Il finger lime è un agrume australiano, originario della Regione del Qeensland e commercializzato intorno al 2000. All'inizio veniva importato in Europa, ma oggi una società italiana, la FingerLime, lo ha piantato in Sicilia e Calabria.
“Le piante sono in fiore e nel giro di qualche mese potremo raccogliere il primo raccolto italiano”, spiega ad AgroNotizie Andrea Sarli, di FingerLime, che ha presentato il prodotto a Seeds&Chips.
Ma qual è la particolarità di questo frutto? Il fatto è che il succo, che ha vari aromi e gradazioni di acidità a seconda della varietà, è racchiuso all'interno di vescicole.
“Il liquido è contenuto nelle palline e quindi non intacca il prodotto sul quale viene applicato”, spiega Sarli. “Un crudo non viene ossidato, una insalata non si 'cuoce' e in un cocktail non né intacca le proprietà organolettiche”.
Il finger lime si è rapidamente diffuso e oggi viene usato dagli chef stellati per completare le loro creazioni. Carlo Cracco lo ha usato ad esempio per la pubblicità delle patatine San Carlo. Ma non è una pianta facile da coltivare e i frutti sono molto ricercati, così il prezzo di mercato è alto, intorno ai cento euro al chilo.
Il caviar lime ha una lunga storia. Già gli aborigeni, che lo chiamavano Gulalun, ne apprezzavano il gusto.
La prima vivaista a selezionare la pianta selvatica e ad innestarla su un arancio amaro è Judy Viola, nel 1989. Oggi sette cultivar sono registrate a suo nome.
Agli inizi del secolo partono le prime coltivazioni in Australia per poi diffondersi in tutto il mondo.
In Italia si trova solo in pochi vivai, ma la sua diffusione sta aumentando. E il Sud della Penisola si presta alla sua coltivazione che richiede condizioni simili a quelle del limone, anche se la pianta impiega molto più tempo a dare i primi frutti.
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