Il vino della Campania continua a macinare primati, soprattutto sui mercati esteri: nei primi nove mesi del 2017 – secondo Regione Campania - ha avuto un incremento del 18,8% sul 2016, grazie anche al grande lavoro di ricerca sui prodotti effettuato negli ultimi anni e ad una produzione che con un occhio al mercato e l’altro alla qualità ha saputo crescere in competenze e riconoscimenti.

Ma la vendemmia 2017 (attesa ad un -20% secondo Assoenologi) pone l’accento sulla necessità di elaborare strategie difensive per evitare che possa essere erosa la quota di mercato estero conquistata fino ad oggi, visto che un’eventuale mantenimento dei margini basato solo su un eventuale aumento dei prezzi avrebbe un effetto non duraturo sulla capacità di penetrazione dei mercati esteri e sulla redditività e competitività delle aziende vitivinicole campane. E’ questa la posizione di Confagricoltura Campania a margine degli ultimi dati sulle esportazioni di vino e sui risultati della vendemmia 2017 in regione.
 

Export e vendemmia 2017, dati a confronto

Per quanto riguarda l'export nei primi 9 mesi del 2017 la Campania ha avuto un incremento del 18,8% (nel 2016 il valore delle vendite all’estero raggiunse i 41 milioni di euro). Se questa tendenza fosse confermata anche nell'ultimo trimestre, il valore dell’export di vino campano sarebbe destinato ad attestarsi a 50 milioni di euro nel 2017.

Ma la vendemmia 2017 – secondo l’ultima stima Assoenologi – dovrebbe fruttare una produzione per la Campania di circa un milione e 30mila ettolitri – pari a poco più di 137 milioni di bottiglie - con una diminuzione del 20% secco rispetto al 2016.

Toccherà attendere poi la prossima primavera per capire quanto di questo vino finirà tra Dop, Igp e prodotto da tavola. Nella vendemmia 2016 il 19% della produzione vinicola finì in Dop, il 10% in Igp e il restante in vino da tavola.

“Si rendono necessarie politiche volte a conservare il più possibile la quota di mercato dei vini campani all’estero – afferma Rosario Rago, presidente di Confagricoltura Campania – Un’operazione più difficile sui bianchi e più semplice sui rossi, sui i quali si può lavorare con la promozione su molte più annate”.

“Confagricoltura Campania – conclude Rago – resta a disposizione dell’assessorato Agricoltura per elaborare le più opportune strategie per sostenere il vino della nostra regione, che – come noto – è un portabandiera delle nostre esportazioni”.
 

La Guardiense conferma il presidente Pigna

Sulla necessità di attrezzare meglio la vitivinicoltura della Campania è schierata una delle principali cantine della regione, la cooperativa vitivinicola La Guardiense, che vede come enologo Riccardo Cotarella e che recentemente ha riconfermato il consiglio di amministrazione con Domizio Pigna alla presidenza.
"Ringrazio di cuore – ha detto Pigna – quanti hanno creduto in noi ed espresso ancora fiducia al nostro progetto amministrativo che potrà contare su una squadra affiatata e pronta ad affrontare le grandi sfide che ci attendono, che riguardano la crescita dell’azienda e del nostro territorio, da tempo realtà economica di valore del Sannio vitivinicolo".

“Il modello Guardiense – ha aggiunto - continuerà a promuovere l'armonizzazione sia delle diverse competenze sia delle notevoli peculiarità. Non trascurando di puntare molto sull’innovazione, strada maestra per migliorare la qualità dei nostri prodotti, oggi sempre più affermati e richiesti”.