anche la genetica Rapid'Start. Gli ibridi con questa caratteristica genetica certificata si sviluppano nelle fasi iniziali più velocemente dei prodotti di riferimento. Questo aiuta la pianta ad arrivare in tempi più brevi a quella fase in cui alcuni parassiti, come elateridi e nottue, non possono più fare danno riducendo la perdita di piante e migliorando la copertura del terreno e di conseguenza la produzione.
Campo di mais: a sinistra la tolleranza allo stress idrico di Hydraneo
(Fonte foto: Limagrain)
Altra caratteristica genetica di estrema importanza è Hydraneo. Gli ibridi con questa genetica ritardano la reazione agli stress idrici di 2-3 giorni, come evidenziano numerose sperimentazioni in campo, riducendo le perdite produttive ad esso collegate.
Quindi per fare reddito con il mais nel 2023 si potrà avere a disposizione una serie di soluzioni, singole od integrate, che ridurranno le perdite produttive legate alle situazioni avverse, permettendo alla pianta di mais di esprimere tutto il suo potenziale.
Tutte soluzioni LG.
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Fonte: Limagrain