In realtà proprio queste norme saranno probabilmente oggetto il 28 gennaio prossimo di un confronto informale tra il ministro Centinaio ed il commissario europeo alla Salute, Vytenis Andriukaitis a margine del Consiglio agricolo e della pesca che si tiene a Bruxelles sotto la presidenza di turno rumena.
Intanto, non si sblocca la concessione in deroga dei benefici del Fondo di solidarietà nazionale per i danni da 160 milioni di euro alla produzione agricola degli olivicoltori pugliesi, colpiti dalle gelate di fine febbraio e primi di marzo 2018, nonostante la presentazione di ben quattro emendamenti al Decreto semplificazione, ancora fermo al Senato della Repubblica. E i Gilet arancioni minacciano di portare i trattori a Roma, dopo aver manifestato a Bari. Infine, Coldiretti Puglia lamenta: mentre si programmano interventi per circa 100 milioni in Puglia per la Xylella, nessuno pensa alla crisi in cui versano molti frantoi in provincia di Lecce ed in tutto il Salento. Eppure rischiano di chiudere per sempre, con conseguenze molto gravi sull’economia olivicola della regione.
Il decreto Centinaio sulle misure contro la Xylella
Il 23 gennaio la Commissione politiche agricole della Conferenza delle Regioni avrebbe dovuto ritirare il decreto ministeriale sul rafforzamento delle misure fitosanitarie in Puglia, quelle necessarie per chiudere definitivamente il contenzioso con Bruxelles, e predisporre l’intesa da sancire per consentire la pubblicazione dell’atto. Ma Leonardo di Gioia, ritornato in carica come assessore alla Politiche agricole della Regione Puglia, non ritira ufficialmente l’atto. Sul perché di questo mancato ritiro esistono due spiegazioni, per altro compatibili tra loro.Nella serata di ieri, 24 gennaio, il commissario europeo alla Salute Vytenis Andriukaitis in un tweet ha scritto: "Mi è stato detto da Confagricoltura che migliaia di agricoltori chiedono di prendere seri provvedimenti contro la Xylella. Bene. Ne abbiamo bisogno. Lieto di discuterne con il ministro Centinaio lunedì prossimo al Consiglio agricolo". Ma il Consiglio agricolo del 28 gennaio prossimo non prevede all’ordine del giorno la questione della Xylella fastidiosa. E’ pertanto ipotizzabile, vista l’uscita pubblica del commissario Andriukaitis, che il nostro ministro alle Politiche agricole avrà un colloquio informale con il commissario alla Salute europeo proprio sulla bozza di decreto, magari per incassare un primo sì all'atto, che aprirebbe la strada alla chiusura della procedura d'infrazione intentata Commissione Ue contro l'Italia, Stato membro accusato di non riuscire ad adottare misure sufficienti a fermare il batterio da quarantena.
C’è poi la versione data dalla Regione Puglia su quando non accaduto in Commissione politiche agricole. "ll decreto sulla Xylella non è stato ritirato in sede di Conferenza Stato-Regioni ma si è semplicemente convenuto con gli assessori di tutte le regioni e naturalmente su richiesta della Regione Puglia, che prima dell'approvazione definitiva fosse necessario un passaggio di analisi, studio e verifica condiviso con gli olivicoltori pugliesi, direttamente interessati dal decreto in oggetto per via delle misure fitosanitarie e degli adempimenti che gli stessi dovranno attuare" ha detto l'assessore alle Risorse agroalimentari della Regione Puglia di Gioia, a margine della riunione del 23 gennaio della Commissione Politiche agricole.
"Nella prossima settimana è prevista da subito una riunione all'esito della quale formuleremo il parere definitivo al ministro Centinaio - aggiunge di Gioia - E' un testo che riteniamo già nell'elaborazione attuale molto utile e nel quale sono inserite norme e prescrizioni che di certo agevoleranno la lotta al vettore e contribuiranno a ricostruire le condizioni per la rinascita del settore agricolo colpito dalla fitopatia".
Secondo quanto apprende AgroNotizie, la bozza di decreto conterrebbe una serie di misure di contenimento della Xyella più severe di quelle attualmente in vigore, oltre ad ulteriori prescrizioni di natura fitosanitaria destinate sia alla zona cuscinetto che all’aliquota di zona infetta non più soggetta alle misure di contenimento. Inoltre, il decreto conterrebbe anche una descrizione sommaria degli interventi da integrare con altre norme e strumenti finanziari e finalizzate alla rigenerazione dell’agricoltura nell’area del Salento.
