Dal prossimo anno gli agricoltori non dovranno più pagare l'Imu sui terreni agricoli, ma intanto c'è da saldare il conto di questo 2015. L'ultima rata, ricorda il “Giornale di Vicenza” del 6 dicembre, va comunque pagata entro il prossimo mercoledì' 16 dicembre. E sui calcoli da fare e sui modi di pagamento si sofferma il 9 dicembre “Italia Oggi”. E mentre si spera che questa sia davvero l'ultima volta che l'Imu agricola compare nel bilancio delle aziende agricole, si inizia a programmare gli interventi previsti dai Psr, ormai tutti approvati. Nel caso della Liguria, del quale riferisce il “Secolo XIX” del 7 dicembre, la disponibilità finanziaria è di 14 milioni, per una larga parte destinati a giovani e start up. Ai giovani è poi indirizzato il piano quinquennale predisposto da Ismea, il cui regolamento è stato pubblicato in questi giorni, come si apprende da “Italia Oggi” del 5 dicembre. Per chi volesse impegnarsi nell'attività di viticoltore o incrementare l'attività esistente, si apre la possibilità di accedere alle autorizzazioni per l'impianto di nuovi vigneti, come anticipa “Il Sole 24 Ore” del 5 dicembre. Sono invece a rischio i premi Ue per gli allevamenti ovi-caprini della Sardegna, un allarme lanciato dalle pagine de “L'Unione Sarda” del 9 dicembre e la causa è la mancata registrazione degli animali nell'anagrafe nazionale.

I mercati internazionali...
L'attenzione ai sostegni della Ue continua sulle pagine di “QN” del 5 dicembre che si occupa dei 220 milioni che Bruxelles ha messo a disposizione per la promozione dei prodotti agroalimentari sui mercati stranieri. Guarda ai mercati stranieri con sempre grande interesse il vino, come emerso dalla recente edizione di “win2wine” a Verona, della quale riferisce “Italia Oggi” del 9 dicembre, per evidenziare la sempre forte richiesta di export manager. Lo sguardo sui mercati stranieri sarebbe incompleto senza un riferimento all'andamento delle intese sul Ttip, l'accordo commerciale fra Ue e Usa. Lo stallo delle trattative, afferma Paolo De Castro sulle pagine del “Corriere della Sera” dell'8 dicembre, penalizzano i nostri prodotti a indicazione geografica.

...e quello interno
Sul mercato interno il “Secolo XIX” del 4 dicembre pone l'accento sulla crescita delle coltivazioni di frutta secca in Piemonte, dove i noccioleti stanno sfrattando i campi di mais. Dal Piemonte alla Puglia con la “Gazzetta del Mezzogiorno” del 4 dicembre, che denuncia la forte presenza di contratti sottobanco nel settore del pomodoro. La flessione dei consumi e la caduta dei prezzi sono i problemi con i quali si scontra l'allevamento del bovino da carne, come si apprende da “Il Sole 24 Ore” del 5 dicembre. E sempre su “Il Sole 24 Ore” una breve nota del 10 dicembre informa che anche il mercato del grano duro è in sofferenza. Chi invece viaggia a gonfie vele è il Prosecco, le cui vendite, scrive “Il Messaggero” del 9 dicembre, sono in continua crescita grazie all'approssimarsi delle festività natalizie. Buone notizie arrivano anche sul fronte dell'olio, in particolare per quello pugliese. Su “Italia Oggi” del 9 dicembre si legge infatti che sia l'Angola sia il Ghana sono interessati alle nostre produzioni olearie. Ma per una buona notizia eccone un'altra di segno opposto, con l'avvio della procedura di infrazione della Ue verso l'Italia. Colpa della mancata attuazione del piano di lotta alla Xylella predisposto da Bruxelles, come spiega “La Stampa” del 10 dicembre.

L'olio e le frodi
La Puglia e il suo olio sono poi al centro delle polemiche per le numerose frodi che su questo prodotto vengono perpetrate. E' di questi giorni la maxi frode che ha visto sequestrare nel barese ben 7000 tonnellate di prodotto dichiarato italiano ma che tale non era, come denuncia “Repubblica” del 4 dicembre. E di olio straniero venduto per l'italiano si legge lo stesso giorno su “Il Tempo”. Per contrastare il diffondersi di queste frodi ecco arrivare la spettroscopia, della quale parla “Il Quotidiano di Puglia” del 5 dicembre. Per scoprire se un olio è italiano oppure no si può anche far ricorso al test del Dna. Per poi scoprire, come denuncia “Il Fatto” del 4 dicembre, che metà dell'olio dichiarato italiano è fasullo. A proposito del test del Dna la “Gazzetta del Mezzogiorno” del 9 dicembre precisa che questo metodo non è vietato dalla Ue, come qualcuno ha sostenuto. Ancora sulla “Gazzetta del Mezzogiorno” si può leggere l'intervento del ministro per le politiche agricole, Maurizio Martina, che evidenzia gli ottimi risultati dell'Italia nel contrastare le frodi in campo agroalimentare. E nella lotta alle frodi è allo studio un'applicazione per smartphone che consentirà di verificare con semplicità e immediatezza se siamo di fronte ad un alimento contraffatto. Se ne parla su “Il Secolo XIX” dell'8 dicembre.

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