Si è svolto il 20 settembre scorso a Roma l'Open Forum finale di Agea per presentare risultati e prospettive future del progetto Criminal Focus Area (Cfa). Sviluppato sulla base del protocollo d'intesa sottoscritto con il Ministero dell'Interno, il progetto Cfa è nato con l'obiettivo di contrastare i fenomeni criminali connessi alle attività produttive grazie a strumenti tecnologici innovativi e all'avanguardia messi a disposizione degli addetti ai lavori e delle forze dell'ordine impegnati nel ripristino e nel rafforzamento della legalità nelle regioni che sono parte del Programma Operativo Nazionale Legalità.

 

"Mettere la tecnologia a supporto della prevenzione e repressione di importanti fenomeni criminosi pone un tassello importante nel nostro ambizioso progetto di ripristino della legalità, in particolare nelle aree meno sviluppate e quindi più deboli del Paese - ha commentato Fabio Vitale direttore Agea -. Grazie ai finanziamenti europei previsti dal Pon Legalità è stato possibile mettere a servizio delle forze di polizia, degli enti pubblici e degli enti locali gestori del territorio le più moderne tecnologie in materia di telerilevamento di fotointerpretazione del suolo capaci di fornire informazioni preziose sia per le attività di indagine, sia per le attività di gestione e monitoraggio del territorio".

 

Alla presenza di istituzioni, forze dell'ordine ed esponenti delle realtà economiche e sociali del panorama nazionale, sono state presentate le funzionalità e finalità del progetto e le sue evidenze scientifiche.

 

"Le Criminal Focus Area - ha spiegato Andrea Rosati, direttore dell'Associazione Mondiale di Zootecnia e referente scientifico del progetto - sono aree potenzialmente interessate da attività criminose e il loro monitoraggio e lo sviluppo di correlazioni con dati giudiziari, ambientali ed economici costituiscono degli strumenti di supporto decisionale e di valutazione e controllo del territorio".

 

"Dalle ricerche effettuate, emerge che la maggior parte delle Cfa sono concentrate in zone localizzate nel Mezzogiorno e nella stessa area si registrano il maggior numero di famiglie in condizioni di povertà relativa, evidenziando una situazione di correlazione tra criminalità e povertà" ha aggiunto Rosati.

 

"Inoltre, andando a raffrontare le Criminal Focus Area con i reati ambientali emerge una strettissima correlazione tra i fenomeni, - ha infine sottolineato il referente del progetto - che può essere ulteriormente approfondita e che conferma che l'individuazione delle Cfa può consentire la prevenzione dei fenomeni illeciti e quindi dei reati ambientali".

 

Sono inoltre stati illustrati tre importanti casi studio di applicazione del progetto Cfa che hanno visto coinvolte tre aree particolarmente sensibili del Paese: il Comune di Caivano, il Comune di San Severo e la Regione Sicilia.

 

Cfa al Sud, da Caivano alla Sicilia

Il progetto pilota di Caivano ha voluto instaurare un dialogo tra Agea, istituzioni nazionali e locali al fine di raggiungere progressivamente un maggiore controllo in ambito ambientale ed edilizio: dall'interramento dei rifiuti a fenomeni di caporalato, dall'individuazione di discariche abusive alla baraccopoli.

 

Per la Regione Siciliana è stato attivato un sistema di monitoraggio e salvaguardia, grazie a un finanziamento da quasi 31 milioni di euro del Pon Legalità per un grande progetto di videosorveglianza sull'intero territorio regionale. Il Sicily Cyber Security ha previsto l'implementazione di soluzioni tecnologiche per il monitoraggio delle aree a maggior tasso di episodi di illegalità, per creare le condizioni di un controllo diffuso e capillare del territorio, con specifico riferimento alle aree industriali e rurali e per prevenire e contrastare i fenomeni criminosi a danno di aree naturalistiche di interesse collettivo.

 

L'iniziativa ha visto l'innovativo Cruscotto Cfa protagonista degli studi preliminari per l'individuazione delle aree maggiormente a rischio e il posizionamento strategico della strumentazione di videosorveglianza ai fini delle attività di prevenzione del danno ambientale.

 

San Severo, un monitoraggio con molti risultati

Infine, grazie al lavoro di collaborazione tra l'amministrazione comunale di San Severo e Agea è stato raggiunto un sinergico e proficuo scambio di elementi che ha reso possibile la delimitazione di diverse Criminal Focus Area sul territorio oggetto di indagine.

 

È il caso, per esempio, della Cfa localizzata a Sud Est del centro abitato di San Severo (denominata "gran ghetto") dove sono state monitorate le diverse variazioni d'uso del suolo che l'area ha subìto dal 2014: da occupazione di terreni agricoli a edificazione di strutture precarie, interventi di natura igienico sanitaria e di bonifica dei rifiuti, fino all'intervento di installazione di moduli abitativi e cisterne d'acqua a opera dell'amministrazione comunale, avvenuto nel 2020.

 

Tra gli eventi criminosi che interessano il territorio di San Severo anche l'abbandono incontrollato di rifiuti, segnalato dalla Polizia locale in due aree delimitate poi dal cruscotto come Cfa: la prima già nel 2018 sottoposta a sequestro per rischi per l'ambiente circostante; la seconda a Sud del centro abitato che ha visto una variazione del suolo a seguito di abbandono di rifiuti speciali a partire dal 2019. Non da ultimi, gli abusi edilizi che, seppur risalenti a un periodo antecedente l'avvio del progetto (2016-2019), sono stati monitorati attraverso il cruscotto che ha delimitato una Cfa per edificazione residenziale, industriale e artigianale, in una zona agricola con tutela paesaggistica.

 

Conclusioni

"L'innovazione tecnologica - ha sottolineato il generale di Corpo d'Armata e comandante Carabinieri Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari - permetterà una sempre più efficace difesa dell'ambiente e degli ecosistemi. I progetti messi in campo consentono e consentiranno all'Arma dei Carabinieri di ottimizzare l'impiego di risorse umane, materiali e di migliorare l'azione preventiva e repressiva nel settore agroforestale, fortificando, così, l'efficienza della capillarità dei presidi nel territorio, anche nella essenziale funzione di salvaguardia delle nostre preziose risorse naturali".

 

"Sulla base di questo cruscotto informativo vogliamo innescare una dinamica attività di ricerca - conclude Fabio Vitale, direttore Agea - con l'obiettivo di perfezionare il sistema, identificare nuovi scenari di rischio e sviluppare, grazie alla continua raccolta di dati e informazioni, connessioni sempre più ampie per promuovere una cultura di 'sistemi di correlazioni' basati principalmente su dati ambientali fisici, piuttosto che antropici".