Fiscalità in agricoltura, interprofessione e rapporti (difficili) con la Gdo, energie rinnovabili, riforma della Pac, barriere fitosanitarie e promozione dell'export. Sono tanti gli argomenti che il ministro dell'Agricoltura Mario Catania ha toccato concludendo il convegno “Ortofrutta, nuovi strumenti per la stabilità del settore” organizzato dalla regione Emilia Romagna, del quale si parla in questo stesso numero di Agronotizie. L'analisi del ministro ha preso le mosse dagli interventi che hanno aperto l'incontro e che hanno evidenziato le difficoltà nelle quali si muove il settore dell'ortofrutta, a iniziare dal calo dei consumi. Da un lato, a parere del ministro, ci si deve interrogare sulle responsabilità della produzione, che non sempre ha risposto all'evoluzione della domanda. Ma responsabilità vanno anche cercate nella Gdo, la grande distribuzione organizzata dove sempre più si concentrano gli acquisti dei prodotti ortofrutticoli. “E' questo un punto, ha detto il ministro, sul quale occorre andare ad un confronto con la Gdo.” Un confronto che chiama in causa l'interprofessione, ma che trova il ministro preoccupato per l'atteggiamento, definito “oscillante”, che la Gdo assume al tavolo aperto presso il ministero. “Siamo dovuti arrivare all'articolo 62 - ha detto il ministro - quando in realtà se ne poteva anche fare a meno” Ricordiamo che questo articolo, presente nel decreto “liberalizzazioni”, prevede accordi scritti e pagamenti in tempi certi per le forniture di prodotti agroalimentari, norma che le lobby della distribuzione hanno fortemente contrastato, senza successo. E il ministro “minaccia” nuovi ricorsi agli strumenti legislativi se la Gdo continuerà con atteggiamenti “poco costruttivi”.

 

Ritiri più efficaci

Se l'interprofessione stenta a decollare, pur con le lodevoli eccezioni che si registrano in talune aree, come l'Emilia Romagna, molto vi è ancora da fare a livello nazionale. Un aiuto potrà arrivare dalla riforma della Pac, che pone grande enfasi sull'aggregazione dei produttori. Ma molto dipenderà da come il mondo produttivo risponderà a questo invito. Restando ai temi che coinvolgono la Ue, il ministro ha ricordato l'intenso lavoro svolto a livello comunitario, con un'attenzione particolare proprio ai temi dell'ortofrutta. E' di questi giorni l'incontro avuto con il Commissario europeo Dacian Ciolos, dove il ministro Catania si è fatto portavoce dei suoi colleghi degli altri Paesi con forti interessi in questo settore, per chiedere modifiche dell'Ocm. Le risposte sono state positive e già nel prossimo maggio il Commissario si è impegnato a presentare un regolamento (dunque di immediata applicazione) che preveda l'aumento dei prezzi di ritiro delle eccedenze produttive. Stando alle anticipazioni, l'aumento dovrebbe contemplare per ciascun prodotto due livelli. Un primo livello riguarda il prodotto “standard”, mentre aumenti più consistenti sarebbero riservati al canale della distribuzione gratuita, quella a fini sociali per gli indigenti. E dovrebbero essere snellite anche le procedure per accedere al ritiro. Poi ci sarà spazio per ulteriori miglioramenti, ma occorre attendere il prossimo autunno o ancora più in là, con la riforma dell'Ocm.

 

Fondi e assicurazioni

Il capitolo delle riforme non può prescindere da quello della nuova Pac, dove verrà rafforzata la possibilità per gli agricoltori di coprirsi dai rischi di mercato attraverso formule assicurative e fondi mutualistici, un punto che rientra fra quelli emersi durante il convegno a Bologna. Ma è importante, anche a parere del ministro, che questi strumenti non siano collocati nell'ambito dei Psr, dove potrebbero generare distorsioni a danno delle aree nelle quali il settore dell'ortofrutta è più avanzato e meglio organizzato. Di qui la proposta del ministro di un programma nazionale da affiancare ai programmi regionali di sviluppo rurale.

 

Barriere fitosanitarie

Allargando lo sguardo oltre i confini dell'Unione europea, Mario Catania ha messo l'accento sui vincoli fitosanitari che ostacolano il nostro export. “Un tempo - ha detto il ministro - si faceva politica commerciale e protezionismo con l'applicazione dei dazi, oggi la si fa introducendo barriere fitosanitarie. Ho fatto di tutto in questi mesi insieme al ministero degli Esteri per rimettere in moto tutti i dossier che ho sul tavolo e che riguardano questo problema. Qualche risultato è stato raggiunto con la Cina, mentre per il kiwi si è sbloccata la situazione con la Corea del Sud. Ma la partita più importante è con gli Usa e riguarda in particolare l'export di mele e pere. Si tratta - ha concluso il ministro - di un problema che ha assunto connotati politici oltre che commerciali e che va affrontato su più livelli, sia in bilaterale sia coinvolgendo Bruxelles.”

 

Imu, segnali di ribasso

A margine del convegno il ministro ha risposto alle domande dei giornalisti che lo hanno interpellato su altri argomenti a iniziare da quello della fiscalità e della applicazione dell'Imu ai fabbricati rurali. “La fiscalità - ha risposto il ministro - è un nodo importante e dobbiamo evitare che si accentui il prelievo sulle imprese agricole. Vanno in questa direzione i correttivi all'incidenza dell'Imu con l'applicazione di franchigie per i terreni e le esenzioni introdotte per i fabbricati rurali della collina e della montagna. Certo, bisogna fare di più - ha continuato il ministro - e per l'Imu sarà introdotto un meccanismo che consentirà di rivedere l'aliquota al ribasso se il gettito accertato con l'acconto sarà superiore rispetto alle attese.”

 

Freno al fotovoltaico

Non sono mancati quesiti sulle strategie che si vogliono adottare nei confronti delle energie rinnovabili, che vedono una netta inversione di rotta nei confronti degli incentivi per lo sviluppo del fotovoltaico. “Gli aiuti che erano stati previsti - ha risposto il ministro - gravavano eccessivamente sulla bolletta delle imprese e delle famiglie. Pur senza interrompere la politica di sostegno alle energie rinnovabili, per il settore agricolo si è deciso di modulare gli aiuti per le colture dedicate, in modo da non sottrarre terreni alla filiera alimentare. Sostegni più importanti saranno invece dedicati ai sottoprodotti, strategia che dà aiuto all'agricoltore e al contempo mette a disposizione del sistema una risorsa in più per la produzione di energia.”

 

Primo, aggregare l'offerta

Queste le proposte, i progetti e le iniziative nel “cassetto” del ministero. Vedremo quanto di questi “buoni propositi” potranno tradursi in realtà, pur sapendo che quanto il “Palazzo” saprà e potrà fare non è che una parte del percorso di crescita non solo dell'ortofrutta italiana, ma di tutta l'agricoltura. Il resto del cammino dovrà compierlo il mondo della produzione, direttamente e per mezzo dei suoi organismi rappresentativi, raccogliendo quando possibile le opportunità che la “politica” sarà in grado di offrire e andando oltre questa quando sarà necessario. E al primo posto c'è la necessità di aggregare l'offerta, o tutto il resto, per dirla con le parole di Mario Catania, sarà solo un palliativo.