L'Italia deferita alla Corte di giustizia europea per non aver attuato quanto previsto per la lotta alla Xylella.

Intanto cresce il fronte dei sindaci che si oppongono all'impiego degli agrofarmaci. Accade per la Xylella, ma anche per il Prosecco...

Si continua a sperimentare per migliorare le produzioni agricole, pensando alle aree più inospitali, dal deserto allo spazio, con risultati incoraggianti.

Parte la stagione della frutta estiva e già si contano i possibili danni delle anomalie climatiche sulla produzione che verrà.

Per latte e pasta c'è la conferma che le etichette riporteranno, almeno per qualche tempo ancora, l'indicazione della provenienza.

Bruxelles propone tagli all'agricoltura. Tutti si oppongono. Poi non si riescono a spendere i soldi disponibili. Invece la "macchina delle frodi" funziona a pieno regime.

Questi alcuni degli argomenti incontrati sui giornali in edicola negli ultimi giorni. Vediamoli più in dettaglio di seguito.


Tira e molla

La Xylella, questa patologia che colpisce gli ulivi e non solo, presente soprattutto in Puglia, sta diventando sempre più terreno di scontro. Chi punta alla lotta chimica, chi alle pratiche agronomiche, chi ai tagli, chi ai ricorsi ai Tar contro l'uno e l'altro. Intanto gli ulivi muoiono, gli avvocati guadagnano e gli olivicoltori si impoveriscono.

Testimoni di queste vicende i quotidiani in edicola in questi giorni e fra loro il “Quotidiano di Puglia” che il 12 maggio ricorda la scadenza, già superata, della attuazione delle "buone pratiche agricole" tese a frenare il patogeno. E avverte che gli ispettori sono al lavoro e per gli inadempienti scattano multe che possono arrivare a mille euro.

Fra gli strumenti a disposizione per la lotta alla Xylella ci sono, ovviamente, gli agrofarmaci, ma usarli non è così semplice come si potrebbe credere. Perché ci sono sindaci che fanno scattare ordinanze contro il loro impiego. Accade a Nardò, come si apprende il 13 maggio dalla “Gazzetta del Mezzogiorno”, dove il divieto prende le mosse dalla vicinanza delle coltivazioni alle aree abitate.

L'esempio del sindaco di Nardò, scrive il “Quotidiano di Puglia” del 16 maggio, è poi seguito dai suoi colleghi di Galatone, Scorrano, e Lizzanello, che si aggiungono all'elenco dei "sindaci disobbedienti".

Il “Corriere del Mezzogiorno” anticipa che per fronteggiare l'avanzata di chi si oppone all'impiego di agrofarmaci, l'assessore pugliese all'Agricoltura, Leo di Gioia, si appresta a predisporre una norma per introdurre principi attivi alternativi a quelli indicati dal dicastero agricolo.

Il "Quotidiano di Puglia" del 17 maggio ricorda che dopo lo stop all'Imidacloprid deciso dalle autorità sanitarie europee, sono solo due i principi attivi utilizzabili come insetticidi per la lotta alla Xylella, l'Acetamiprid e la Deltametrina.

Critica la posizione del presidente della Cia, Dino Scanavino, che dalle pagine della “Gazzetta del Mezzogiorno” esprime il proprio dissenso su come viene affrontata l'emergenza Xylella.

I ritardi, i preconcetti e le sterili polemiche che dal 2013 accompagnano la lotta alla Xylella, sono al centro del caustico commento che dell'intera vicenda fa Domenico Cacopardo, magistrato noto anche per i suoi romanzi di successo, dalle pagine di "Italia Oggi" del 17 maggio.


Gli avvocati ringraziano

Tutte queste discussioni intorno alla Xylella, avverte “Italia Oggi” del 16 maggio, complicano il quadro e allontanano una soluzione del problema. Gli unici a trarne vantaggio sembrano essere i legali, ai quali viene affidato il compito di dirimere i contenziosi nelle aule dei tribunali amministrativi.

Queste complicazioni e i ritardi nell'attuare i piani di lotta non piacciono a Bruxelles, che il 23 maggio si appresta ad allargare il perimetro delle aree ritenute colpite dal patogeno, notizia anticipata dalle pagine della “Gazzetta del Mezzogiorno” del 16 maggio.

E che ci sia da parte dell'Unione europea la volontà di dare un freno agli atteggiamenti antiscientifici che impediscono di attuare una lotta efficace contro la Xylella, lo conferma il “Corriere della Sera” del 14 maggio.

Infine ecco arrivare "lo schiaffo dell'Europa", così titola il "Corriere del Mezzogiorno" del 17 maggio, con il deferimento dell'Italia alla Corte di giustizia europea per non aver impedito la diffusione del batterio.


