L'appello ai cacciatori per ridurre il numero di cinghiali a livelli di maggiore sicurezza non riscuote unanimi consensi.

Continua l'avanzata della Xylella in Puglia, che ha raggiunto Monopoli. E' invece la cimice asiatica a preoccupare gli agricoltori del Nord.

E' deciso. Le importazioni nella Ue di riso da alcuni paesi dell'Est asiatico dovranno sottostare a un dazio, destinato però a scendere progressivamente.

Si discute di agricoltura biologica e delle norme destinate a sostenerla. Non tutti sono d'accordo.

In Calabria sono pesanti le conseguenze della crisi di mercato degli agrumi. Dito puntato sulle importazioni.

L'agricoltura eccelle nel campo delle innovazioni. Ma risente della arretratezza delle infrastrutture digitali.

Questi sono solo alcuni degli argomenti incontrati sui quotidiani in edicola in questi ultimi giorni. Vediamoli più in dettaglio di seguito.
 

Il rischio cinghiale

Alcuni gravi incidenti accaduti nei giorni scorsi hanno avuto come responsabili i cinghiali.
Si è così riproposto il tema del loro eccessivo numero e della pericolosità che ne consegue.

Un tema, questo dell'elevato numero di selvatici, da tempo sollevato dagli agricoltori per le conseguenze che ne derivano alle coltivazioni e agli allevamenti.
Ai danni alle colture si associa il rischio di diffusione della peste suina africana, della quale i cinghiali possono essere portatori, come più volte ricordato da AgroNotizie.
 

Cacciatori, c'è chi dice no

Ora si vuole correre ai ripari, ma bisogna fare i conti con le sensibilità di quanti hanno a cuore gli animali e le aspettative dei cacciatori, non sempre inclini a imbracciare le doppiette a "comando".

Se ne discute il 14 gennaio sul “Giornale di Lecco” che ospita le critiche espresse dal Wwf per gli errori nella gestione faunistico venatoria, che sarebbe condizionata dagli interessi delle lobby dei cacciatori..

Situazione difficile in Veneto e il “Mattino di Padova” dello stesso giorno prende in esame la situazione nell'area dei colli Euganei, confermando che nel 2018 sono stati abbattuti circa mille esemplari, un numero comunque insufficiente a riequilibrare la situazione.

Ci spostiamo in Emilia Romagna con “Il Resto del Carlino” del 15 gennaio, che punta il dito sui cacciatori, restii a mettere a disposizione le loro doppiette.

In Lombardia è scesa in campo la regione per predisporre un piano di contenimento dei cinghiali, i cui dettagli sono riportati sul quotidiano cremonese “La Provincia”.

Non va meglio in Toscana, come scrive “La Nazione” del 16 gennaio e spostandoci più a Sud con il “Quotidiano del Molise”, si apprende che per ridurre il numero dei cinghiali si è deciso di prorogare la caccia sino al 30 gennaio.
 

Intanto la Xylella avanza

Nel fronteggiare l'emergenza cinghiali si è forse partiti in ritardo, come accaduto per la Xylella, che ora continua la sua marcia di invasione degli uliveti, come denuncia “Venerdì”, il settimanale diffuso insieme a Repubblica dell'11 gennaio.

Dell'avanzata della Xylella si parla il 14 gennaio sulla “Gazzetta del Mezzogiorno”, dalla quale si ha conferma della presenza del patogeno a Monopoli, dove le piante colpite sono state "sequestrate" per limitare un'ulteriore diffusione della malattia.

Nel frattempo sembra accelerare l'accordo fra Governo e regione sui fondi da destinare agli olivicoltori e sul decreto che dovrebbe definire le misure da adottare per fronteggiare la Xylella. I dettagli si possono leggere il 17 gennaio sul "Quotidiano di Puglia".


Pericolo cimice

Fra le preoccupazioni degli olivicoltori pugliesi non c'è solo la Xylella ma anche la mosca dell'olio, come riferisce l'11 gennaio la “Gazzetta di Bari”.

In Friuli Venezia Giulia, scrive “Il Gazzettino” del 14 gennaio, il nemico da affrontare è ancora la cimice asiatica.

