Verso nuove norme Ue per gli imballaggi alimentari in Unione Europea: riduzione di imballaggi monouso, etichettature armonizzate, QR Code sulla riutilizzabilità delle confezioni e un quadro comune di raccolta rifiuti. No dell'Italia, che considera la proposta Ue un danno per la conservazione e la commercializzazione degli alimenti e per il marketing delle aziende. Il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida a Bruxelles: "l'Italia punta su raccolta e riciclo dei rifiuti". Intanto le norme prevedono dal 2030 meno plastica negli imballaggi.
Le nuove norme Ue sugli imballaggi alimentari
A seguito del Piano d'Azione della Commissione Europea per un'economia circolare, il Consiglio dell'Ue nel 2019 ha stabilito che entro il 2030 tutti gli imballaggi di plastica immessi sul mercato dell'Unione dovrebbero essere riutilizzabili o riciclabili. Il 30 novembre 2022 la Commissione ha adottato una proposta di regolamento che prevede, tra le altre cose, la riduzione degli imballaggi monouso, dei sistemi di restituzione con cauzione obbligatoria per le bottiglie di plastica e le lattine di alluminio, un'etichettatura armonizzata degli imballaggi con informazioni sui materiali che li compongono e un QR Code che ne indichi la riutilizzabilità, il miglioramento delle informazioni sui cassonetti per il corretto smaltimento dei rifiuti, un quadro comune in Ue per la raccolta dei rifiuti e dei tassi minimi di contenuto riciclato negli imballaggi in plastica.
Meno plastica negli imballaggi dal 2030
Su quest'ultimo punto, dal primo gennaio 2030 la parte di plastica di un imballaggio dovrà contenere almeno il 30% di contenuto riciclato per quanto riguarda gli imballaggi il cui componente principale è il polietilentereftalato (PET), il 10% per gli imballaggi realizzati con materiali diversi dal PET, il 30% per le bottiglie di plastica monouso e il 35% per tutti gli altri tipi di imballaggi. Dal 2040 queste percentuali si alzeranno rispettivamente del 50% per le prime due categorie e del 65% per la terza e la quarta categoria.
L'Italia in disaccordo con la proposta della Commissione Europea
Seppur condividendone l'obiettivo di fondo, dall'Italia è arrivato un no quasi categorico sulla proposta per gli imballaggi alimentari presentata dalla Commissione Europea. Intervenendo nel dibattito pubblico durante l'ultimo Consiglio Ue Agricoltura, il ministro dell'Agricoltura italiano Francesco Lollobrigida ha espresso diverse perplessità sulla proposta della Commissione, in particolare sulla messa a bando degli imballaggi monouso, che a detta del ministro sono fondamentali per la protezione, la conservazione e la tracciabilità degli alimenti e per la commercializzazione all'estero, sulla predeterminazione di formati e imballaggi per alcuni alimenti, che danneggerebbe il marketing aziendale e la diversificazione del prodotto, così come su un approccio più marcato al riuso rispetto che al riciclo.
"Da anni l'Italia è fortemente impegnata nell'economia circolare, con un modello di gestione dei rifiuti che rappresenta un'eccellenza in Ue, con tassi di riciclo del 70% e il raggiungimento degli obiettivi europei con nove anni in anticipo", ha detto Lollobrigida ricordando anche come il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) prevede investimenti da 2,1 miliardi di euro per migliorare la raccolta e il riciclo dei rifiuti e per costruire nuovi impianti di raccolta.
Imballaggi alimentari: quanti ne vengono usati in Ue
Anche se i tassi di riciclaggio sono aumentati in Ue negli ultimi anni, la quantità di rifiuti generati dagli imballaggi cresce più rapidamente del riciclaggio stesso. Infatti, negli ultimi dieci anni la quantità di rifiuti di imballaggio è aumentata di oltre il 20% e dovrebbe aumentare di un ulteriore 19% fino al 2030 in assenza di interventi, con una crescita del 46% per la sola plastica, che molto spesso va a finire nei nostri mari. Un'eccessiva quantità di rifiuti di imballaggio comporta un impatto negativo sul clima, la dispersione nell'ambiente, e una loro mala gestione, tra cui il riciclaggio di bassa qualità, l'eccessivo collocamento in discarica, l'incenerimento e l'esportazione alla fine del ciclo di vita.