L'Ecoschema 5, come originariamente definito nel Piano Strategico Pac, era dedicato alla semina di essenze di interesse apistico (nettarifere e pollinifere) al fine di sostenere le popolazioni di api e in generale dell'entomofauna utile. Nel 2023, tuttavia, le adesioni sono state al di sotto delle attese e questo ha portato Agea a liquidare premi sopra le aspettative, ben 659 euro ad ettaro rispetto ai 500 previsti (nei seminativi).

Leggi anche Ecoschema impollinatori, quali fiori seminare per accedere ai contributi

A causa dei premi alti erogati nel 2023, è probabile che molti agricoltori abbiano aderito a questo impegno con la domanda unica 2024, con il rischio tuttavia che il numero elevato di domande porti ad un abbassamento consistente dei premi.

 

A questo si deve aggiungere il fatto che, a livello europeo, è stato abrogato l'obbligo di destinare il 4% della superficie aziendale ad aree non produttive e che questo impegno, diventato volontario, è stato ricompreso dal Ministero dell'Agricoltura nell'Ecoschema 5, ora diviso in due livelli.

 

Visto l'interesse degli agricoltori per l'Ecoschema 5 e viste le numerose modifiche apportate (con la Circolare Agea primo luglio 2024 n. 0052656) è bene spiegare i meccanismi di funzionamento di questo impegno agroambientale.

Leggi anche Pac, domanda unica 2024: le novità per l'Ecoschema 5 e le sementi certificate

Ecoschema 5, ecco come funziona

Dopo la decisione di Bruxelles di abrogare l'obbligo di lasciare incolto il 4% delle superfici aziendali, il Ministero dell'Agricoltura ha provveduto ad inserire tale obbligo, diventato ora facoltativo, all'interno dell'Ecoschema 5, che è suddiviso così in due livelli:

  • Primo livello: l'agricoltore può decidere di lasciare improduttivo il 4% dei terreni aziendali destinati ai seminativi.
  • Secondo livello: l'agricoltore può decidere di destinare una superficie minima di 0,25 ettari alla semina di essenze di interesse apistico. Tali essenze devono rimanere in campo dal primo marzo al 30 settembre.

 

Per il primo livello sono stati stanziati circa 10 milioni di euro, mentre per il secondo livello la somma è di circa 43 milioni di euro.

 

Ecoschema 5, primo livello

Per il 2024 possono accedere all'Ecoschema 5, primo livello, solo le aziende agricole con almeno 10 ettari coltivati a seminativi. Nel 2025 questo vincolo invece decade e tutte le aziende, indipendentemente dall'estensione, potranno accedere all'Ecoschema 5 primo livello.

 

Il pagamento del premio avviene in riferimento ad un massimo del 4% della superficie, se invece l'agricoltore destina superfici maggiori, il premio non aumenta.

 

All'interno del 4% ricadono i terreni lasciati a riposo e le superfici improduttive. Mentre dal prossimo anno, il 2025, possono anche essere costituiti elementi caratteristici del paesaggio creati ex novo (come fossi, muretti a secco, siepi ed alberature, eccetera), che tuttavia non potranno essere rimossi negli anni successivi.

 

Ecoschema 5, secondo livello

Il secondo livello dell'Ecoschema 5 prevede di seminare essenze di interesse apistico (nettarifere e pollinifere) per sostenere le popolazioni di insetti utili e promuovere la biodiversità in campo.

 

Con l'ultima Circolare, il Ministero dell'Agricoltura ha specificato che, a differenza del 2023, non basta un inerbimento spontaneo del terreno, ma occorre seminare dei miscugli di sementi certificate contenenti almeno due tra le oltre cento specie elencate nell'Allegato IX del Decreto Ministeriale 23 dicembre 2022.

 

Ad essere sottoposte al premio possono essere sia le superfici coltivate a seminativi che quelle dove insistono impianti arborei. Nel caso dei seminativi è necessario mettere sotto impegno una superficie minima di 0,25 ettari contigui. L'appezzamento deve avere una lunghezza minima di 20 metri e, se adiacente ad un terreno non condotto in biologico e dove vengono usati agrofarmaci, deve prevedere una fascia di rispetto di minimo 3 metri (il pagamento dell'Ecoschema 5 viene riconosciuto fino ad un massimo di 5 metri).

 

Nel caso delle arboree, invece, la superficie oggetto di impegno deve avere un'estensione minima di 0,25 ettari contigui. Nel caso di impianti a filare (come i vigneti) la copertura deve essere presente nell'interfila, mentre nel caso di impianti con alberi sparsi (come gli oliveti tradizionali) la copertura deve occupare l'area al di fuori della proiezione verticale della chioma. Il mantenimento della copertura vegetale deve essere assicurato sul 70% della superficie oggetto di impegno.

 

Per le aziende i cui campi sono presenti in aree Natura 2000 o in Zone Vulnerabili ai Nitrati (Zvn), è previsto un aumento del 20% del premio rispetto alla situazione standard.

 

L'agricoltore è poi soggetto ad alcuni vincoli:

  • La superficie destinata agli impollinatori deve essere a perdere, quindi non può essere né raccolta né pascolata, ma può essere sovesciata.
  • Il periodo di impiego va dalla germinazione alla completa sfioritura, un lasso di tempo che si deve collocare tra il primo marzo e il 30 settembre.
  • Non è possibile utilizzare prodotti erbicidi per il controllo della flora spontanea sulla superficie oggetto dell'impegno.
  • È fatto divieto di utilizzare altri prodotti fitosanitari durante il periodo di fioritura, sia della coltura arborea, sia della copertura di interesse apistico. Nel resto dell'anno si applica la difesa integrata.
  • Per la semina devono essere usate sementi certificate.

 

Il Masaf ha fornito inoltre dei suggerimenti (non obbligatori). In primis, sarebbe meglio utilizzare miscugli con tre o più essenze, studiati in modo da fiorire in maniera scalare e offrire quindi agli insetti pronubi nettare e polline per un periodo prolungato di tempo. Inoltre, nel caso si voglia aderire per più anni all'Ecoschema 5 è possibile utilizzare anche specie pluriennali, da accompagnare però sempre con essenze annuali che fioriscono in tempi più rapidi.

 

Il nodo delle cumulabilità tra Ecoschema 5 e altri impegni

Ogni agricoltore cerca sempre di massimizzare, per quanto possibile, l'accesso ai premi previsti dal Primo e Secondo pilastro.

Esistono però alcune incompatibilità:

Poche domande, premi alti (nel 2023)

Per quanto riguarda gli impianti arborei, nel 2023 sono stati stanziati 5,6 milioni di euro, con un premio previsto di 250 euro ad ettaro. Effettivamente le domande sono state in linea con le previsioni, tanto che il premio erogato è stato di 247 euro. Situazione diversa sui seminativi, dove invece il budget era di 37,7 milioni di euro. In questo caso il pagamento previsto sarebbe stato di 500 euro/ettaro, ma a causa della scarsa adesione sono stati liquidati 659 euro ad ettaro (l'importo massimo ammissibile) e sono avanzate anche delle risorse.

 

I premi elevati assicurati nel 2023 hanno spinto molto probabilmente tanti agricoltori ad accedere all'Ecoschema 5 nel 2024. Il rischio tuttavia è che, essendo le risorse invariate e il numero degli aderenti in aumento, il premio liquidabile sia sotto le aspettative e vicino all'importo minimo assicurato, pari a 125 euro per le arboree e 250 per i seminativi.