Le organizzazioni agricole e l'Anbi precisano le loro posizioni sul provvedimento del Governo per affrontare la siccità, ora all'esame del Parlamento, e sono state sentite dalle Commissioni congiunte Ambiente e Agricoltura del Senato proprio in sede di consultazione sull'esame del Disegno di Legge di conversione del Decreto Legge Siccità.
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Anbi in particolare respinge le soluzioni del Governo orientate sui dissalatori e torna alla carica sul Piano Laghetti, sostenuto anche da Coldiretti. Cia e Confagricoltura si concentrano invece sugli invasi aziendali per la raccolta di acque piovane, che nel Decreto sono considerate opere di "edilizia libera", ma solo fino a 50 metri cubi per ettaro di terreno coltivato: Cia chiede il raddoppio della cubatura ed incentivi per costruirli, mentre Confagricoltura chiede di portare gli invasi fino a 150 metri cubi purché - come previsto dalla Pac - non superino il 4% della superficie agraria utile. Copagri pone invece uguale enfasi sull'importanza del riuso delle acque depurate e dei dissalatori per ottenere più acqua dolce disponibile, e ha proposto di incentivare le Tecniche di Evoluzione Assistita per ottenere colture sempre più resilienti al clima caldo e siccitoso.
Anbi, Piano Laghetti e no ai dissalatori
Secondo Francesco Vincenzi, presidente dall'Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (Anbi) è positiva la risposta del Governo all'emergenza siccità ma "A questo bisogna affiancare soluzioni infrastrutturali per uscire da una persistente condizione di insufficienza idrica, che sta colpendo ampie zone del Paese. Per questo poniamo con forza la necessità di un piano pluriennale per realizzare bacini irrigui multifunzionali, indispensabili a garantire la produzione di cibo, l'occupazione agricola e l'equilibrio ambientale".
Vincenzi ha di fatto rilanciato così "Il Piano per invasi medio piccoli, il cosiddetto Piano Laghetti ecocompatibili e da noi proposto con Coldiretti fin dal 2017" che ha un obiettivo preciso: "incrementare l'11% d'acqua piovana attualmente trattenuta al suolo, aumentando le riserve idriche per avvicinarci al 35%". Opere - garantisce il presidente Anbi - a basso o nullo impatto ambientale.
Altro asso nella manica, sempre secondo il presidente Vincenzi, risiede in un "maggiore utilizzo delle acque reflue; accanto a ciò è necessario continuare ad investire in innovazione. I consorzi di bonifica ed irrigazione lo stanno facendo e sono pronti con soluzioni immediatamente operative. Recentemente alla Fiera internazionale Macfrut di Rimini, siamo orgogliosi di aver presentato il progetto GocciaVerde, un marchio di certificazione sull'uso e la gestione sostenibile dell'acqua".
Il direttore generale di Anbi, Massimo Gargano, è stato invece sentito su una delle proposte del Governo: l'utilizzo spinto di dissalatori sull'esempio di quanto già fatto a Genova. "Oggi, solo il 40% dell'acqua trattata diventa dolce, il residuo è una salamoia inquinante e complesso da smaltire - ha avvertito Gargano - oltre a ciò, vanno considerati gli importanti costi energetici, che possono essere sostenuti con facilità da economie che hanno nel sottosuolo gas come Israele o petrolio come i Paesi Arabi, ma non certo dall'agroalimentare italiano - ha proseguito Gargano -. Nel nostro Paese, la desalinizzazione può andare bene solo per situazioni localizzate, come le piccole isole, perché sostitutiva del traffico di bettoline, che attraversano il mare per rifornirle d'acqua dolce".
Confagricoltura, invasi aziendali fino al 4% della Sau
Per Confagricoltura è stata sentita dalle Commissioni Ambiente e Agricoltura del Senato la componente di Giunta, Giovanna Parmigiani, esprimendo giudizio positivo al Decreto Legge, ma avanzando contestualmente alcune proposte migliorative, anche alla luce degli ultimi gravi eventi climatici in Emilia Romagna.
"È importante - ha detto Parmigiani - che il Decreto del presidente del Consiglio dei Ministri che definirà gli interventi prioritari sappia fare buona sintesi delle diverse esigenze dei territori".
"Parallelamente agli interventi d'emergenza - ha affermato - occorre avviare un piano di lungo periodo che consenta di mettere al sicuro produttività e qualità del sistema primario e che sappia gestire la captazione e la distribuzione delle acque meteoriche, sia con grandi invasi e dighe che con invasi di minori dimensioni, investendo in innovazione e ricerca".
Bene la sospensione delle rate dei mutui e dei finanziamenti per i concessionari di piccole derivazioni a scopo idroelettrico: una misura che Confagricoltura aveva chiesto per mitigare gli effetti della congiuntura economica e del clima. Positive anche le semplificazioni delle procedure di realizzazione di opere idriche, che prevedono, tra l'altro, l'introduzione degli "invasi aziendali" come opere di "edilizia libera".
