La crisi del settore apistico italiano non si ferma solo al miele: anche altri comparti sono in sofferenza.

 

Dopo la nota congiunta delle associazioni apistiche nazionali di luglio, in cui si chiedeva un intervento per sostenere le aziende apistiche, ora anche un comparto specifico, quello degli allevatori di api regine, chiede sostegno al governo.

 

A farlo è l'Aiaar, l'Associazione Italiana Allevatori Api Regine, che ha inviato una lettera aperta al Ministero dell'Agricoltura e della Sovranità Alimentare per chiedere un aiuto anche per quelle aziende che sono specializzate proprio nell'allevamento delle api regine.

 

Aziende che, come fa notare l'Associazione, non hanno mai ricevuto dei ristori specifici, a differenza di quello che è avvenuto a volte con il miele. È vero che nella maggioranza dei casi gli allevatori di api regione sono anche produttori di miele, ma è altrettanto vero che aiuti specifici per l'attività di allevamento delle regine non sono mai stati realizzati.

 

E in alcuni casi, come viene sottolineato nella lettera, si tratta di attività assolutamente non secondarie o collaterali, soprattutto per quelle aziende che si dedicano alla produzione di migliaia di regine ogni anno.

 

Aziende che durante la stagione lavorano e movimentano centinaia di nuclei di fecondazione, cioè piccole arnie da cui le api regine partono per compiere il volo di fecondazione, ma che a stagione finita vengono spesso riunite e che quindi pesano poco sulla consistenza degli alveari denunciata a fine anno nella banca dati nazionale dell'Anagrafe apistica.

 

Un grosso lavoro che quindi rischia anche di non essere "burocraticamente visibile" alle normali pratiche di aiuti, che generalmente possono prevedere una cifra forfettaria ad alveare o un ristoro calcolato sulla diminuzione del fatturato della vendita del miele.

 

La proposta che Aiaar ha fatto al ministero è quella di un aiuto dedicato agli allevatori di api regine, calcolato anche mediante un rapporto in base alle api regine regolarmente movimentate nella banca dati nazionale, prendendo come dato significativo quello dell'anno 2023.

 

Un ristoro che dovrebbe prevedere un tetto massimo di 10mila euro ad azienda, che secondo l'Associazione  permetterebbero un aiuto equo e non penalizzante per la maggioranza delle aziende e la conseguente programmazione della prossima stagione produttiva.

 

Ora resta da attendere la risposta del ministero a questa nuova richiesta che arriva dal mondo dell'apicoltura italiana.

 

Scarica la lettera di Aiaar.