Oggi infatti sono 300 i chilometri percorsi in media da un mezzo pesante sul territorio. Mezzi che portano in ingresso alle aziende mezzi tecnici, bottiglie vuote, etichette, tappi e tutto quanto necessario per la produzione e commercializzazione del vino. Mentre in uscita i tir partono dalle aziende, spesso situate in luoghi difficili da raggiungere, incastonate in paesaggi mozzafiato, per ritirare il vino imbottigliato.
Il Consorzio del Barolo e del Barbaresco, la Coldiretti Cuneo, l'Unione di comuni Colline di Langa e del Barolo e l'Associazione per il patrimonio dei paesaggi vitivinicoli di Langhe Roero Monferrato hanno deciso che questo sistema non era più sostenibile e così hanno lanciato il progetto Ecolog, che coinvolge 28 aziende vitivinicole per sviluppare un sistema di logistica 4.0.
La logistica 4.0 applicata al settore vino
Per eliminare i mezzi pesanti dalle colline delle Langhe si è così deciso di utilizzare una flotta di furgoni leggeri, a basso impatto ambientale, che ritireranno il vino dalle cantine e lo porteranno in magazzini fuori dal territorio Unesco per poi essere caricati sui camion e spediti. La rivoluzione sta nel fatto che tutto il processo di prenotazione dei ritiri sarà digitale (gestito dalla ditta Tesisquare) e che in questo modo si potranno ottimizzare i percorsi e i carichi, evitando che i mezzi facciano strada inutilmente o a mezzo carico.Si stima infatti che saranno 260 i chilometri percorsi in media da un mezzo Ecolog sul territorio (invece di 300). Inoltre non saranno più necessari i trenta mezzi che in media circolano ogni giorno per le strade, ma ne basteranno venti, visto che viaggeranno sempre a pieno carico e su percorsi ottimizzati. Sempre secondo i promotori di questa iniziativa in totale i chilometri percorsi sul territorio da tutti i camion passeranno in media da 9mila chilometri al giorno a 5.200 e la CO2 si ridurrà di almeno il 40-50%.
Il fatto di avere un magazzino condiviso offrirà anche nuove opportunità di business. Le aziende vitivinicole hanno infatti accesso ad un portale ecommerce che si occuperà di gestire gli ordini, soprattutto provenienti dall'estero. Ad oggi infatti la normativa sulle accise è così complessa da rendere antieconomico per le piccole aziende la gestione di ordini esteri. Mentre il fatto di avere una struttura di grandi dimensioni, benché condivisa, aprirà alle piccole cantine nuovi mercati.