La decisione è sostenuta dalla "mancanza di gravi presupposti e solide prove di rischio per la salute e di motivazioni scientifiche per il divieto".
Ma la strada per il mais Ogm resta tutta in salita. Il governo resta, infatti, su posizioni nettamente contrarie alla coltivazione del mais geneticamente modificato della Monsanto, tanto che il ministro dell'Agricoltura, Stephane Le Foll, annuncia provvedimenti a difesa del blocco imposto nel marzo scorso.
In Italia è di poche settimane fa il decreto interministeriale firmato dai ministri delle Politiche agricole, Nunzia De Girolamo, della Salute, Beatrice Lorenzin e dell’Ambiente, Andrea Orlando, che vieta in modo esclusivo la coltivazione di mais geneticamente modificato appartenente alla varietà Mon810 sul territorio italiano.
Il divieto è in vigore fino all’adozione delle misure previste dal regolamento comunitario 178/2002 e comunque per un periodo di massimo diciotto mesi.
"Una nuova sentenza demolisce le argomentazioni di chi vuole fermare l’innovazione in Italia", è il primo commento di Duilio Campagnolo, presidente di Futuragra. “È una nuova vittoria del diritto europeo e per l’innovazione biotecnologica e una sonora sconfitta per il governo italiano e per quelle regioni che in questi giorni stanno tentando l’ultima carta per bloccare le semine, che in Italia sono lecite come confermato anche dal Tribunale di Pordenone".