La messa in coltura di varietà Ogm autorizzate dall’Ue non può essere sottoposta a procedure nazionali. Ergo, ha ragione  Giorgio Fidenato, l'imprenditore che aveva messo a coltura sementi geneticamente modificate Mon 810 senza autorizzazione nazionale.
Questo il pronunciamento della Corte di Giustizia di Lussemburgo, secondo il quale  la messa in coltura di Ogm ''non può essere assoggettata a una procedura nazionale di autorizzazione'' in quanto l'impiego e la commercializzazione di quelle varietà sono state autorizzate dal Parlamento europeo e dal Consiglio dei ministri dell'Ue.
Una sentenza che sta facendo discutere e che riporta all'attenzione le divergenze in tema di Ogm tra Europa e Italia.

"Si tratta di una decisione  che rischia di aprire un pericoloso fronte per le coltivazioni Ogm in Paesi come l’Italia che, attraverso un’apposita norma, impedisce la contaminazione da biotech e dove diversi pronunciamenti del Parlamento e la stessa opinione della stragrande maggioranza dei cittadini si sono espressi apertamente contro l’utilizzo degli organismi geneticamente modificati", questa la posizione della Cia

"Nulla cambia perché si applica comunque la legge n. 5 del 2005", così la la Task Force per un’Italia libera da Ogm. "Chiediamo al Governo il completamento della procedura di adozione della clausola  di salvaguardia come già sollecitato da tutti i gruppi parlamentari al Senato la settimana scorsa, con una mozione votata all’unanimità e come già fatto da tempo da diversi Paesi europei".