"Finalmente c'è un effetto incentivante del Fondo AgriCat per chi si assicura", Albano Agabiti, presidente di Asnacodi, si sente abbastanza soddisfatto rispetto a quello che si prospetta essere il nuovo Piano di Gestione del Rischio in Agricoltura (Pgra). La dichiarazione al nostro microfono, a margine del 7° Forum Internazionale sulla Gestione dei Rischi in Agricoltura che si è tenuto il 27 e 28 novembre scorsi a Roma.

 

Mentre il nuovo Pgra è in corso di approvazione, qualche anticipazione sul funzionamento di AgriCat nel 2026 si può già azzardare. "Nei primi anni di applicazione, sostanzialmente, AgriCat e le polizze andavano ad accavallarsi. Non era quindi possibile l'effetto incentivante per gli agricoltori ad assicurarsi. Ora dove uno strumento finisce di agire, inizia l'operatività dell'altro", ha detto ancora Agabiti. E l'effetto cosiddetto "incentivante" avrà certamente ancora più forza se sarà confermata, dopo l'approvazione definitiva del Pgra prevista entro fine 2025, un'altra novità. "Tanto per essere chiari - ha aggiunto Albano Agabiti - in caso di polizza ordinaria, AgriCat liquida esattamente col sistema dei periti, quindi con il danno puntuale (non con il danno area, Ndr) e al valore di produzione, non a numeri indici".

 

Come ormai ogni agricoltore che percepisce i pagamenti diretti Pac sa, AgriCat è il Fondo Nazionale per i Rischi Catastrofali (gelo e brina, alluvione e siccità), alimentato con il 3% di prelievo obbligatorio dai pagamenti Pac. Il fondo copre oltre 700mila agricoltori e risponde, come ogni fondo, fino a capienza e solo nel caso si sia colpiti, appunto, da eventi catastrofali. Nel Pgra sono stabilite esattamente le modalità e i limiti di risposta del fondo. In ogni caso, il pagamento spettante all'agricoltore è calcolato applicando la percentuale di danno stabilita a valori indice. I valori indice si riferiscono, a grandi linee, ai costi variabili sostenuti dall'agricoltore per produrre quella determinata coltura, in quel territorio.

 

Chiaro che ben diverso è il caso in cui la percentuale sia calcolata sul valore della produzione, che guarda più al valore di mercato del prodotto. Secondo quanto riferito, ciò però varrà solo ed esclusivamente nel caso in cui l'agricoltore abbia anche sottoscritto una polizza assicurativa per la copertura da rischi catastrofali, ed ecco qui l'effetto incentivante di cui sopra.

 

Presente al Forum organizzato proprio da Asnacodi Italia, fra gli altri, anche Giovanni Razeto della Direzione Gestione Avversità Catastrofali di AgriCat che ha spiegato alla platea presente al Forum la questione dei ritardi nei pagamenti. "AgriCat è uno strumento unico in Europa. Non si è mai pensato a uno strumento che ricevesse la denuncia tramite l'invio di una Pec quindi una denuncia cartacea. Si fonda sul dato e sull'informazione tecnologica. La situazione delle liquidazioni si aggancia all'aspetto dell'interscambiabilità delle banche dati che ci crea problemi".

 

Poi Razeto ha aggiunto: "Stiamo liquidando il 2023. Nel giro del mese di dicembre inizieremo a mandare le informazioni sul 2024, chiaramente i tempi delle liquidazioni devono essere accorciati in futuro. Uno strumento infatti ha un senso se risponde velocemente alle esigenze degli agricoltori".

 

AgriCat e ritardi nei pagamenti

 

Un'apertura poi al futuro, guardando alla situazione concreta sul territorio. Spesso infatti eventi che non sono considerati catastrofali per definizione, lo sono negli effetti. "In realtà anche la grandine può essere catastrofale - ha detto Giovanni Razeto riferendosi in particolare all'evento grandinigeno del 2023 nel Nord Est Italia - l'impatto di quella grandinata è stato estremamente importante". Al nostro microfono ha poi continuato il ragionamento: "Sicuramente l'esperienza acquisita ci potrà consentire di includere nei rimborsi di AgriCat anche altri eventi in futuro. Si vedrà sulla base dei dati che riusciamo mettere insieme".