Bestack, consorzio non profit di ricerca che raggruppa le aziende italiane che producono imballaggi in cartone ondulato per ortofrutta, ha promosso uno studio che indaga sull'interazione fra imballaggio e prodotto contenuto, al fine di garantire la migliore shelf life dei prodotti ortofrutticoli e mantenere elevati standard di igiene e sicurezza.

Lo studio, condotto da un’equipe dell’Università di Bologna coordinata dalla professoressa Rosalba Lanciotti del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari di Cesena, è stato presentato in occasione dell’edizione 2013 di Macfrut, nel corso di un workshop dal titolo 'Imballaggi & shelf life: implicazioni microbiologiche e ripercussioni economiche per l’ortofrutta' lo scorso giovedì 26 settembre. Nel corso del workshop il professor Roberto Della Casa dell’Università di Bologna, sede di Forlì, ha poi tradotto il possibile miglioramento della shelf life del prodotto in termini commerciali lungo la filiera, dalla produzione al consumo.

Lo studio
In particolare, lo studio ha confrontato l’effetto che hanno sulla shelf life delle pesche gli imballaggi in cartone ondulato monouso certificati Bestack rispetto alle cassette di plastica a sponde abbattibili.
La filiera ortofrutticola presenta molteplici e diverse variabili, per questo la ricerca ha previsto condizioni iniziali di igiene identiche per il cartone monouso certificato Bestack e le plastiche riutilizzabili, per poi inoculare in entrambi gli imballaggi la medesima quantità di microrganismi degradativi, questo per valutare l’effetto di imballaggi diversi a parità di contaminazione sul prodotto contenuto.
Il piano sperimentale ha previsto diversi casi di temperatura di conservazione lungo la supply chain, di numero di lesioni e di ore di commercializzazione e ha misurato il tempo che impiegavano le pesche confezionate per raggiungere livelli di contaminazione batterica che non consentivano più di commercializzare il prodotto.


I risultati
Tra i tanti casi analizzati - considerando condizioni più favorevoli rispetto a quelle che quotidianamente riscontiamo nei supermercati - la ricerca dimostra che le pesche confezionate nel cartone ondulato hanno una shelf life superiore del 20% rispetto a quelle imballate nella plastica: un giorno in più a disposizione del consumatore. E in casi di mantenimento non ottimale della catena del freddo (e quindi a temperature più elevate), il dato raddoppia, con una differenza tra le due tipologie di imballaggio superiore ai due giorni.

Una delle motivazioni è da ricercarsi nelle caratteristiche dei materiali: il cartone ondulato certificato Bestack è per sua natura poroso, ed è in grado quindi di intrappolare i microrganismi degradativi. La plastica invece è un materiale più scivoloso, tale da favorire una migrazione maggiore di microrganismi verso frutta e verdura contenute, dove si trova un substrato preferibile da colonizzare.

"E’ noto che la logistica di rifornimento nella Gdo è governata dalla velocità di rotazione del prodotto e dalla redditività garantita da quest’ultimo a metro quadro, e non dalla soddisfazione del consumatore - nota lo studio Bestack - Ma se quest’ultima diventasse sempre più una finalità di chi offre frutta e verdura, allora pensare a quali tipologie di imballaggi preferire per migliorare la shelf life dei prodotti ortofrutticoli potrebbe essere un elemento strategico su cui investire, e anche un importante elemento di comunicazione".