Nella due giorni trevigiana sono stati numerosi gli argomenti trattati che hanno messo a confronto i rappresentanti di istituzioni, organizzazioni, amministrazioni europee e nazionali. Si è dibattuto su come utilizzare le risorse comunitarie, che dovranno essere indirizzate sempre più verso sistemi di agricoltura di precisione e sulla formazione degli agricoltori, a vantaggio della capacità produttiva e della sostenibilità ambientale e per diminuire il digital divide.
"Le innovazioni tecnologiche e digitali producono dati che - ha detto Massimiliano Giansanti - devono essere condivisi e disponibili per tutti, attraverso una piattaforma europea".
L'instabilità di mercato ed i danni creati dai cambiamenti climatici devono essere affrontati semplificando e migliorando l'applicazione degli strumenti di gestione dei rischi (assicurazioni e fondi mutualistici) in funzione sia della diversità di condizioni dell'agricoltura negli Stati membri, sia della variabilità di caratteristiche delle filiere agroalimentari a livello nazionale e regionale. Inoltre, l'Unione europea dovrebbe rendere più incisivi e rapidi gli strumenti di gestione straordinaria di gravi crisi climatiche, sanitarie, sociali e di mercato.
Secondo il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti, intervenuto nella giornata conclusiva del Global food forum, la strada da seguire è quella della sostenibilità e per Giansanti è anche necessario avere un pool sovranazionale che aiuti le imprese a far fronte alle emergenze ed alle calamità.
"Vanno riviste le relazioni tra ambiente e agricoltura, settori che hanno bisogno l'uno dell'altro" ha affermato Galletti.
Nel corso dei lavori particolare attenzione è stata posta anche alle energie rinnovabili, agli equilibri di mercato e alle pratiche sleali all'interno della filiera agroalimentare.
"Gli agricoltori - ha evidenziato il presidente di Confagricoltura - hanno voglia di essere protagonisti del mercato e di ricavare il reddito dai prezzi che ricevono. Per ottenere questo va bene il libero mercato, ma occorrono anche regole: per favorire aggregazione e relazioni interprofessionali e per evitare pratiche sleali".
Il dibattito del Gff su benessere, scienza e nutrizione si è incentrato essenzialmente sui problemi della comunicazione, spesso superficiale e volta a screditare il settore agroalimentare. Opinioni scientifiche supportate da laboratori e Università pubbliche, più piattaforme di confronto tra i decisori e la filiera, maggiore comunicazione istituzionale, sono le soluzioni proposte.
"Importante - ha sottolineato Giansanti - è anche considerare che l'opinione dei consumatori, che poi influenza i decisori, si forma principalmente sui social e su web. Bisogna reagire come fanno le grandi company presidiando il web e i social dove nascono le fake news e intervenendo. La Commissione dovrebbe creare un pool apposito con queste finalità".
Infine sono stati affrontati anche i temi della Brexit e del commercio estero. Esistono forti timori per l'export tra i britannici: occorre dunque un adeguato periodo transitorio, una cosiddetta soft Brexit, e va previsto un budget nella Pac per intervenire a favore dei prodotti sensibili.