I produttori di pere, in particolare di Abate Fétel, stanno affrontando una crisi senza precedenti a causa di molteplici avversità che portano alla moria delle radici e a una scarsa produzione per ettaro. Problematiche queste che stanno causando un progressivo abbandono della coltura in Emilia Romagna.
Per ottenere impianti più resilienti e remunerativi Geoplant Vivai di Ravenna, azienda che si occupa di miglioramento genetico e di selezione varietale, sta proponendo ai produttori la combinazione Abate Fétel innestato su Conference autoradicato come alternativa al classico cotogno.
"I vantaggi sono sicuramente una buona affinità fra i due bionti, un'entrata in produzione leggermente più lenta di un cotogno ma sicuramente più rapida di uno dei vecchi franchi da seme che si usavano tantissimi anni fa. La caratteristica principale è la produttività costante degli impianti rispetto alla media dei cotogni utilizzati negli ultimi 20 anni con un frutto di pezzatura, di bella forma e non soggetti a moria" spiega Gianluca Pasi, tecnico agronomo di Geoplant Vivai.
L'Azienda fa quindi una panoramica sulle peculiarità osservate in questi impianti e le previsioni di raccolta per la campagna in corso. Uno sguardo anche sui futuri passi per rendere ancora più performante questa tipologia di piante.
Produttività e calibri
Gianluca Pasi prevede che la campagna produttiva 2024, rispetto a quella del 2023, sarà caratterizzata da un'ottima produzione per ettaro: "Quest'anno c'è una produzione ottimale. Non solo dal punto di vista dei quintali ma anche dal punto di vista qualitativo. Secondo me quest'anno un po' per il clima che c'è stato abbiamo forse il rapporto migliore fra qualità e quantità. Gli impianti osservati avevano mediamente oltre i 500 quintali per ettaro".
L'anno scorso, infatti, gli impianti avevano subito una forte gelata tardiva a inizio aprile con danni intorno al 30-40% e una resa finale di circa 300 quintali per ettaro.
In genere comunque questo tipo di portainnesto ha rese medie soddisfacenti per i produttori: "Sono impianti, quelli in essere, che sono già adulti perché osserviamo quelli che hanno 8-10 anni, quindi già in produzione. Le medie degli ultimi dieci anni sono superiori ai 450 quintali ad ettaro, quindi, sono numeri molto importanti, sicuramente superiori agli impianti su cotogno BA/29 dell'ultimo decennio".
L'innesto Abate Fétel su Conference autoradicato produce pere allungate e di ottima pezzatura
(Fonte: Geoplant Vivai)
Il periodo di raccolta è lo stesso del tradizionale innesto su cotogno, quindi a inizio settembre. Quest'anno però lo stacco è leggermente anticipato di 8-9 giorni a causa delle prolungate e alte temperature estive.
Infine, per la pezzatura Pasi dice: "Questo è un portainnesto che mediamente fa un 60-65 oltre di calibro. Quest'anno forse la percentuale è superiore".
Osservazioni sulle fitopatologie
Come scritto all'inizio gli impianti di Abate su Conference autoradicato non sono soggetti alla moria dell'apparato radicale, come invece succede con il cotogno.
Inoltre, Geoplant Vivai ha osservato in questi impianti un'incidenza molto bassa di attacchi di maculatura bruna (Stemphylium vesicarium), una delle problematiche principali dell'Abate negli ultimi 5-6 anni.
Al momento però non si conoscono le cause di questa tolleranza al patogeno e se sono di natura endogena, quindi legate al portinnesto, o di natura esogena quindi legate al microclima dell'area di coltivazione.
Novità in arrivo
Essendo una selezione clonale di pero franco con questo portainnesto i produttori devono prestare particolare attenzione nel primo anno di post-trapianto. In questa fase, infatti, l'albero è molto più delicato rispetto ad un classico cotogno perché ha una struttura radicale poco sviluppata.
Per gestire correttamente il post trapianto, quindi, è importante seguire i consigli forniti dal vivaista al momento della consegna delle piante.
Per diminuire questa sensibilità però Geoplant Vivai sta sviluppando un sistema alternativo per fornire ai pericoltori piante sempre più performanti: "Per mitigare i problemi che ci sono nel primo anno dopo il trapianto stiamo lavorando per offrire un prodotto alternativo, cioè fare piante in vaso anziché a radice nuda".
Le prove svolte dall'Azienda infatti hanno mostrato che Abate su Conference in vaso ha una morfologia radicale completamente differente, e che presenta meno problemi durante l'ambientamento in pieno campo.
"Già a partire dal 2025 faremo i primi impianti con questa tipologia di pianta" conclude Pasi.
© AgroNotizie - riproduzione riservata