Sulla carta la tecnologia blockchain si sposa perfettamente con le esigenze della filiera agroalimentare, in quanto permette di tenere traccia di un cibo dalla fase di campo fino allo scaffale del supermercato, consentendo quindi non solo rapidi richiami in caso di necessità, ma anche una comunicazione più efficiente nei confronti del consumatore. Senza contare il ruolo potenziale nel rendere la condivisione di dati all'interno della filiera più agile, migliorando le performance dell'intera supply chain.

 

Nonostante i numerosi annunci di progetti di blockchain agroalimentare fioccati negli anni e ripresi anche dalla stampa sull'onda del successo delle criptovalute, le aziende che utilizzano queste modalità sono ancora poche, appena il 7%. Mentre le altre, nella maggior parte dei casi, pur utilizzando le nuove tecnologie per garantire la tracciabilità, non si affidano ai distributed ledger.

 

L'aspetto positivo, sottolineato dai dati dell'Osservatorio Smart AgriFood, School of Management del Politecnico di Milano e Laboratorio Rise, Research & Innovation for Smart Enterprises dell'Università degli Studi di Brescia, è che negli ultimi anni si è assistito ad un consolidamento del settore.

 

Se nel 2020 il 61% dei progetti era solamente stato annunciato e solo l'8% era operativo, nel 2022 ben il 25% dei progetti era operativo, un altro 25% in fase pilota e solo il 50% era a livello di annuncio. Segno che, piano piano, la tecnologia blockchain ha superato la fase degli annunci ed è iniziata ad entrare nella vita reale delle imprese.

 

Tracciabilità, blockchain ma non solo

Il 70% delle aziende agroalimentari intervistate per la Ricerca 2023 (il 15 marzo prossimo si terrà a Brescia l'evento di presentazione della Ricerca 2024) ha dichiarato di utilizzare due o più soluzioni tecnologiche digitali in parallelo. E la gestione dei processi di tracciabilità e rintracciabilità alimentare è in cima alle aree di applicazione, con l'88% delle imprese che la ritiene un'area prioritaria, seguita da produzione, logistica e controllo qualità.

 

Il 75% delle soluzioni in uso presso le aziende agroalimentari è abilitato da almeno una tecnologia innovativa. In testa troviamo le mobile app con il 24%, seguite dall'Internet of Things (Iot) con il 18%, mentre al 17% troviamo i QRCode, il cloud e la blockchain. Infine, con il 15% ci sono i big data. Tutte tecnologie che, nell'ambito della tracciabilità, servono a rispondere a due bisogni fondamentali: ridurre i tempi richiesti per la rintracciabilità in caso di criticità e migliorare la visibilità sulla filiera.

 

Richiami e marketing, i due usi della blockchain

E infatti guardando ai settori in cui trovano applicazione i progetti blockchain, la maggior parte si concentra in quelle aree in cui da parte del consumatore è percepito un rischio potenziale elevato, come ad esempio i prodotti di origine animale (con il 25%), dalla carne alle uova, dai formaggi agli insaccati.

 

In altri settori, come ad esempio quello del caffè e del cacao, la tracciabilità blockchain viene implementata per garantire una tracciabilità sicura nei confronti del consumatore in una filiera estremamente lunga e complessa, dove la materia prima subisce molti passaggi di proprietà prima di arrivare alle aziende che si occupano del confezionamento.

 

Le filiere coinvolte nei progetti blockchain agrifood nel mondo, 2016-2022

Le filiere coinvolte nei progetti blockchain agrifood nel mondo, 2016-2022

(Fonte foto: Osservatorio Smart AgriFood)

 

Se il settore ortofrutticolo (8%) e cerealicolo (5%) mirano a promuovere l'origine Italiana dei prodotti, il settore vitivinicolo (5%) è interessato all'uso della blockchain come metodo anticontraffazione e per comunicare direttamente con il consumatore, sempre più interessato alla storia del cibo.

 

E proprio la comunicazione e il marketing sono i due ambiti in cui le aziende vedono le maggiori potenzialità di utilizzo dei distributed ledger (58% del campione). Raccontare il made in Italy e combattere l'italian sounding sembrano infatti essere due obiettivi che la blockchain può aiutare a realizzare. Ed è anche per questo che a livello geografico l'Italia pesa da sola per il 10% dei progetti blockchain in cantiere al mondo, al terzo posto dietro l'Europa nel suo complesso (al 28%) e l'America (al 18%).


Image Line è partner dell'Osservatorio Smart AgriFood