Un problema, questo della cimice, che coinvolge anche gli agricoltori dell'Emilia Romagna e da “Il Resto del Carlino” del 12 gennaio si apprende che la regione ha stanziato 2,7 milioni di euro per un piano di lotta contro questo insetto.


C'è il dazio per il riso

Fra le notizie accolte con maggior favore da parte degli agricoltori rientra quella riportata da “QN”, che già l'11 gennaio anticipa l'imminente ripristino dei dazi sulle importazioni europee di riso dall'Est asiatico.

Sullo stesso argomento torna il 16 gennaio “Italia Oggi”, sia per confermare l'applicazione dei dazi, sia per illustrarne i dettagli.
Si apprende così che è prevista una tariffa scalare per i prossimi tre anni. Dagli iniziali 175 per tonnellata si scenderà nel 2021 a 125 euro per tonnellata.

Soddisfazione da parte del mondo agricolo è quella che mette in evidenza "La Provincia Pavese" del 17 gennaio e nello stesso giorno "La Stampa" registra la reazione dei mercati, con un sensibile aumento dei prezzi conseguente alla reintroduzione dei dazi per il riso proveniente da Cambogia e Myanmar.


Contrasti sul biologico

Hanno suscitato un acceso dibattito le norme in discussione per l'agricoltura biologica.
Se ne inizia a parlare l'11 gennaio sul “Corriere della Sera”, riportando le valutazioni positive di quanti sono a favore di questa formula produttiva, e quanti invece sono di parere opposto, fra i quali numerosi scienziati.

I temi di questa contrapposizione tornano poi di attualità il 14 gennaio sulle pagine di “QN”.


Crisi nera per gli agrumi

Sui mercati si fa più pesante la crisi dell'agrumicoltura.
Dalla “Gazzetta del Sud” del 12 gennaio è denunciata la difficile situazione dei produttori calabresi di clementine.

Il raccolto è lasciato sui rami per gli eccessivi costi e per i bassi prezzi, situazione che si registra nella piana di Rosarno e di Gioia Tauro. Una crisi profonda, confermata dal “Giornale di Calabria”, che lancia un appello alle istituzioni regionali per sollecitare iniziative a sostegno dei produttori.

A innescare la crisi degli agrumi non è il calo dei consumi di frutta, che al contrario sono in aumento, stando ai numeri riportati da “Avvenire” del 13 gennaio.
In crescita, scrive “Libero” del 13 gennaio ci sono i consumi di agrumi e verdure, ma soprattutto è boom per noci, mandorle, e nocciole.

Grazie alla tenuta dei consumi, scrive “La Stampa” del 13 gennaio, anche per il 2019 è previsto un incremento della produzione agroalimentare, che tuttavia resterà inferiore rispetto a quella degli anni precedenti.

In particolare si teme un rallentamento delle esportazioni, che si fermeranno sotto i 50 miliardi di euro.
Una frenata, questa dell'export agroalimentare, che secondo “Il Messaggero” è legata fra l'altro alla carenza di infrastrutture.
 

Più digitale per i campi

Fra le carenze infrastrutturali si possono annoverare i ritardi nella digitalizzazione e nella diffusione delle reti di connessione ad alta velocità.
A questo proposito una breve nota riportata dall'agenzia di stampa “Ansa” del 12 gennaio, afferma che solo il 4,4% degli italiani possiede una connessione web da 100 Mbps, mentre nell'Unione europea questo dato sale al 24%.

La difficoltà di accesso alla rete da parte degli imprenditori agricoli è denunciata il 16 gennaio sulle pagine di “Italia Oggi”. Gli agricoltori, continua il quotidiano, devono poi fare i conti con un'inefficiente logistica e con un costo elevato dell'energia.

Eppure, scrive “Libero” nello stesso giorno, è proprio nelle attività agricole che si incontra un'imponente evoluzione tecnologica sull'onda delle più recenti innovazioni informatiche e robotiche. Principali protagonisti ne sono i giovani, come evidenzia uno studio condotto da Image Line, editore di AgroNotizie.

L'importanza delle infrastrutture digitali è infine messa in evidenza dal quotidiano cremonese "La Provincia", del 17 gennaio.
Partendo dai dati emersi dallo studio dell'Osservatorio Smart AgriFood sul futuro del mondo lattiero caseario, si mettono in evidenza le opportunità che questa filiera può cogliere dalla digitalizzazione.

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