E' di pochi giorni fa il comunicato stampa del ministero delle Politiche agricole che rende noto che l’ente pagatore Agea ha erogato 50 milioni di euro di fondi europei destinati allo sviluppo rurale per le zone colpite dal terremoto di agosto e ottobre 2016.

Sono stati infatti autorizzati i pagamenti richiesti per 13mila domande relative al biologico, indennità a favore delle zone soggette a vincoli naturali o ad altri vincoli specifici.
Questi pagamenti si aggiungono a quelli già eseguiti precedentemente per un importo di circa 9 milioni di euro riferiti a oltre 4mila domande.

Di questi ulteriori 50 milioni, la maggior parte, 28,4 milioni, sono stati pagati in Umbria, poi a seguire 11,7 nelle Marche, 7,5 in Abruzzo e 2 milioni nel Lazio.
Pagamenti che sono stati effettuati anche in anticipo sui tempi ordinari, come fa sapere il Mipaaf.

Le risorse servono a dare immediata liquidità alle aziende in una fase complicata come questa, come spiega il ministro Martina, e per contribuire alla continuità produttiva delle imprese agricole e degli allevamenti della zona.

Ma la situazione nelle zone terremotate resta grave, con in primo piano sempre l'emergenza stalle.

Attualmente, secondo una stima di Coldiretti, non più del 15% degli animali sfollati potranno essere ricoverati nelle nuove stalle provvisorie annunciate.
Con un bilancio di danni, che in sei mesi di emergenza ha fatto contare più di 10 mila animali morti, oltre alle altre perdite legate a malattie, aborti e cali di produzione.

Inoltre Coldiretti denuncia anche una serie di gravi problemi tecnici sulle stalle mobili già realizzate con allagamenti, scarsa qualità dei materiali utilizzati e inadeguatezza di alcune soluzioni.

L'associazione di categoria ovviamente saluta positivamente l'arrivo dei fondi annunciati, ritenuto necessario e utile per dare ossigeno alle imprese agricole.
Ma non basta. Il terremoto non ha portato solo danni strutturali e cali di produzione, ma anche una crollo drastico del mercato locale.

Con i paesi svuotati, si sta registrando un crollo del 90% del mercato che rischia di far morire l’economia locale e gli agricoltori e gli allevatori rimasti.
Il crollo delle vendite ha colpito soprattutto i formaggi, dal pecorino alle caciotte, anche in ragione del fatto che nelle zone colpite dal sisma è radicata l’attività di allevamento.

Importante è anche il danno al settore agrituristico. Le strutture che si trovano nel cratere del sisma, oltre 650 aziende, tra danni e mancati guadagni hanno già visto sfumare circa 12 milioni di euro dal 24 agosto a oggi, come fa notare la Cia.

E le ripercussioni economiche hanno colpito anche le zone non colpite dal sisma. L'effetto panico ha determinato un calo di oltre il 50% delle prenotazioni agrituristiche in questi sei mesi.
Il 95% delle strutture delle regioni colpite infatti è in perfetta efficienza, come fa notare la Cia, che lancia l'allarme per la crisi del settore.

Un settore, quello dell'agriturismo, che in quelle aree ha un ruolo centrale nell'economia agricola e nel presidio del territorio, con un fatturato medio di circa 170 milioni di euro l'anno.
Un valore che, come sottolinea la Cia deve essere tutelato per mantenere vitale l'economia di quei territori, anche con apposite campagne di promozione.

E nonostante sia danneggiato, il settore agrituristico sta dando la sua parte di solidarietà, con la proposta da parte di molte aziende laziali di offrire ospitalità alle persone sfollate.
L'agricoltura colpita continua ad aiutare.