Cimici in agguato

Non c'è solo la Xylella nel mirino dei fautori del "no-agrofarmaci". A farne le spese, scrive “Avvenire” dell'11 maggio, c'è anche il Prosecco, oggetto di una marcia di protesta per denunciare l'eccessiva presenza di residui nelle acque, confermata dalle analisi di Ispra.

Altra emergenza in arrivo, con l'alzarsi delle temperature, è quella delle cimici. Il problema è visto con preoccupazione in Friuli Venezia Giulia, dove si teme, come afferma “Il Messaggero Veneto” del 16 maggio, si possano avere attacchi non solo ai frutteti, ma anche nelle vigne.


L'agricoltura che verrà

Problemi di carattere fitosanitario non ve sono per gli ortaggi coltivati nello spazio. Ma si tratta, per il momento, di curiosità sperimentali delle quali si occupano le pagine che “La Stampa” del 15 maggio dedica ai temi scientifici.

E' analogo l'argomento affrontato il 14 maggio dal “Corriere della Sera” che descrive le esperienze di Enea per le coltivazioni in ambienti ostili. Anche il deserto potrebbe essere coltivabile, ma serviranno, come dice “La Stampa” del 16 maggio, piante dai "superpoteri", ovviamente Ogm.

In tema di ricerche, “Il Sole 24 Ore” del 13 maggio racconta le prerogative del pomodoro "sunblack", che promette eccellenti caratteristiche produttive, nutrizionali e di resistenza. Di questo particolare pomodoro si discuterà in uno degli incontri che si svolgeranno a Mantova dal 18 al 20 maggio, in occasione di Food & Science Festival.


Frutta estiva al via

Mentre la ricerca è a caccia di risposte per le coltivazioni in ambienti "impossibili", si fanno i conti con i danni causati dai cambiamenti climatici negli ambienti "tradizionali". 

Avvenire” del 13 maggio denuncia che l'andamento anomalo delle temperature comporterà per i frutteti perdite di circa il 25%. In pratica un frutto ogni quattro è destinato a sparire. Le conseguneze del maltempo sulla produzione della frutta sono prese in esame il 17 maggio dal quotidiano veronese "L'Arena", che esprime qualche preoccupazione anche per alcune colture cerealicole, rallentate nella crescita dall'abbassamento delle temperature.

Intanto parte la stagione della frutta estiva e dopo gli exploit delle primizie i prezzi già sono in forte discesa, come si legge in una breve nota riportata da “Il Sole 24 Ore” del 15 maggio.

In crescita, almeno nel parmense, la coltivazione del pomodoro "biologico". Se ne parla l'11 maggio in breve sulla "Gazzetta di Parma", che prevede nel 2018 un aumento degli ettari dedicati a questa coltura.


Etichette: no, sì, forse

In tema di produzioni biologicheItalia Oggi” del 12 maggio illustra i contenuti di uno schema di decreto del ministero per le Politiche agricole che si prefigge di rafforzare la tracciabilità di questa filiera.

Ancora su “Italia Oggi” si parla di origine del latte, con la conferma dell'indicazione della provenienza, ma solo sino al marzo del 2019.  Per le etichette della pasta, l'obbligo di indicazione della provenienza del grano scadrà invece nel marzo 2020. Nel frattempo, scrive "Libero" del 13 maggio, va allargandosi il numero dei pastifici che si impegna ad utilizzare per le proprie produzioni esclusivamente prodotto italiano, ovviamente indicato in etichetta e senza scadenze.


I tagli della Ue

Occhi puntati su Bruxelles dopo le anticipazioni sulle possibili riduzioni del budget comunitario per gli anni dal 2021 al 2027.

Il Messaggero” del 14 maggio pone l'accento sulle ripercussioni che potrebbero derivarne per l'agricoltura, che vedrebbe ridurre di circa 4 miliardi di euro le risorse della Pac. Un taglio, spiega “Il Mattino” del 15 maggio, che è al centro di molti pareri sfavorevoli.


Frodi comunitarie

Mentre si discute dei possibili tagli, “Il Sole 24 Ore” del 16 maggio concentra l'attenzione sulle numerose frodi che coinvolgono proprio i finanziamenti della Ue. Illeciti si registrano in ben sei casi su dieci, con un'accentuazione nelle aree del Sud.

C'è poi il capitolo dei soldi che non si riesce a spendere a causa dei troppi ritardi. Accade anche in Friuli Venezia Giulia, denuncia "Il Piccolo" del 16 maggio. A rischio ci sono 37 milioni di euro che potrebbero tornare nelle casse di Bruxelles.

Difficile di fronte a questi episodi fare la "voce grossa" e recriminare sui tagli che la Ue vorrebbe infliggere all'agricoltura italiana...

Questo articolo fa parte delle collezioni: