L'Fsi è elaborato dall'Economist intelligence unit, in collaborazione con il Barilla center for food and nutrition foundation, e ha investito in paesi del G-20 e altri cinque Stati.
Nel campo dell'agricoltura sostenibile la Germania ha ottenuto il miglior risultato. Nell'elaborazione dell'indice sono stati presi in considerazione una serie di indicatori, come la gestione delle risorse idriche, l'utilizzo del suolo e la produttività, gli effetti sull'atmosfera.
La Germania è riuscita a imporsi sugli altri paesi soprattutto alla luce dei risultati conseguiti nel consumo idrico e nell'utilizzo di fertilizzanti e agrofarmaci.
Soddisfatta la Rlv, l'associazione degli agricoltori della Renania. Per il sindacato di rappresentanza, come ha riportato anche la rivista tedesca Top agrar, si tratta di un risultato fortemente incoraggiante, che mostra come l'innovazione e la volontà di volersi costantemente migliorare alla fine ripaghino.
Merito anche dell'agricoltura di precisione. I sistemi innovativi consentono di coltivare i terreni in modo sempre più efficace, riducendo l'impiego di fertilizzanti e senza subire perdite nei raccolti.
Come osserva la Rlv, si tratta di un risultato di cui il settore agricolo tedesco può dichiararsi orgoglioso, anche se in parallelo sarà necessario intensificare l'impegno nei segmenti dell'alimentazione e degli sprechi alimentari, dove la Germania si colloca in posizione intermedia.
Scarsa biodiversità
Eppure, c'è chi critica il sistema agricolo tedesco, carente sul piano della biodiversità. In base a uno studio condotto sulle Alpi sveve (riserva della biosfera riconosciuta dall'Unesco), nel Parco nazionale di Hainich e nei suoi dintorni e nella riserva della biosfera di Schorfheide-Chorin, è risultato che sulle superfici coltivate rimangono ormai solo poche delle specie originariamente presenti sul territorio.
In particolare, l'indagine si è svolta in queste tre regioni della Germania che rappresentano "le superfici più estese d'Europa per quanto riguarda le prove di campo in ambito ecologico", come ha spiegato Martin Gossner dell'Università tecnica di Monaco, tra i promotori delle "Esplorazioni della biodiversità".
La sorpresa è che non vi sarebbe differenza fra una superficie coltivata secondo i metodi dell'agricoltura intensiva o estensiva. Anche lo sfruttamento poco intensivo dei terreni è infatti in grado di favorire la riduzione della biocenosi a un insieme di specie generaliste, che si presentano uguali in tutte le regioni.
L'analisi ha preso in esame oltre 4mila specie animali, vegetali e microbiche di superficie e sotterranee.
Questione nitrati ancora aperta
Lo scorso novembre alla Germania è stata notificata dalla Commissione europea l'apertura di una procedura d'infrazione sulla questione nitrati. Ad oggi, secondo un recente rapporto governativo trasmesso a Bruxelles, oltre un quarto delle stazioni di misurazione prese in considerazione hanno registrato un superamento dei limiti di questi fertilizzanti, considerati nocivi per la salute.
L'attuale rapporto è basato su dati raccolti in circa 700 siti, 570 dei quali terreni ad uso agricolo.
L'analisi ha evidenziato come negli scorsi anni in Germania la contaminazione da nitrati non abbia mostrato "alcun cambiamento significativo".
La percentuale dei siti nelle cui acque sotterranee sono state riscontrate concentrazioni di nitrati superiori ai 50 milligrammi/litro è rimasta sostanzialmente invariata al 28%. Tale concentrazione rappresenta il limite fissato dal regolamento tedesco sulle acque potabili.
Un problema per l'ambiente è rappresentato anche dall'alta concentrazione di fosforo riscontrata nelle acque sotterranee, che attraverso i terreni agricoli giunge nel Mare del Nord e nel Mar Baltico, favorendo la proliferazione delle alghe.
Il 65% delle stazioni di misurazioni poste nei pressi di laghi e fiumi ha riportato valori superiori alla norma.
Il ministro dell'Ambiente, Barbara Hendricks (Spd), ha sottolineato la necessità di un maggiore impegno per il bene comune, ricorrendo per la fertilizzazione a concimi naturali e chimici. In proposito, è stato approvato nel 2016 un emendamento alla legge sui nitrati, non ancora entrato in vigore.
Qualora la Commissione Ue dovesse ritenere la Germania inadempiente verso la questione nitrati, Berlino si vedrà recapitare una multa particolarmente salata.