Tanti dubbi sulla proposta di riforma Ogm
La maggior parte dei Paesi membri hanno espresso dubbi sulla proposta di revisione decisionale per l’autorizzazione della commercializzazione degli organismi geneticamente modificati come alimenti e mangimi presentata dalla Commissione europea. Perplessità soprattutto sull'impatto di questa proposta per il quale sono stato chiesti più informazioni.
Anche secondo il ministro dell'agricoltura del Lussemburgo, che detiene il semestre di presidenza del Consiglio Ue, Fernand Etgen, "bisogna esaminare meglio gli aspetti tecnici sull'impatto sul mercato unico della proposta della Commissione".
Cosa prevede la proposta sugli Ogm
La revisione presentata dalla Commissione europea prevede che un Ogm autorizzato in Europa come alimento o mangime, possa essere invece vietato dagli Stati membri nella loro catena alimentare (misure di opt-out).
Per far questo, le misure di opt-out dovranno fondarsi su motivi legittimi diversi da quelli valutati a livello dell’Ue, vale a dire su rischi per la salute umana o animale o per l’ambiente. Questa proposta riflette e integra i diritti già conferiti agli Stati membri per quanto riguarda gli Ogm destinati alla coltivazione diretta (direttiva UE 2015/41) basata su un recente accordo tra il Parlamento europeo e il Consiglio ed entrata in vigore all’inizio di aprile 2015.
Andriukaitis: "Nostra proposta è bilanciata"
Il commissario Ue per la salute e la sicurezza alimentare, il lituano Vytenis Povilas Andriukaitis, ha scartato la possibilità di un "piano B" ricordando che, sebbene "molti cittadini europei continuano a restare scettici nei confronti degli Ogm" tuttavia "l'intera Ue resta fortemente dipendente dall'importazione di proteine vegetali Ogm largamente prodotte fuori Europa". A questo proposito, Andriukaitis si è detto convinto che "ci vuole più sussidiarietà per gli Stati membri per dare ai Paesi membri pieni poteri se utilizzare o meno gli Ogm al loro interno".
Sviluppo del mercato agricolo e sostegno mercati in difficoltà
Il lussemburghese Etgen ha chiesto rapporti regolari sui settori agricoli più in difficoltà come quello lattiero caseario. A questo riguardo, il ministro italiano Maurizio Martina ha chiesto interventi per i settori saccarifero, risicolo, lattiero e ortofrutticolo, settori che risentono anche delle ripercussioni negative dell'embargo russo.
Italia chiede interventi per zucchero, latte, riso e ortofrutta
La proposta è di valutare l'utilizzo delle "tassa di produzione" delle imprese del settore, per riportare in equilibrio il comparto e garantire un "phasing out" per le imprese più marginali, alla luce del ribasso dei prezzi legato soprattutto ad una presenza massiccia di scorte di zucchero. Per il settore risicolo l'Italia lamenta l'aumento progressivo delle importazioni a dazio zero dai paesi Eba. Per il settore lattiero il nostro Paese chiede soluzioni per favorire e rafforzare al meglio la competitività delle imprese e una maggiore informazione in etichetta per i consumatori. Sul fronte ortofrutticolo l'Italia ha chiesto anche per quest'anno misure eccezionali previste dall'Ocm, alla luce delle ripercussioni negative dovute all'embargo russo.
Hogan: "Aiuti a ortofrutta per embargo russo"
Il commissario Ue all'agricoltura, l'irlandese Phil Hogan, ha fatto sapere sdi essere al lavoro su "misure eccezionali" in aiuto del settore dell'ortofrutta e in particolare di quei prodotti colpiti dall'embargo russo, come i produttori di pesche e nettarine, che risultano soffrire di prezzi particolarmente bassi in Italia, Spagna e Grecia.
"Sfortunatamente il 4% della produzione totale e la metà del nostro export complessivo in questo settore prima era destinato alla Russia, e l'estensione del bando sta avendo un ulteriore impatto sul ribasso dei prezzi" ha affermato il commissario Hogan.