Secondo le ultime previsioni non ufficiali e divulgati dal Cso - Centro servizi ortofrutticoli di Ferrara durante il 7° Simposio internazionale dell'actinidia tenutosi a Faenza, la produzione per la stagione 2010-2011 dovrebbe risultare in calo del 20-25% rispetto al 2009-2010, che secondo i dati dell’Istat si è attestata sulle 447.600 tonnellate raccolte. Nel 2000 la produzione era di 400.000 tonnellate, mentre nel 2009 si era attestate sulle 550.000 tonnellate.

"In termini di superficie - spiega Elisa Macchi del Centro servizi ortofrutticoli - nel 2010 sono stati coltivati 28.800 Ha, distribuiti principalmente nel Lazio, Veneto, Emilia-Romagna e Piemonte. Se guardiamo l'andamento produttivo in termini percentuali di queste quattro regioni tra il periodo 2000-2009, vediamo come il Lazio abbia avuto un +46%, il Veneto +87%, l'Emilia-Romagna +26% e il Piemonte +53%. La cultivar maggiormente coltivata rimane sicuramente Hayward anche se le nuove varietà stanno ottenendo un'importante crescita: ZespriGold®Hort16A* è coltivata su una superficie di 750 Ha, Kiwigold®Jintao* di 580 Ha e Summekiwi®Summer343* di 350 Ha".

L'importanza del kiwi

Questi dati permettono di far capire come in Italia il kiwi sia una coltura in crescita su tutto il territorio sia in termini produttivi, di superficie che d'importanza. "In termini di produzione - continua Macchi - il kiwi rispetto ad altri prodotti ortofrutticoli presenta nel 2010 una crescita pari al 6% (nel 2000 era del 5%). Se guardiamo in termine di valore, il dato aumenta arrivando al 9% della PLV nel 2010 (nel 2000 era del 7%). Se il tutto è inserito nel contesto della sola esportazione allora la produzione cresce fino al 14% nel 2010 mentre nel 2000 era l'11% e in termini di valore siamo al 15% nel 2010 e al 13% nel 2000".

Grande interesse all'export
Il 70% dell'interno kiwi prodotto viene esportata. Di questa percentuale il 76% è destinato all'export nei paesi dell'Unione Europea ed il 9% a paesi europei al di fuori dall'Unione Europea ma sempre appartenenti al vecchio continente. "All'interno dell'UE - prosegue Macchi - i principali paesi importatori di kiwi italiano sono Germania, Spagna, Francia, Regno Unito, Paesi Bassi, Belgio e Polonia. Mentre tra i paesi extra UE i più importanti sono Russia e Lituania. Di un certo interesse soprattutto in prospettiva sono alcuni paesi al di fuori dei confini europei come la Cina, il Messico, la Corea del Sud e il Giappone, che potrebbero rappresentare ottimi mercati nel momento in cui riusciremo a superare alcune barriere commerciali e fitosanitarie".

Consumi in Italia in crescita
E' altrettanto vero che il mercato interno è in crescita negli ultimi anni, con un incremento stimato pari al 70% dal 2000 al 2007 per quanto riguarda la quantità consumata dalle famiglie. Se però guardiamo il periodo che va dal 20007 al 2009 vediamo che c'è stato un calo pari al 34%. "Nonostante il calo produttivo - conclude Macchi - la situazione è positiva visto anche il calo dei consumi che ha coinvolto tutto il comparto ortofrutticolo negli ultimi anni. Tale crescita è dovuta all'aumento dei consumi per ogni singola famiglia oltre all'aumento dell'indice di penetrazione del kiwi verso i consumatori italiani. In base alle proiezioni nei prossimi tre anni ci si aspetta un aumento di superfici investite di circa 2.200 Ha con un incremento produttivo pari a 5 milioni di quintali". 

Il kiwi è sicuramente un prodotto di grande valore e di grande potenzialità ma che presenta alcune incognite che non possono essere sottovalutate. Il kiwi è un prodotto di grande importanza per l'agricoltura italiana e per l'intero comparto ortofrutticolo è deve assolutamente essere preservato e implementato. E' infatti necessario capire se l'aumento produttivo che potrebbe esserci possa manifestarsi anche negli altri paesi produttori in modo tale da impedire che il kiwi perda il suo valore commerciale. Bisogna anche aumentare la percentuale del mercato interno italiano. Sarà necessario anche cercare di ampliare i paesi importatori allo scopo di poter sfruttare più possibilità commerciali.