"Perché l'agricoltura e il cibo made in Italy hanno bisogno di ricerca e innovazione". Per spiegare questo tema "Cibo per la mente", un appello e un progetto della filiera agroalimentare italiana per sensibilizzare l'opinione pubblica e le istituzioni sulla necessità di investimenti in innovazione e ricerca, ha scelto la dieta mediterranea.

Il workshop sulle biotecnologie agroalimentari si è tenuto presso Fico a Bologna, in concomitanza con la sesta edizione dell'European Biotech week, la rassegna coordinata a livello nazionale da Assobiotec. 


Le biotecnologie

Le biotecnologie sono una risorsa fondamentale fra gli strumenti utili per aumentare le rese in maniera sostenibile, contrastare l'aggressività delle malattie delle piante e produrre alimenti più nutrienti. Un esempio?
"Attraverso il genome editing è possibile ricreare nel riso Arborio la resistenza al brusone, un fungo che causa perdite del 10-30% con devastanti epidemie regionali – ha spiegato Piero Morandini - Questo risultato è raggiungibile in uno o due cicli vitali, che salgono tranquillamente a 7-8 con gli incroci tradizionali".


La qualità del made in Italy

L'Italia è il primo paese dell'Unione europea per valore aggiunto in agricoltura (31,5 miliardi di euro nel 2017). Far progredire il made in Italy, che l'anno scorso ha segnato un -4,4% del Pil nel settore primario, è un obiettivo che rientra in una sfida mondiale. La competizione è inevitabile e persa in partenza se l'Unione non adotterà politiche ambiziose capaci di sbloccare il potenziale dell'agro-industriale, un settore che occupa 30 milioni di persone (13,4% dell'occupazione totale) e rappresenta il 3,5% del valore aggiunto totale nell'economia dei 28 paesi dell'Ue.

"La qualità del made in Italy è riconosciuta in tutto il mondo – ha detto Deborah Piovan della Federazione nazionale proteoleaginose Confagricoltura al termine dell'evento - Ma la tradizione ha bisogno dell'innovazione, anche in agricoltura. L'obiettivo del miglioramento varietaleè una priorità assoluta che va sostenuta con fondi alla ricerca e un approccio pragmatico e non ideologico alle nuove tecnologie. I cambiamenti climatici, le malattie, nuove  o vecchie, che affliggono le piante, l'evoluzione dei bisogni dei consumatori sono temi fondamentali che non possono essere più rinviati. Cibo per la mente vuole essere il luogo del confronto tra tutti gli attori: consumatori e ricercatori devono dialogare di piùanche sui temi dell'agroalimentare".

Ricerca e innovazione quindi sono parte integrante della filiera agroalimentare, mentre nell'immaginario prevale un'idea di agricoltura "bucolica" lontanissima dalla realtà.