"Riguardo alle vasche di raccolta delle acque meteoriche - ha spiegato Parmigiani -, proponiamo di triplicare il volume massimo attuale e di ricomprendere gli spazi necessari alla loro realizzazione nel 4% di Superficie Agricola Utilizzata (Sau) da lasciare incolta, come previsto dalla Pac".
"Sono condivisibili anche le misure che semplificano l'utilizzo dei fanghi e lo smaltimento dei materiali derivanti dalla manutenzione degli invasi - ha aggiunto -, e l'apertura al riutilizzo in ambito agricolo delle acque reflue con un'unica autorizzazione. Adesso è necessario fare un ulteriore passo e rendere sistemiche tali semplificazioni".
"Un'attenzione particolare deve essere riservata al deflusso ecologico e alle priorità d'uso dell'acqua per rendere il sistema adattabile all'imprevedibilità del clima - ha inoltre sottolineato la Parmeggiani - Stessa flessibilità deve essere applicata alle priorità d'uso per garantire la richiesta per utilizzo irriguo e la necessaria ricarica delle falde sotterranee. Aspetto molto importante se si pensa ai grandi fiumi che attraversano più regioni".
Infine, per il ruolo di raccordo tra territorio, Cabina di Regia e commissario svolto dagli osservatori distrettuali, Confagricoltura ritiene fondamentale che gli stessi vengano integrati stabilmente e obbligatoriamente con le rappresentanze delle categorie economiche più interessate.
Cia - Agricoltori Italiani, 200 milioni per le vasche
Cia - Agricoltori Italiani ha proposto di innalzare la capacità delle vasche di raccolta di acque piovane per uso agricolo (da 50 a 100 metri cubi) realizzate in "edilizia libera". Un intervento di modifica reputato necessario, in quanto il limite stabilito dal Decreto Legge risulta insufficiente rispetto alle attuali esigenze, in un contesto di siccità ormai strutturale. Allo stesso tempo, Cia ha richiesto di istituire un Fondo ad hoc da 200 milioni destinato alle imprese agricole per incentivare la realizzazione delle vasche.
Per quanto concerne l'utilizzo delle acque reflue, Cia ha proposto di renderne strutturale l'autorizzazione, abolendo la scadenza attuale al 31 dicembre 2023 e ampliando il periodo di applicazione al triennio 2023-2025, garantendo - in tal modo - un maggior respiro temporale alla misura.
Cia ha richiesto, inoltre, lo stanziamento di 100 milioni di euro sul Fondo di Solidarietà Nazionale per fronteggiare i danni dell'alluvione in Emilia Romagna. Come già accaduto in passato in situazioni analoghe, si potrebbe, così, fornire una risposta concreta e tempestiva a tutte le imprese agricole tragicamente colpite dall'alluvione del 2-3 maggio scorsi.
Cia ha ancora proposto, infine, di estendere gli interventi di spurgo a tutta la rete irrigua dei consorzi di bonifica e irrigazione per garantire il ripristino e il mantenimento dell'officiosità dei corsi d'acqua e di inserire nel decreto interventi mirati a prevenire l'intrusione del cuneo salino lungo i 7.500 km di coste italiane.
Copagri, ok ad acque depurate e dissalate
Il presidente della Copagri, Tommaso Battista, intervenendo in audizione davanti alle Commissioni riunite Agricoltura e Ambiente del Senato nell'ambito dell'esame del Ddl di conversione del Decreto Legge Siccità ha sottolineato che l'Organizzazione accoglie "favorevolmente l'impianto e le disposizioni previste dal testo, a partire dall'istituzione di una Cabina di Regia per la crisi idrica, che opererà in sinergia con i costituendi osservatori distrettuali permanenti sugli utilizzi idrici e per il contrasto ai fenomeni di scarsità idrica, nei quali è necessario però coinvolgere anche i rappresentanti delle organizzazioni agricole".
Battista ha inoltre espresso "analoga soddisfazione per l'aumento dei volumi utili degli invasi" mediante sghiaiamento e opere di manutenzione straordinaria "così come per la possibilità di realizzare liberamente vasche di raccolta delle acque meteoriche per uso agricolo, per le quali sarà importante incrementare l'attuale limite di 50 metri cubi d'acqua per ettaro di terreno coltivato".
Battista ha poi sottolineato come "Per contrastare la crisi idrica risulteranno fondamentali anche il riutilizzo delle acque reflue depurate per uso irriguo e soprattutto gli interventi volti a semplificare la realizzazione dei dissalatori, che potranno contribuire sensibilmente a risolvere il problema della scarsità di acqua".
Battista infine ha affermato: "Un'altra possibile chiave di lettura con la quale incidere sulla crisi idrica è legata a doppio filo alle innumerevoli possibilità offerte dall'innovazione e dalla ricerca applicata all'agricoltura, con particolare riferimento all'utilizzo delle Tecniche di Evoluzione Assistita, Tea, già oggetto di diverse proposte normative all'esame del Parlamento, grazie alle quali si potrebbero coltivare specie vegetali meno idroesigenti che permettano al contempo di mantenere adeguare livelli produttivi".