Si è celebrata ieri, 5 dicembre 2016, la Giornata mondiale del suolo, avente l'obiettivo di sensibilizzare ed informare la popolazione su una situazione che sta diventando sempre più problematica: il consumo di suolo.

Per quanto riguarda la nostra penisola, secondo un'analisi della Coldiretti, l'ultima generazione è responsabile della perdita di oltre un quarto della terra coltivata (-28%) per colpa della cementificazione e dell'abbandono provocati da un modello di sviluppo sbagliato, che ha ridotto la superficie agricola utilizzabile, negli ultimi 25 anni, ad appena 12,8 milioni di ettari.

Su un territorio meno ricco e più fragile per il consumo di suolo si abbattono - sottolinea la Coldiretti - i cambiamenti climatici con le precipitazioni sempre più intense e frequenti con vere e proprie bombe d'acqua che il terreno non riesce ad assorbire.
Il risultato è che sono saliti a 7145 i comuni italiani, ovvero l'88,3% del totale, che sono a rischio frane e/o alluvioni secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Ispra. Di questi 1640 hanno nel loro territorio solo aree a derivata propensione a fenomeni franosi, 1607 sono invece i comuni a pericolosità idraulica e 3898 quelli in cui coesistono entrambi i fenomeni.

Per proteggere la terra e i cittadini che vi vivono, l'Italia - conclude la Coldiretti - deve difendere il proprio patrimonio agricolo e la propria disponibilità di terra fertile con un adeguato riconoscimento sociale, culturale ed economico del ruolo dell'attività agricola.

Anche Francesco Caterini, presidente di Assofertilizzanti-Federchimica, ha espresso la sua opinione il merito al problema. "In tema di tutela dei suoli, il comparto dei fertilizzanti, con il suo portato di innovazione, contribuisce a mitigare gli effetti di un trend che vede ridursi progressivamente la disponibilità di terre coltivabili. Integrando il suolo con le sostanze nutritive necessarie allo sviluppo delle coltivazioni, i fertilizzanti permettono di aumentare la produzione in maniera significativa, superando il fenomeno di depauperazione dei terreni.
Il consumo di suolo resta tuttavia una tendenza preoccupante sul fronte della sostenibilità dell'agricoltura, della tutela della biodiversità e degli habitat, e della sicurezza dei territori e delle popolazioni che li abitano, che si ritrovano sempre più vulnerabili alla violenza meteorologica"
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"Per un futuro più sostenibile - prosegue Caterini - bisogna certamente valorizzare l'agricoltura nostrana e consacrarla asset fondamentale del paese, per mettere fine al fenomeno dell'abbandono dei terreni agricoli, che vanno invece trattati con consapevolezza e rispetto, e per mantenerli nelle condizioni di donarci, in collaborazione con il lavoro sapiente dell'uomo, le meraviglie alimentari che solo il nostro paese può vantare".

Un obiettivo che però riguarda l'intera Europa dove vengono distrutti 100mila ettari di suolo fertile ogni anno, soffocando sotto il cemento un'area grande come l'intera città di Roma secondo Acli, Coldiretti, Fai - Fondo ambiente italiano, Inu - Istituto nazionale di urbanistica, Legambiente, Lipu, Slow food, Wwf ed altre realtà italiane che insieme a 400 organizzazioni europee si sono unite nella campagna #salvailsuolo.

L'obiettivo dell'iniziativa dei cittadini europei "People4soil" è quello di raccogliere un milione di firme per fermare il consumo di suolo e contrastarne il degrado costante: minacce che hanno effetti diretti sulla nostra vita, la nostra alimentazione, la nostra salute.
Una petizione per ottenere una legislazione specifica per tutelare il suolo a beneficio delle generazioni presenti e future che può essere sostenuto con la firma su questo sito.