La nuova sinergia fra mondo agricolo, ambientalistico e venatorio è stata messa nero su bianco con un accordo il 18 giugno scorso nell'ambito di un evento che si è tenuto sulla terrazza della Coldiretti a Expo.
“Con la sinergia fra Cncn e l’osservatorio sulle agromafie di Coldiretti – ha dichiarato il vice presidente di Coldiretti Ettore Prandini - si potrà arrivare alla chiarezza e alla tracciabilità dei prodotti derivanti dalla cacciagione, preservando la sicurezza alimentare e liberando preziose potenzialità economiche. Spesso agricoltori e associazioni venatorie hanno lavorato a distanza, senza risultati concreti. La quantificazione dei danni derivanti da specie invasive cresce anno dopo anno, i danni all’agricoltura sono superiori ai 200 milioni di euro negli ultimi 10 anni”, ha detto ancora Prandini, che poi ha aggiunto: “Le due specie più preoccupanti e invasive al momento sono i cinghiali e le nutrie”.
Per quanto riguarda le nutrie, roditori introdotti negli anni '30 del secolo scorso, secondo uno studio dell'Università di Pavia datato 2011, causano danni all'agricoltura stimati in 20 milioni annui. Questi animali si nutrono di germogli e piante erbacee, finiscono così per radere i campi di cereali in fase di emergenza. Come danno non secondario da segnalare poi il fatto che creano tane in prossimità di canali e argini scavando ampie gallerie che finiscono per provocare crolli ed esondazioni.
Presente all'incontro in terrazza Coldiretti anche Nicola Perrotti, neo presidente di Cncn: "Quest’alleanza testimonia ulteriormente il ruolo attivo che le associazioni venatorie possono avere all’interno di un percorso virtuoso come quello della filiera ambientale. La decisione presa da Cncn di partecipare attivamente all’osservatorio nazionale per le agromafie - ha concluso Perrotti - è stata una scelta giusta, che siamo fermamente convinti possa portare a dei risultati”.