Ecco che in autunno, con diabolico tempismo, cominciano le grandi piogge a cui seguono inondazioni, frane e il sempre orribile dissesto idrogeologico.

Ci dicono i climatologi con drammatica certezza che alle allerte rosse ci dovremo abituare, come in molte aree del nostro Paese ci si abituerà a lunghi periodi di siccità - poi magari seguiti da precipitazioni da tregenda. L'uomo subisce se stesso - l'Antropocene (il brevissimo periodo del dominio umano nella storia del pianeta) porta a fenomeni climatici estremi e anche a terribili manifestazioni di squilibrio biologico.

 

In Italia sono almeno due le situazioni raccapriccianti, due i fenomeni macroscopici che testimoniano molto bene il dramma dell'Antropocene, due le situazioni terrificanti di cui si parla troppo poco.

La prima noi agricoli la conosciamo bene: è quella della Xylella in Puglia; le scolaresche dovrebbero essere portate oggi a vedere il paesaggio di centinaia di ettari di olivi secolari ischeletriti che oggi si presenta in quelli che erano sontuosissimi paesaggi agricoli.

 

Per la seconda bisognerebbe poi organizzare gite di istruzione in certe valli alpine - venete, friulane o lombarde - che nel 2018 furono colpite dalla tempesta Vaia: 15 milioni di alberi abbattuti in una sola notte. La tempesta colpì in maggioranza i fitti boschi di abete rosso (pianta con un apparato radicale assai superficiale) che checché possano credere i turisti poco avevano a che fare con il paesaggio e la flora alpina solo un centinaio di anni fa. Il fenomeno Vaia ne sta però producendo uno ancora più inquietante: l'attacco del bostrico, una volta coleotterino quasi simpatico, oggi divenuto una vera e propria bomba atomica ecologica.

 

Questi fenomeni dovrebbero portare a una reazione. Un reazione forte, mica roba da ecologismo radical chic. In Italia ci vuole un grande piano che coinvolga tutto il settore agricolo. Un piano di costruzione, nel centro e Sud, di grandi e piccoli invasi per lo stoccaggio dell'acqua, un piano contro il degrado idrogeologico nelle aree collinari e montane, un piano per ricostruire il paesaggio nelle pianure.

Bisogna mettere mano alla legislazione ambientale e spendere in ricerca - ricerca agricola e forestale - per combattere per esempio i parassiti frutto degli squilibri ecologici, ma soprattutto per combattere e prevenire gli squilibri ecologici stessi.

 

In un'Europa dove si comincia a guardare a grandi piani economici di rilancio, dove si comincia a raccomandare che il buon senso debba prevalere sulla finanza, ecco: adesso bisogna iniziare a spingere.