Gelate, Gilet arancioni sul piede di guerra
Al Senato della Repubblica, nel fascicolo del Decreto Semplificazione, giacciono ben quattro emendamenti che, seppur in forme diverse, prevedono per le imprese agricole che hanno subito danni dalle gelate eccezionali verificatesi nei territori della Regione Puglia dal 26 febbraio al 1° marzo 2018 e che non hanno sottoscritto polizze assicurative agevolate a copertura dei rischi, la possibilità di accedere, in deroga all'articolo 1, comma 3 lettera b), del decreto legislativo 29 marzo 2004 n. 102, agli interventi previsti per favorire la ripresa dell'attività economica e produttiva indicati all'articolo 5: gli indennizzi per i danni a colture dal Fondo di solidarietà nazionale.Non solo: viene sanata con un’altra norma la questione del presunto ritardo nella documentazione dei danni e richiesta di declaratoria parte di Regione Puglia, dando alla giunta di Bari altri 60 giorni dopo l’approvazione del Decreto semplificazione per emanare la richiesta di declaratoria di stato di calamità.
Ma gli interventi in deroga non sono previsti solo per la Puglia, che da sola vale circa 160 milioni di euro. Bensì anche per le imprese agricole con danni a colture per gli eventi meteorologici e alluvionali che hanno interessato l'intero territorio della Regione Calabria nei mesi di novembre e dicembre 2018, e quelle che hanno subito danni dalle gelate verificatesi nei territori delle province di Matera e di Potenza nel periodo compreso tra i giorni 27-28 febbraio e 22-23 marzo 2018.
Da quanto apprende AgroNotizie il ministero per lo Sviluppo economico starebbe ponendo un problema di capienza del Fondo di solidarietà e di copertura finanziaria. Ma non solo. Dal dicastero dell’Economia si avanzerebbe anche il dubbio che la norma sia incompatibile con le materie contemplate nel Decreto semplificazione, che, per altro, non porta la firma del ministro alle Politiche agricole.
Non a caso ieri il portavoce dei Gilet arancioni Onofrio Spagnoletti Zeuli, sulle difficoltà riscontrate al Senato nel far passare l'emendamento per le gelate nel Dl Semplificazione minaccia di marciare su Roma: "Sappiamo che ci sono delle forti resistenze, nonostante le pressioni positive del Mipaaft, sull'approvazione della declaratoria dello stato di calamità naturale per le gelate del 2018 che hanno distrutto l'economia agricola e olivicola pugliese, siamo pronti ad invadere la Capitale e a marciare con i trattori e non ce ne andremo fino a quando non otterremo quanto ci spetta: non siamo agricoltori e uomini di serie B".
"L'olivicoltura vale in termini lavorativi due volte la Fiat e tre volte l'Ilva e non vedo perché debba essere considerata secondaria - ha continuato Spagnoletti Zeuli -. Non possiamo più aspettare i capricci di qualcuno, non siamo disposti a concedere sconti a nessuno".
"La declaratoria deve passare e devono essere stanziati subito i fondi reali per ristorare le aziende e le migliaia di persone che in questa campagna olivicola hanno perso tutto: la situazione è drammatica, la politica ed i tecnici siano responsabili" ha concluso Spagnoletti Zeuli.
Senza aiuti si rischia la chiusura dei frantoi
I frantoi restano, a distanza di 5 anni da quando la Xylella ha iniziato a dilagare nel Salento, i grandi esclusi da ogni provvidenza o prebenda pubblica, denuncia invece Coldiretti Puglia. Secondo l’organizzazione agricola “Ben 251 strutture di trasformazione, frantoi cooperativi, aziendali e industriali nella sola provincia di Lecce sono al collasso, alcuni dei quali già parzialmente inattivi”."Sono tagliati fuori dalla dichiarazione di stato di calamità naturale, perché non sono aziende agricole e non rientrano in alcuna ipotesi di intervento, nonostante siano al collasso", dice Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
"A partire dalla moratoria sui mutui, per garantire la sopravvivenza dei frantoi, sono necessarie misure ad hoc che prevedano integrazioni al reddito per cinque anni per le aziende di trasformazione che dimostrino di restare attive e produttive e interventi economici – insiste il presidente Muraglia - a supporto della rottamazione degli impianti, per le aziende che vogliono dismettere o riconvertire l'attività, oltre all'opportuno esonero dell'Imu per cinque anni, perché è impensabile gravare su aziende che di fatto non riescono neppure ad affrontare la quotidianità".
Sono 491 i frantoi operanti nel Salento, di cui 251 in provincia di Lecce, 143 a Brindisi e 97 a Taranto. “Aver ipotizzato la sola decontribuzione dei costi del personale è insufficiente, considerato che molte strutture il personale non sono più in condizione neppure di assumerlo - dice presidente di Coldiretti Lecce, Gianni Cantele, che avverte - A livello regionale servono tempi certi e indifferibili per la pubblicazione del bando di accesso alle risorse messe a disposizione dalla sottomisura 4.2 del Psr Puglia che darebbero respiro alle aziende di trasformazione, per la conclusione dell'istruttoria delle 426 domande di sostegno finanziabili con il bando della 5.2, presentate dalle aziende agricole più piccole, e della preistruttoria della 4.1C per i miglioramenti fondiari".