L'Italia è spaccata in due dalle condizioni meteo e dalle conseguenze al suolo. La grandine ha colpito soprattutto al Nord, ma anche in Puglia e Campania con danni allo stato incalcolabili a vigneti, fruttifere, ortaggi, mais ed essenze da fienagione e con un'incognita grave: quanto realmente peseranno i ritardi nelle semine nei tanti campi ora inagibili, perché ancora allagati dalle recenti piogge.
Il tutto mentre è la siccità a farla da padrona in Sicilia, la peggiore degli ultimi sessant'anni, dove gli agricoltori hanno manifestato sotto Palazzo d'Orleans a Palermo contro le lentezze e le inefficienze della Regione Siciliana nell'affrontare la crisi idrica dell'isola, situazione sbloccatasi solo ieri, 3 giugno 2024, con la sottoscrizione da parte del presidente della Giunta regionale Renato Schifani di un documento proposto da Coldiretti Sicilia.
Nord, danni e campi non agibili per le semine
Grandine su ciliegie, vigneti e verdure in campo, terreni inutilizzabili a causa dell'acqua e del fango che si sono accumulati, semine in ritardo e a forte rischio: è il quadro che emerge dal monitoraggio di Coldiretti sugli effetti della nuova ondata di maltempo che si è abbattuta sul Nord Italia.
Pesante la situazione in Veneto. Nel padovano la grandine ha colpito la zona di Agna devastando un'area agricola di oltre trecento ettari, distruggendo gravemente ciliegie, ortaggi, mais, frumento e soia, con danni fino al 100% della produzione. I chicchi di ghiaccio avevano colpito nei giorni scorsi anche il Sud, con effetti devastanti nella zona di Benevento in Campania con gravissimi danni ai vigneti, e nel leccese, in Puglia, dove sono andate distrutte le coltivazioni in pieno campo, dalle zucchine alle angurie, dai pomodori alle carote, dalle cipolle alle patate fino alle melanzane e ai peperoni.
In molte aree del Nord i terreni sono ancora allagati, con il fango che impedisce l'ingresso per effettuare le operazioni colturali necessarie alle semine, a partire da quelle del riso.
Verona, i danni da pioggia e grandine ingenti
In particolare, da Verona, Confagricoltura riferisce che mais e fieno, oltre alle ciliegie, sono le vittime principali delle piogge intense e continue che hanno caratterizzato, oltre al mese di maggio, anche i primi giorni di giugno. Secondo l'organizzazione agricola il bilancio è pesante: le piantagioni di granturco sono in stress da asfissia e si calcolano possibili perdite del 20-30% del prodotto. Per quanto riguarda il fieno è andato perso il maggengo, cioè il primo taglio, e si teme una scarsa qualità del futuro raccolto.
"È stato un mese di piovosità anomala, che ha causato grande sofferenza al mais, soprattutto dove ci sono stati allagamenti - spiega Alberto De Togni, presidente di Confagricoltura Verona -. In alcune zone i danni sono ingenti, con probabili perdite di produzione. In altre il quadro è a macchia di leopardo: c'è chi ha seminato molto presto e si è salvato, chi ha seminato tardi e ha perso tutto, con asfissia radicale delle piante. Ora tutte le semine sono in ritardo, a causa delle piogge, compresa quella della soia. Però voglio essere ottimista e sperare che, se il tempo si mette a posto, si possa cercare di recuperare il gap. Per le foraggere abbiamo perso tutto il primo raccolto per la produzione di fieno, con peggioramento della qualità. Come quantità, tuttavia, ci auguriamo di riuscire a recuperare".
Per le ciliegie, invece, la situazione è già in gran parte compromessa. "A causa del maltempo abbiamo perso la maggior parte delle precoci - dice Francesca Aldegheri, presidente dei frutticoltori di Confagricoltura Verona -, ma speravamo che il tempo si aggiustasse come era accaduto lo scorso anno. Invece altri quindici giorni di pioggia, uniti a sbalzi di temperatura e grandine, hanno guastato anche le varietà medie, con danni del 50-60%. Quindi una produzione che sarà quantitativamente scarsa, con una raccolta molto più difficoltosa e laboriosa a causa del certosino lavoro di selezione. Quindi costi più elevati rispetto alle annate normali, a fronte di quantitativi ridotti. Pare che da mercoledì il tempo migliori e si apra una fase di stabilità. Speriamo che sia davvero così, perché ci sono ancora molte varietà da raccogliere e perché il caldo e il sole possono anche spingere i consumi".
Siccità, l'emergenza in Sicilia
Se l'Italia continentale deve fare i conti con il maltempo, in Sicilia resta drammatica l'emergenza siccità, con bovini e ovini senza acqua né cibo a causa della mancanza di precipitazioni e al prosciugarsi dei bacini e delle tradizionali scorte d'acqua in laghetti privati. E i danni alle coltivazioni vanno fino al 100% dell'intera produzione.
Una situazione che aveva portato la settimana scorsa ventimila agricoltori della Coldiretti in piazza a Palermo per chiedere alla Regione Siciliana interventi urgenti per salvare stalle e aziende. Sotto la sede dell'ente, a Palazzo d'Orleans, era stato allestito un presidio permanente con le tende, rimasto attivo fino a quando non sono giunte le risposte attese.
Ad aggravare gli effetti della siccità ci sono, infatti, anni di immobilismo da parte delle istituzioni, con rete idriche colabrodo che impediscono di far arrivare nelle campagne anche la poca acqua disponibile, mentre gli agricoltori sono strozzati da costi di produzione triplicati e bollette astronomiche.
Il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, sceso ieri tra gli imprenditori agricoli rimasti sette giorni e sette notti davanti a Palazzo d'Orleans per il presidio avviato dopo la manifestazione del 28 maggio scorso, ha sottoscritto tutti i punti proposti da Coldiretti Sicilia dopo giorni di incontri e trattative. Schifani ha voluto chiarire direttamente agli agricoltori la correttezza della manifestazione, evidenziando come sia stato determinante proprio l'apporto di Coldiretti per fronteggiare le emergenze di questo drammatico periodo legato alla siccità che sta mettendo in ginocchio l'intero settore.
Gli allevatori avranno quindi il fieno grazie ad un voucher. Potranno acquistarlo dai rivenditori ufficiali indicati nell'elenco fornito dalla Regione, come richiesto dalle migliaia di agricoltori scesi in piazza e che da mesi stanno lottando per la sopravvivenza di campi e animali. L'altra grande vittoria di Coldiretti riguarda il tavolo politico, fondamentale perché così tutti gli assessorati che lavorano nei vari comparti dell'agricoltura e dell'agroalimentare potranno trovare soluzioni e fondi per affrontare le situazioni prima che diventino emergenziali. Altro tema cruciale per Coldiretti riguardava i consorzi di bonifica: ad ogni commissario sarà affiancata una consulta di agricoltori che possono ora dare il loro contributo a un'apposita Cabina di Regia.