Le organizzazioni ricordano i dati di una recente indagine conoscitiva del Crea, realizzata in collaborazione con la Rete rurale sull’agricoltura sociale, che confermano come negli ultimi cinque anni si è assistito a una forte crescita del settore, con investimenti per oltre 21 milioni di euro e attività di inserimento socio-lavorativo finalizzato nel 71% dei casi alle fasce più deboli della popolazione, dai disabili ai disoccupati con disagio, dai detenuti agli immigrati.
Con la legge 141/2015 si è dato vita a un Osservatorio nazionale sull’agricoltura sociale che ha svolto con dedizione un lavoro finalizzato a sviluppare reti di rapporti solidi, responsabili e duraturi, finalizzati a creare un processo costruttivo e di crescita, grazie anche al valore delle esperienze del territorio. Purtroppo i tempi lunghi della politica non hanno consentito, nella fase finale della scorsa legislatura, di procedere all’emanazione dei decreti attuativi della legge. Sarebbe dunque importante, a parere delle organizzazioni, che i decreti attuativi venissero firmati il prima possibile.
Confagricoltura, Cia, Copagri, Forum nazionale agricoltura sociale, Rete fattorie sociali, Agci, Cnca, Capodarco e Legambiente chiedono inoltre al ministro Centinaio di riprendere il dialogo con l’Osservatorio e di tenere alta l’attenzione sul settore, in modo da permettere la stesura delle linee guida e valutare l’opportunità dell’istituzione di un marchio nazionale, per far conoscere e valorizzare le produzioni delle imprese agricole che lavorano in questo ambito, in rete con gli altri attori territoriali, sviluppando la coscienza sociale e la crescita sostenibile e inclusiva dell’agricoltura.
Il livello d’innovazione raggiunto nello sviluppo dell’agricoltura sociale - concludono le Organizzazioni - non consente una battuta di arresto, che andrebbe a discapito dei reali beneficiari: imprese agricole, mondo della cooperazione e del terzo settore e, soprattutto, dei soggetti fragili.
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Fonte: Confagricoltura