La mano incendiaria anche quest'anno ha devastato la Sardegna mettendo in pericolo vite, lavoro, ambiente. A pagare a caro prezzo la piaga degli incendi sono le aziende agricole, esposte in prima linea a questa calamità. Anche gli ultimi incendi dello scorso fine settimana che hanno interessato il Nord Sardegna, ed in particolare il territorio di Loiri Porto San Paolo, hanno causato ingenti danni alle aziende agricole con la perdita di pascoli, scorte foraggere, recinzioni e danni ai boschi.

Molti gli agricoltori e gli allevatori colpiti, con la macchina della solidarietà del mondo agricolo sempre pronta per cercare di alleviare le perdite dei colleghi. "Ma è chiaro che non basta perché il fuoco provoca tante perdite" afferma il presidente di Coldiretti Nord Sardegna Battista Cualbu che nei giorni scorsi ha firmato come presidente regionale dell'Organizzazione agricola la lettera inviata al presidente della Regione Christian Solinas e agli assessori all'Ambiente e Agricoltura per chiedere il riconoscimento dello stato di calamità naturale per evento eccezionale catastrofico.

Anche quest'anno i numerosi incendi - il 60% dei quali, secondo una stima Coldiretti, sono di origine dolosa - hanno colpito duramente in tutto il territorio regionale numerose aziende agricole distruggendo ettari di sugherete, olivi, pascoli, scorte di foraggio, strutture (capannoni, case coloniche, recinzioni, impianti di irrigazione) e causato la morte di numerosi capi di bestiame: ovini, bovini ed equini.
 

Coldiretti chiede l'attivazione delle misure di emergenza del Psr

"Alla Regione - ricorda Battista Cualbu - abbiamo chiesto l'attivazione degli aiuti previsti dal Psr con la sottomisura 8.3: ('Sostegno alla prevenzione dei danni arrecati alle foreste da incendi, calamità naturali ed eventi catastrofici') e dalla misura 5.2.1 ('Sostegno investimenti in azioni di ripristino'), per garantire in tempi brevissimi il ripristino dei danni e la ripresa ordinaria dell'attività agricola".
 

Boschi e pascoli danneggiati

Gli incendi ogni anno trasformano in cenere anche centinaia di ettari di bosco, mettendo a rischio uno dei
polmoni forestali più importanti d'Italia, quello sardo, che rappresenta l'11% dell'intero patrimonio nazionale. Oltre il 50% della superficie sarda è occupata infatti dal bosco: la media nazionale è di poco sotto il 35%. Senza contare che, in larghe zone del territorio sardo, molte aree classificate a bosco hanno anche la funzione di territorio di pascolo per gli ovini.

Per ricostituire i boschi ridotti in cenere ci vorranno fino a 15 anni, è la stima di Coldiretti. "Un costo drammatico - conclude il direttore di Coldiretti Nord Sardegna Ermanno Mazzetti -. Come abbiamo chiesto a livello nazionale occorre investire in prevenzione, sorveglianza e soprattutto in educazione ambientale sul valore inestimabile di un patrimonio determinante per la biodiversità e per la stabilità idrogeologica del territorio. Ed un ruolo di primo piano può e deve essere svolto dalle aziende agricole, vere sentinelle e conoscitrici dei territori".