È quanto emerge dall’indagine di Assosementi. La ricerca, realizzata con cadenza biennale, conferma il trend positivo del comparto orticolo in Italia. All’inizio degli anni 2000 le superfici in produzione erano di poco superiori ai 10 mila ettari. In Italia la moltiplicazione delle sementi da orto copre il 10% dell’intera superficie destinata alla produzione di sementi agrarie e da orto.
“Il settore è in salute, in dieci anni le superfici destinate alla moltiplicazione delle sementi da orto sono cresciute dell’85%” ha commentato Roberto Romagnoli, presidente della Sezione ortive di Assosementi. “Siamo certi che l’intesa nazionale di filiera per il settore sementiero siglata con il ministero dell’Agricoltura lo scorso 14 marzo sarà positiva anche per il comparto delle orticole, rilanciando ancora di più i temi della tracciabilità e della qualità delle sementi”.
Tra le prime colture orticole da seme, si confermano la cipolla con 2.400 ettari (+11% rispetto al 2010), seguita da ravanello, pisello e cicoria, con più di mille ettari ciascuna. Tra le colture aromatiche svetta il coriandolo con oltre 4.700 ettari in moltiplicazione. Rimarchevole l’incremento delle superfici di cicoria, più che raddoppiate rispetto al 2010, passando da 670 a 1.200 ettari.
A livello di distribuzione territoriale, Emilia-Romagna e Marche continuano a guidare il settore rispettivamente con 8.200 e 7.000 ettari in moltiplicazione. In particolare le Marche in 8 anni hanno visto crescere le superfici di 2,6 volte. La Puglia, con oltre 2.500 ettari occupa il terzo posto nella classifica tra le regioni triplicando le proprie superfici in dieci anni. A seguire Umbria, Molise e Piemonte, quest’ultima con un incremento del 28% rispetto al 2010.
Secondo Assosementi il fatturato della moltiplicazione delle sementi da orto, sia ibride che a libera impollinazione, deriva prevalentemente da moltiplicazioni realizzate su commissione per aziende estere. Fra le principali mercati di tali moltiplicazioni per conto terzi, il Giappone e l’Estremo Oriente, i Paesi del Nord e dell’Est Europa. Importante anche la quota destinata al mercato interno.
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Fonte: Assosementi