Una nuova realtà sta nascendo sull'Appennino tosco-emiliano, che vuol rafforzare e valorizzare l'identità di chi vive e lavora sul crinale a cavallo di due regioni: la Comunità del cibo di crinale.

Un'idea che sta diventando realtà e che è partita dagli assessorati regionali all'Agricoltura della Toscana e dell'Emilia Romagna insieme al comune di Pontremoli e all'associazione Amici dell'alberghiero.

L'obiettivo generale è quello di sostenere le produzioni agroalimentari tipiche, tutelare l'ambiente e la biodiversità e anche, più in generale "risvegliare l'orgoglio di chi vive in aree fragili" come ha dichiarato l'assessore all'Agricoltura della Toscana Marco Remaschi.

L'idea è quella di "coinvolgere persone che ostinatamente continuano a vivere, fare agricoltura, produrre e proporre cibo in aree montane, persone innamorate di questi luoghi e che sentono perciò l'urgenza di proteggerli come culla di tradizioni, pensieri e paesaggi per assicurarne il passaggio alle nuove generazioni" come riporta il comunicato stampa della Regione Toscana.

Una realtà che coinvolgerà tutti gli enti presenti sul territorio, oltre alle regioni quindi, le province di Massa Carrara e di Parma, i comuni della zona e il Parco nazionale dell'Appennino tosco emiliano.

E tutti i rappresentanti di questi enti erano presenti a metà dicembre a Pontremoli alla giornata inaugurale, insieme a ricercatori, accademici, agricoltori, cittadini e studenti.

Per Nicola Dall'Olio, dell'assessorato all'Agricoltura dell'Emilia Romagna, la Comunità del cibo di crinale "vanta la grande risorsa fornita dalla cooperazione fra due regioni, unite dall'obiettivo comune di far sentire il crinale non come luogo di divisione ma come occasione di incontro e contaminazione, fonte di crescita e di miglioramento".

Un luogo di incontro che, ha detto il sindaco di Pontremoli Lucia Baracchini, ha prodotto un immenso patrimonio materiale e immateriale che da generazioni disegna questo territorio e che sarà al centro del progetto.

Ora sarà tutto lavoro da fare per tutelare e rilanciare luoghi che da zone marginali possono diventare fonte di nuove idee e di nuove economie e modi di vivere e che vuol vedere il cibo e chi lo coltiva al centro di questo progetto.