I proprietari dei fondi vedono visitare e percorrere le loro proprietà da numerosi turisti, accollandosi così responsabilità di ogni genere sugli accadimenti che potrebbero verificarsi alle persone e alle cose. I territori italiani sono musei a cielo aperto; sculture della più radicata tradizione e trasparenti testimonianze della capacità antropica di coniugare le proprie attività con il pieno e vero rispetto dell'ambiente, di chi lo vive e lo vivrà.

 

Ius eludendi ineludibile così come la necessità di ottimizzare questa grande e preziosa possibilità di far visitare e conoscere i "musei a cielo aperto". È quindi giunto il momento di armonizzare la normativa arricchendola di tutte quelle fattispecie ad oggi mancanti e cagione di molte controversie e pericolose discussioni.

 

Al faro a breve una norma nazionale così come potrebbe essere "rispolverata" una proposta di legge regionale proposta da Cai volta proprio a dirimere le evidenziate questioni.
Ed ecco quelle emerse con forza: assunzione di responsabilità, consapevolezza dei rischi che si corre, buoni e rispettosi comportamenti, considerazione delle coltivazioni, formazione ed informazione, insomma buone norme del viver comune.
E nel frattempo? Buon senso e chi più ne ha lo usi.

 

Condivisone d'intenti e molti spunti sono emersi dal webinar "Sentieristica, ciclovie e mobilità dolce" organizzato da Upa Siena del 16 ottobre scorso per la rubrica "Nel campo dell'attualità", che è possibile rivedere online sul canale Youtube e su Facebook di Confagricoltura Siena.

 

Le leggi

L'incontro è partito con l'inquadramento costituzionale e legislativo della questione assieme all'avvocato Giovanni Calugi dal riferimento all'articolo 832 del Codice Civile che disciplina il diritto di proprietà. Calugi ha inoltre spiegato che la proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla Costituzione all'articolo 42 che dice appunto che "la proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge che ne determina i modi di acquisto di godimento e i limiti" illustrando nel dettaglio il contenuto, parlando anche del diritto di terzi, dell'espropriazione e della recinzione della proprietà e dei vari titoli amministrativi necessari in taluni casi.

 

La fonte del diritto dei terzi di passare sulla proprietà privata è individuabile in quattro strumenti che ha elencato l'avvocato Calugi: "la volontà del proprietario, che attribuisce a un estraneo il diritto di passo, l'usucapione, cioè il possesso del diritto di passo, quindi il passo che si protrae per oltre vent'anni e può essere o l'usucapione del diritto di passo privato (io passo per vent'anni sul terreno altrui), oppure un diritto di passo pubblico, una collettività utilizza una strada per oltre vent'anni" ha detto Calugi spiegando anche in quali casi si abbrevia il periodo di acquisto del diritto di passo.

 

"Infine, il quarto modo di acquisto di costituzione di un diritto di terzi sulla proprietà privata è il provvedimento espropriativo della pubblica amministrazione, ovvero il provvedimento di costituzione coattiva di un diritto di passo. L'articolo 42 della Costituzione che richiamavo prima impone però che la costituzione coattiva del diritto di passo avvenga nei casi previsti dalla legge al fine di soddisfare un interesse generale all'esito di un procedimento amministrativo al quale il proprietario deve poter partecipare e con il pagamento di un indennizzo al proprietario che veda diminuito il valore del suo bene in conseguenza della costituzione del diritto di passo". Così l'avvocato Giovanni Calugi che nel secondo giro di interventi del confronto ha affrontato il tema della responsabilità.

 

Cambiano i tempi, anche la normativa si dovrebbe adeguare

Giancarlo Tellini, presidente di Cai Toscana, ha poi brevemente spiegato le attività del Cai, Club Alpino Italiano, e dei volontari che si occupano della tracciatura dei sentieri per un sistema di sicurezza che conosca il territorio. Un'attività nata in accordo con i comuni, frequentando quasi esclusivamente le proprietà demaniali.

"Con il tempo le situazioni cambiano - ha detto Tellini -. C'è una carenza nella legislazione, noi abbiamo già presentato da più di due anni una richiesta di modifica della Legge Regionale 17 che regola l'escursionismo al di fuori dei centri abitati".

 

"In particolare da dopo la pandemia, con la grande crescita delle ebike fa escursionismo chiunque, non solo chi è allenato o preparato. E un po' tutti segnano i sentieri, oppure fanno i cammini e questo, noi lo facciamo notare spesso negli incontri che facciamo a livello istituzionale, avviene senza rispettare, senza porsi il problema di dove si attraversa" ha detto Tellini segnalando che si sono perse di vista un po' le regole. "La proprietà privata va rispettata".

 

Turismo e territori: un'opportunità ma serve rispetto

I comuni chiedono una mano per cercare di incentivare utilizzare la sentieristica, i cammini e le ciclovie, per favorire e valorizzare i percorsi per la mobilità leggera. Questo il presupposto da cui è partito il direttore di Anci Toscana Simone Gheri che ha poi specificato che condivide la necessità di "un'armonizzazione della normativa" e ribadendo la propria disponibilità a dare un proprio contributo ma "a monte di questo ci deve essere un metodo corretto con il quale le persone che passano attraverso i terreni agricoli passino con rispetto, sia per le persone che vi lavorano sia per la proprietà".

 

Secondo Gheri sarebbe una ricchezza per tutti se si riuscisse a costruire una rete di percorsi attraverso i territori, un valore aggiunto per i territori che hanno bisogno di portare più turisti, ma sempre con rispetto.

 

Una norma per chiarire

Il consigliere regionale della Toscana Alessandro Capecchi ha spiegato che "per quanto riguarda i cammini, c'è un disegno di legge al Senato il numero 2367 che è di competenza in sede referente della settima Commissione Cultura e Istruzione che parla proprio dei cammini e che prevede, tra le altre cose, una delega al Governo affinché emani con più decreti legislativi una serie di regole per coordinare i cammini fra loro: per esempio dal punto di vista della disciplina della sicurezza e della segnaletica, e dall'altra parte per creare quello che la Regione Toscana aveva già previsto in parte realizzato anche con la 17 del 98, cioè la rete escursionistica Toscana".

 

Si può così implementare, secondo Capecchi, una conoscenza che possa essere anche digitalizzata ad esempio attraverso il Gps per consentire a tutti in qualche modo di raggiungere un livello più adeguato di sicurezza, mettendo le persone in condizione di sapere sempre dove si trovano, per sapere se si trovano in uno spazio pubblico o privato. "Non si può caricare i proprietari dell'obbligo di cartellinare aree che a volte sono enormi - ha aggiunto Capecchi -. C'è bisogno di una norma che responsabilizzi e magari assicuri la conoscenza dei limiti entro i quali un soggetto si può muovere anche passando in una proprietà altrui".

 

Scarica la locandina del convegno

 

Questi sono solo alcuni spunti tratti dall'incontro, è possibile vedere gli interventi completi di tutti i relatori nel video disponibile sul canale YouTube di Upa Siena

 


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