FioriTo parla di agricoltura e verde urbano ai cittadini e ai turisti che in questa stagione sbarcano nel capoluogo piemontese.

Due settimane, dal 23 maggio al 5 giugno, quando verrà celebrata la giornata mondiale dell'ambiente, per raccontare attraverso eventi informativi, espositivi ed educativi inseriti nel palinsesto dello Smart city festival 'Le città visibili', una cultura del verde sostenibile ed intelligente.

 

Verde in città

La manifestazione promossa dall'Assessorato all'ambiente del comune di Torino e dalla fondazione Torino smart city, prevede incontri sulla Green economy nell'ambito di Image, una mostra mercato a sfondo culturale inserita in Flor'12 e, infine, organizzato dal Dipartimento di colture arboree della facoltà di agraria dell'Università di Torino, il convegno 'orti e frutteti in città' per avvicinare anche attraverso laboratori pratici la cittadinanza ad un concetto di agricoltura urbana che sappia coniugare produzione e sostenibilità ambientale.

 

Orti e frutteti urbani

Quest'ultimo evento del 25 e 26 maggio realizzato con il supporto del Mipaaf, della Società di ortoflorofrutticoltura italiana–Soi e della Regione Piemonte, grazie agli interventi di esperti relatori ha inquadrato il significato di un'agricoltura urbana nel contesto cittadino e sociale nel nuovo millennio.

Un'impostazione agricola, quella urbana, che risale alla rivoluzione industriale e che ha messo radici in tutto il continente europeo a partire dal 1864 crescendo anche oltreoceano, dove sempre maggiore è l'importanza dei Community gardens.

"Una pratica - chiarisce Giancarlo Bounous chairman della giornata nonchè direttore del Dipartimento di colture arboree della Facoltà torinese di agraria -, evolutasi con funzioni ricreative, educative, sociali e terapeutiche ma che in molti paesi rappresenta ancora la principale fonte di sostentamento e a volte di reddito".

Si tratta – aggiunge Cristina Peano dello stesso dipartimento -, di attività spesso femminili sulle quali, in Africa occidentale stiamo portando avanti il progetto 'Mille orti in Africa' che indaga l'applicazione di tecniche tradizionali e moderne ma legate all'agricoltura locale così da trasemttere un konw how ripetibile e specifico per le condizioni agro-pedo-climatiche e per le risorse naturali disponibili”.

"Quello urbano – prosegue Bounous - è un contesto che se capace di valorizzare le proprie risorse territoriali attraverso l'agricoltura, può ridurre significativamente il proprio impatto ecologico aumentando parallelamente la propria autosufficienza produttiva”.

 

Non semplici spazi verdi

Da fattore sociale e culturale l'orto urbano e lo spazio verde cittadino assumono caratteri tecnici e produttivi andando a ricoprire il nuovo importante ruolo di ecosistema urbano; “le presenze verdi – spiega Marco Devecchi del dipartimento Agroselviter -, assumono specifiche funzioni ecologiche ed ambientali che affiancate a quelle ricreative o tecniche agiscono positivamente sulla regolazione di fattori biotici e abiotici quali aria, acqua, suolo e non ultimo la biodiversità”.

Ma l'homo rusticus' come ben illustra Paolo Odone dirigente del settore verde pubblico della città di Torino, non è un individuo isolato e dovrà collaborare in sinergia con altri soggetti ed elementi del sistema: dai fornitori, alle risorse naturali a sua disposizione ma anche con organismi e microorganismi spesso poco noti.

Accrescere la conoscenza tecnica dell'attività agricola diventa allora un percorso fondamentale che può iniziare, per esempio, nel cortile di una scuola in cui fare 'palestra' con un semplice ma prezioso orto didattico dove oltre alle piccole piantine possono germogliare i semi di una futura consapevolezza ecologica, ambientale e alimentare.

In quest'ottica, la nuova politica – Tocc Torino città da coltivarepromossa dall'amministrazione comunale vuole sviluppare non più solo orti individuali ma collettivi, gestiti da comitati e associazioni di cittadini in costante e diretto dialogo con le Amministrazioni.

 

Il giardino d'inverno in Piazza Valdo Fusi a Torino, sede dell'incontro

 

Meno belli ma più sani 

Ecco dunque che alberi da frutto, orti ed edible landscaping coniugano la funzione didattica e sociale ad un autoapprovvigionamento di elevato valore nutrizionale.

Attenzione però al valore qualitativo delle produzioni; se è vero, infatti, che di polveri sottili sarà difficile farne a meno, si potrà almeno - spiegano gli esperti -, cercare di ridurre residui e chimica passando per agrotecniche e difesa biologica.

Limitare gli insetti dannosi alla produzione e alla pianta stessa non considerando il danno estetico è l'approccio per la difesa suggerito da Luciana Tavella docente del Divapra dell'Università di Torino.

Conoscere gli insetti 'nemici' e combatterli ricorrendo ad altri insetti 'amici' antagonisti, afferma la docente, "oltre ad essere ambientalmente compatibile è spesso molto più efficace del mezzo chimico".

Un analogo discorso vale per microorganismi quali virus, batteri e funghi. “Conoscerli e conoscerne gli effetti – dichiara Massimo Pugliese di Agrinnova, Università di Torino -, è il primo passo per prevenirli attraverso strategie a basso impatto ambientale.

Una gestione sostenibile – conclude -, segue un approccio integrato di diverse strategie; si va dai mezzi fisici a quelli agronomici e generici legati all'impiego di varietà rustiche o meno suscettibili per arrivare ai mezzi chimici da ridursi il più possibile in ambito urbano dove è meglio preferire quelli biologici”.