Diversificare le produzioni agricole per ottere alimenti qualitativamente migliori e garantire redditività alle aziende.

E' questo il messaggio uscito dalla relazione del professor Paolo Ranalli, già direttore del Cra, che ha tenuto una conferenza riguardo le colture industriali su invito dell'Accademia nazionale dell'Agricoltura. Ad aprire i lavori il professor Gianpietro Venturi, ex docente universitario. Due i poli su cui focalizzare l'attenzione, ovvero le agroenergie e quello della produzione agricola.

C'è stato un grande dibattito fra le agroenergie e l'agroalimentare – ha esordito Ranalli – Questa discussione li ha praticamente portati a competere fra di loro. Le vie per la conciliazione fra entrambi ci sono, come per esempio la produzione di etanolo. Le agroenergie sono un settore fondamentale per integrare la produzione di energia nazionale, ma il governo sta preparando un testo per stoppare gli incentivi. Si ipotizza un -12% di incentivi per il biogas e un -14% per le biomasse. Tutto ciò potrebbe portare a un disincentivo agli investimenti”.

Passando invece al settore agroalimentare, Ranalli pone l'attenzione sul rapporto fra cibo e benessere psicofisico.
"La ricerca varietale è un passaggio fondamentale per il futuro della qualità dell'alimentazione – ha continuato – Bisogna fare poi particolarmente attenzione al food processing, ovvero ai livelli in cui viene preparato e commercializzato un alimento. Le strategie sono la promozione di nuovi modelli di produzione primaria sostenibile, la valorizzazione di processi innovativi di trasformazione e cercare di preservare il più possibile la qualità dei prodotti”.  

Infine una stoccata al pensiero anti-Ogm. "Il più grande controsenso - conclude Ranalli - è quando vedi il nostro Paese esportare tutte le sue eccellenze Dop e Igp, e poi importiamo il 70-80% della soia Ogm per produrre quelle stesse eccellenze. Un controsenso eclatante".