"L'ennesimo caso di allarmismo scandalistico mediatico". Così Ambrogio De Ponti, presidente di Unaproa, commenta le notizie, apparse in questi giorni sui principali mezzi di informazione, che vogliono le insalate in busta, quelle "pronte all'uso", non sempre igienicamente sicure.
Unaproa rappresenta oltre l'80% delle Organizzazioni di produttori in Italia interessate alla coltivazione e confezionamento delle insalate pronte per l'uso: "Un settore - continua De Ponti - dove la qualità è il principale parametro di riferimento e che registra trend di consumo e di gradimento in costante crescita".
"La polemica di questi giorni - prosegue De Ponti - mi auguro possa smuovere la pubblica amministrazione che da oltre un anno è impegnata nella redazione del decreto applicativo della legge n. 77/2011 promulgata proprio per disciplinare il comparto della cosiddetta quarta gamma in tutte le sue fasi produttive".
Sono tre i ministeri impegnati a fornire le disposizioni per la preparazione, il confezionamento e la distribuzione di queste produzioni: Politiche agricole, Salute e Sviluppo economico. "La legge n. 77 del 13 maggio 2011 - ricorda De Ponti - è il risultato di un lungo lavoro che ha visto impegnata tutta la filiera produttiva ed è stata fortemente voluta proprio dal mondo della produzione organizzata per sgombrare il campo da qualsiasi interpretazione sui parametri chimico-fisici e igienico-sanitari del ciclo produttivo, del confezionamento, della conservazione e della distribuzione, prevedendo tra l'altro l'obbligo di riportare queste informazioni sulle confezioni a tutela del consumatore".
"Siamo consapevoli" afferma De Ponti "che il nostro sistema produttivo organizzato delle insalate pronte per l'uso è in grado di garantire standard qualitativi elevatissimi e la sicurezza alimentare richiesta ma, in attesa della emanazione del decreto interministeriale sarebbe auspicabile che certi controlli e la relativa responsabilità della divulgazione dei risultati vengano effettuati quantomeno dalle autorità pubbliche competenti operanti per conto del ministero della Salute".
"Chiediamo quindi al ministero della Salute " conclude De Ponti "un urgente intervento chiarificatore sull'argomento a tutela dei produttori e dei consumatori".
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