"L'agricoltura può svolgere un ruolo fondamentale nel raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile fissati dall'Agenda 2030. La sostenibilità ambientale deve però essere coniugata sempre alla sostenibilità economica dei processi produttivi, senza la quale le imprese agricole non sarebbero messe nelle condizioni di operare al meglio".

E' questo il pensiero della ministra delle Politiche agricole Teresa Bellanova nella sua prima uscita in Europa, al Consiglio informale dei ministri dell'Agricoltura a Helsinki sotto la presidenza finlandese, dove l'attenzione era tutta rivolta al vertice sul clima alle Nazioni Unite al Palazzo di Vetro a New York ma non ci si è dimenticati di parlare anche di "semplificazioni" a livello europeo, di accordi commerciali internazionali e di etichette (un tema su cui è stata ribadita l'importanza della trasparenza, sull'indicazione dell'origine di tutti i prodotti agricoli).

Ed è in chiave sostenibilità che, in un certo verso, è stata analizzata anche la proposta di riforma della Politica agricola comune post 2020; ne è venuta fuori - ha spiegato Bellanova - "l'esigenza di prevedere la necessaria sussidiarietà e flessibilità, dal momento che l'agricoltura europea è molto diversa da regione a regione". Inoltre, alla base delle osservazioni europee, c'è sempre - ha osservato la ministra - "l'obiettivo della semplificazione, evitando le complesse sovrapposizioni di azioni e misure con i tre livelli di impegno previsti dalla proposta di riforma: condizionalità rafforzata, eco-schema, misure agro-ambientali del Secondo pilastro".

"Affrontare insieme la crisi climatica in atto è fondamentale - ha affermato ancora Bellanova - e l'Italia vuole essere in prima fila con un modello di agricoltura sostenibile a livello economico, sociale e ambientale. I nostri suoli vanno protetti e curati, perché possono essere una delle chiavi fondamentali per invertire la rotta".

Ed è qui che la ministra sembra lasciare intuire che qualcosa si stia muovendo sul versante dell'accordo Ceta e verso le nuove economie che avanzano e chiedono spazio nei mercati storici europei: "Non bisogna dimenticare che il contenimento delle emissioni di gas serra in agricoltura è un tema globale, non solo europeo. Per questo le politiche commerciali dell'Unione dovranno necessariamente considerare questi aspetti negli accordi commerciali con i paesi terzi e l'Unione europea dovrà pretendere, nel rispetto del principio di reciprocità, garanzie equivalenti per i prodotti importati, in termini di sostenibilità ambientale, qualitativa e di sicurezza alimentare".