Capire il caos e le criticità del momento, puntando su innovazione, aggregazione, formazione e vocazione all'estero. Nel polverone attuale fatto di criticità come cambiamenti climatici, decisioni istituzionali, abitudini di acquisto dei consumatori molto variabili, le imprese del settore agroalimentare, se sanno navigare, possono trovare nuove opportunità. È questo il messaggio emerso dal Forum Ipagro, giunto alla 22esima edizione e svoltosi come da tradizione al Palace Hotel di Milano Marittima (Ra) nell'ultimo weekend di gennaio, con oltre 400 partecipanti tra imprenditori e manager del settore.
Come ormai di consueto, fra i primi temi trattati la questione dei consumi, con Stefano Galli, global business partner di NielsenIQ. "Due tipologie di spesa sono tornate. L'acquisto di prodotti ad alto contenuto di servizio, a un prezzo più alto ma con un risparmio di tempo, e poi i prodotti premium consumati a casa. Decollerà anche da noi poi il social commerce, ovvero l'acquisto via social media, Tik Tok in primis".
Di vocazione all'estero ha parlato invece Giuliano Noci, prorettore del Politecnico di Milano. "Dobbiamo avere una bussola per le nostre imprese - ha commentato - con un orientamento ossessivo verso la qualità e l'internazionalizzazione. In Asia ci sono 4,5 miliardi di persone, la cui ricchezza sta crescendo e che adorano l'italianità del prodotto. La qualità deve però essere oggettiva e tracciata, per questo è fondamentale investire in tecnologie, smart agriculture e blockchain. Non è vero che piccolo è bello. Servono scale produttive e politiche di marca".
Di Green Deal e dazi Usa ne ha invece parlato Sebastiano Barisoni, vicedirettore di Radio 24. "Il Green Deal è il primo caso in cui è stata fatta una legge senza fare prima quello che un'impresa chiamerebbe piano di fattibilità. È stata contrapposta la sostenibilità ambientale con quella sociale, l'ambiente con il mantenimento dei posti di lavoro". Sul fronte dazi, secondo il giornalista, per l'agroalimentare italiano i danni dovrebbero essere limitati, dal momento che il posizionamento del made in Italy negli Usa è su livello medio alto.
Sul Green Deal la posizione è chiara. "Va fatto un nuovo Deal, un nuovo patto, perché il precedente è fallito - ha ricordato il parlamentare europeo Massimiliano Salini - bisogna lasciare al mercato la libertà di stabilire e costruire le tecnologie, non ci si può illudere che la dimensione del mercato nazionale sia sufficiente, quello è il vero virus che bisogna combattere".
Continuando infine a parlare di valorizzazione dei prodotti di nicchia, ha fatto il punto Domenico Brisigotti, direttore generale di Coop Italia. "La vera sfida è la costruzione del valore aggiunto. La private label, nel nostro caso, è un tool fondamentale per costruire la fedeltà del consumatore: riduce il rischio di perdita del cliente e fa aumentare la share of wallet all'interno del punto vendita".