La sperimentazione ha permesso di definire una carta regionale di attitudine alla produzione corilicolta e di valutare le cultivar più adatte alle condizioni pedoclimatiche in cui si trovano le aziende partner del progetto e alle tecnologie innovative sperimentate (potatura, raccolta meccanica, ecc.). Inoltre, è stata testata l'introduzione nei corileti di allevamenti animali di bassa corte (ovaiole) come integrazione al reddito aziendale e per il contenimento delle infestanti.
Il progetto ha previsto anche una valutazione dell'impatto dello sviluppo della coltura sul paesaggio rurale con tecniche di landscaping management, per preservare il valore del territorio e il possibile sviluppo di uno story telling per la valorizzazione del prodotto locale.
Partner agricola del progetto è la Rete Basilicata in guscio, una rete di imprese che consente alle micro e piccole e medie imprese (Pmi) di superare gli ostacoli derivanti dai limiti dimensionali, così da raggiungere una massa critica per competere a livello globale, salvaguardando però la propria individualità. Le aziende che ne fanno parte hanno sottoscritto un contratto di acquisto a lungo termine tra la Rete Basilicata in guscio e la Ferrero, nell'ambito del progetto Nocciolo Italia, che prevede in cinque anni il raggiungimento di 1.500 ettari investiti a nocciolo in Basilicata, dei quali trecento già impiantati.
Le varietà che hanno dimostrato un miglior adattamento alle sia pure diverse condizioni pedoclimatiche ed orografiche delle aziende coinvolte sono Giffoni e Nocchione, utilizzando come impollinatore la Tonda gentile romana. I valori riferiti alla produzione non sono ancora disponibili perché gli impianti non superano i tre anni d'età.
I sistemi di allevamento adottati nelle diverse aziende vedono una maggiore affermazione del "cespuglio" con quattro pertiche, un sistema di allevamento che garantisce la continuità della produzione in caso di danni a parte della pianta; inoltre tale sistema mostra una buona adattabilità alla raccolta tramite l'utilizzo del "soffione". Altri sistemi di allevamento utilizzati, sia pure in maniera minore, sono l"alberello" e il "vaso cespugliato", che mostrano una migliore adattabilità alla raccolta meccanica.
Nelle diverse aziende sono stati provati anche diversi sistemi di irrigazione, per valutare quello più adatto, efficiente e con minor dispendio d'acqua. In particolare, ogni noccioleto è stato dotato di un impianto di irrigazione a goccia e in ogni appezzamento sono stati dislocati dieci sensori, due per pianta, che hanno consentito di monitorare lo stress idrico delle piante e quindi la soglia di umidità del suolo che non dovrebbe mai essere raggiunta.
Nel settembre 2020 si è svolta la prima raccolta meccanizzata del nocciolo allevato ad alberello di un impianto di quattro anni circa, utilizzando un sistema a pettine (Modello Star 1800 Super Plus), con macchina che consente una raccolta uniforme e omogenea delle nocciole senza creare un'elevata polverosità e con una buona manovrabilità degli spazi del corileto. La raccolta è stata fatta in più passaggi per seguire i tempi di maturazione dei frutti e non lasciare il prodotto maturo troppo tempo al suolo, migliorando la qualità del prodotto.
La prova di gestione delle infestanti è stata realizza tramite pollai mobili posizionati nei corileti (sesto d'impianto 5x3 metri). Tale applicazione migliora la sostenibilità e l'impatto ambientale, mirando anche alla riduzione dei costi dedicati alla gestione dell'interfila. Inoltre, la produzione di uova riveste un aspetto non secondario per un'integrazione al reddito, in particolare fino alla piena entrata in produzione del nocciolo che di solito è al quinto e sesto anno. Le uova prodotte, tra l'altro, sono risultate qualitativamente migliori rispetto alle uova prodotte da galline allevate a terra ma non a pascolo, con significative differenze nella composizione chimica (carboidrati, proteine, lipidi ecc).
Controllo delle infestanti in parcella con galline al pascolo e senza galline al pascolo
(Fonte foto: progetto Corilus)
Visita la pagina dedicata al progetto Corilus o chiedi maggiori informazioni al contatto: info@corilus.it
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Fonte: Agronotizie