Il protocollo rientra in un nuovo progetto di filiera per la produzione del pomodoro con l’obiettivo di incrementare le rese quali-quantitative a fronte di un minor e più efficace utilizzo di risorse come suolo, acqua, agrofarmaci e nutrienti. Il progetto, partito nel 2012 con una fase pilota insieme a La Doria, uno dei più importanti player della trasformazione di pomodoro in Italia, coinvolge oggi le più importanti industrie del panorama nazionale. “L’obiettivo che ci siamo posti come Syngenta è di incrementare del 15% la quantità idonea alla trasformazione e contemporaneamente, a parità di standard qualitativi, ridurre del 20% l’utilizzo degli agrofarmaci e del 15% il consumo idrico - ha spiegato Romano De Vivo, head environmental policy and sustainable productivity Eame durante il suo intervento al convegno -. Con La Doria abbiamo verificato come siano tangibili i vantaggi di questa nostra offerta grazie ad alcuni indicatori selezionati, come ad esempio, l’aumento del 25% delle rese. Altri indicatori hanno evidenziato i fattori ambientali, sociali ed economici di questa strategia sostenibile per il pomodoro”.
Il protocollo vuole supportare i produttori e i trasformatori di pomodoro da industria nel realizzare una produzione in linea con le richieste della distribuzione attraverso un’offerta integrata. Syngenta infatti fornisce ai produttori aderenti all’accordo genetica, agrofarmaci innovativi abbinati a un protocollo di protezione e di crop enhancement della coltura, oltre a all’assistenza tecnica in campo durante tutte le fasi della produzione e a corsi certificati sull’Uso sostenibile degli agrofarmaci, unitamente ad altri servizi ad alto valore aggiunto. L’obiettivo è di creare una “filiera di qualità del pomodoro da industria” insieme ad agricoltori e trasformatori in grado di qualificare e valorizzare il made in Italy. Grande attenzione dedicata anche all’ambiente e alla biodiversità. Syngenta, infatti, fornisce ai produttori della filiera anche il programma Operation Pollinator®, un progetto multifunzionale di gestione del territorio che intende dimostrare come un’agricoltura intensiva produttiva possa convivere con un ambiente ricco e vivo.
“Gli agricoltori devono essere sostenuti nell’operare in termini di sostenibilità. Allo stesso modo, la società deve comprendere il valore aggiunto delle misure adottate dagli agricoltori ed essere pronta a premiare questi sforzi. Attraverso la nostra offerta integrata forniamo consigli semplici e pragmatici che vengono interpretati armoniosamente dai nostri clienti", ha dichiarato Marco Cantoni, head of vegetables Italia, durante il congresso. Importante sottolineare il coinvolgimento nel progetto di due partner in grado di completare e rendere più efficace il protocollo di Syngenta: Netafim, società israeliana specializzata in soluzioni innovative per l’irrigazione e l’utilizzo ottimale dell’acqua e Novamont, attiva nella produzione di bioplastiche, per l’utilizzo di teli pacciamanti biodegradabili e compostabili per il controllo delle infestanti e la regimazione idrica.
Il protocollo rientra ne “The Good Growth Plan - Gli impegni concreti per il futuro dell’agricoltura”, il piano lanciato da Syngenta a livello mondiale, per presentare l’impegno che l'Azienda intende assumere per contribuire alla sicurezza alimentare e alla sostenibilità ambientale. The Good Growth Plan consiste in azioni concrete e misurabili con cui Syngenta vuole dimostrare che agricoltura e salvaguardia dell’ambiente possono coesistere e che l’aumento della produzione agricola può avvenire in modo sostenibile, senza spreco di risorse. The Good Growth Plan contribuisce a cambiare il modo di fare agricoltura per affrontare le sfide globali attraverso l’assunzione di sei impegni con obiettivi da raggiungere entro il 2020.
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Fonte: Syngenta