Toscana
Latte bovino: rinnovato accordo sul prezzo del latte

Rinnovato l'accordo sul prezzo del latte bovino in Toscana, pari a 41,30 euro ad ettolitro. Per la Cia Toscana si tratta di "una risposta dignitosa ai problemi economici delle aziende. Ora è urgente investire per rafforzare la filiera toscana per valorizzare la qualità e sviluppare la zootecnia della nostra regione".

Un accordo – sottolinea la Cia Toscana - che pur non fornendo soluzioni sufficienti alle esigenze degli allevatori, riesce però a dare una risposta dignitosa ai problemi economici che le aziende in questo momento si trovano ad affrontare. Infatti, l'incremento del prezzo del latte alla stalla, previsto quale valore medio in 41,30 euro a ettolitro (pari a 41 centesimi e 30 al litro) fino ad aprile 2012, serve a rincorrere gli aumenti dei costi di produzione, mangimi e energia, che nel frattempo sono cresciti senza sosta anche del 30%.

Secondo la Cia Toscana è stato importante registrare nella discussione sulla trattativa per il rinnovo del prezzo del latte, fra tutti i soggetti della filiera, una forte consapevolezza dei problemi reciproci e della necessità di trovare le forme e i modi per affrontarli nell'interresse comune. "Oltre alla risposta importante che è stata data agli allevatori, c'è l'impegno dei trasformatori – aggiunge Alessandro Del Carlo, della Cia Toscana – di investire sulla qualità e la territorialità del prodotto nella prospettiva di un rafforzamento del legame con il consumatore per favorire una evoluzione positiva nell'approccio verso i prodotti freschi e trasformati con latte bovino proveniente dagli allevamenti toscani".

Per la Cia Toscana servono azioni concrete di rafforzamento e una maggiore strutturazione della filiera: "nell'accordo – conclude Del Carlo – si fa esplicito riferimento ad un tavolo tecnico regionale che avrà il compito oltre che a monitorare l'andamento del mercato del latte, di impostare e proporre azioni di sostegno e qualificazione della filiera toscana"

Fonte: Cia Toscana

 

Lombardia
Accreditati due nuovi distretti agricoli

Sale a dodici il numero dei Distretti agricoli accreditati dalla Regione Lombardia. Su proposta dell'assessore all'Agricoltura Giulio De Capitani, infatti, la Giunta ha dato il via libera a due nuovi Distretti agricoli.

"Valutate le documentazioni pervenute in Regione - ha spiegato l'assessore De Capitani - abbiamo accreditato il Distretto 'Riso e rane' di tipo rurale, che interessa il Pavese, e quello agroalimentare di qualità 'Olio Dop del Garda Lombardo', che riguarda la provincia di Brescia".

"L'opportunità offerta dai distretti agricoli - ha spiegato l'assessore De Capitani - è stata accolta con favore dalle aziende agricole lombarde. Di fronte alle oscillazioni sempre più frequenti dei mercati, la flessibilità al cambiamento è diventata un pre-requisito fondamentale e l'aggregazione tra attori della stessa filiera o dello stesso territorio si conferma la formula più vincente per aumentare la competitività delle nostre imprese".

Fonte: Regione Lombardia

 

Veneto
Batteriosi del kiwi, arrivano gli indennizzi

La Giunta veneta, su iniziativa dell'assessore Franco Manzato, ha definito le modalità per l'erogazione di indennizzi connessi alla prevenzione del cancro batterico del kiwi.

Il provvedimento passa ora all'esame del Consiglio veneto prima della definitiva approvazione.

"La coltivazione di actinidia in Veneto riveste oggi una grande importanza dal punto di vista economico – ha sottolineato Manzato – e interessa una superficie complessiva di oltre 3.200 ettari, per una produzione di 76 mila tonnellate e un valore di 41 milioni di euro.
Questa produzione è oggi minacciata dal cancro batterico per il quale non esistono metodi di difesa attiva. Nel Veneto la batteriosi è stata individuata nel maggio 2010 in giovani impianti di kiwi giallo in provincia di Treviso".

L'organismo nocivo agente del cancro, lo Pseudomonas syringae pv. Actinidiae, è stato recentemente inserito nella lista d'allerta dell'Eppo (European and mediterranea plant protection organization), mentre nel febbraio scorso il ministero per le Politiche agricole alimentari ha approvato le 'Misure di emergenza per la prevenzione, il controllo o l'eradicazione della batteriosi dell'actinidia', che prevede una serie di azioni obbligatorie per bloccare il cancro batterico e impedirne la diffusione, mediante l'asportazione delle piante.

"Per questo – ha fatto presente Manzato – abbiamo individuato interventi contributivi a sostegno dei conduttori maggiormente gravati dalle misure urgenti di profilassi fitosanitaria obbligatorie. La proposta che oggi passa all'esame del Consiglio prevede che le domande di indennizzi finanziari per la distruzione delle piante possano essere richieste all'Unità periferica per i Servizi fitosanitari nei 30 giorni successivi alla pubblicazione nel Bollettino ufficiale della Regione Veneto del provvedimento definitivo".

Fonte: Regione Veneto

 

Sicilia
Frutta secca 'Assicurare un ritorno economico immediato ai produttori'

La difficile situazione della frutta secca siciliana è stato il tema al centro di un incontro sollecitato dal presidente della Confagricoltura regionale Gerardo Diana ed a cui hanno partecipato, tra gli altri, anche i rappresentanti della Cia e dei consorzi di tutela della mandorle di Agrigento ed Avola.

Esprimendo soddisfazione per lo stanziamento del Mipaaf per il cofinanziamento dell'aiuto comunitario della frutta secca, e per l'impegno dell'assessore regionale D'Antrassi ad affrontare alcuni nodi nevralgici del comparto, il presidente Diana, in merito alla revisione del programma regionale di intervento annunciata da D'Antrassi, ha chiesto che vengano introdotte "linee di intervento in grado di assicurare un ritorno economico immediato ai produttori come per esempio la sperimentazione di macchine agricole innovative per la raccolta meccanica".

Fonte: Agrapress

 

Emilia-Romagna
Nitrati: uno studio 'assolve' l'agricoltura ferrarese

Agricoltori assolti dall'accusa di inquinamento da nitrati nel ferrarese: lo dimostra un'indagine basata sul monitoraggio del contenuto di nitrati nelle falde acquifere e attivata dall'amministrazione provinciale di Ferrara, su richiesta delle organizzazioni agricole.

Ha spiegato il presidente della Cia di Ferrara, Mauro Ferrari - La ricerca ha evidenziato che le acque del Po che vengono immesse nel nostro reticolo idraulico e vengono poi scaricate a mare, non hanno apporti di nitrati che ne peggiorino la qualità, al contrario la ricerca ha evidenziato che i nostri terreni, soprattutto dove viene apportata sostanza organica, non lasciano percolare nitrati nelle falde superficiali".

"Tenuto conto - prosegue il presidente Cia - che i terreni del territorio ferrarese, a causa dell'abbandono della zootecnia da diversi decenni, sono poveri di sostanza organica, la decisione di limitare gli spandimenti non fa altro che provocare danni alla struttura del terreno".

"Su queste basi – ha affermato Ferrari - riteniamo sia importante la richiesta di deroga avanzata dalla Regione Emilia Romagna all'Unione europea, ma soprattutto riteniamo vitale per le nostre aziende la revisione delle zone vulnerabili, alla luce di questo nuovo approccio scientifico".

Con una lettera congiunta, la provincia e le organizzazioni agricole hanno chiesto alla Regione Emilia-Romagna di ridefinire con urgenza le aree vulnerabili, utilizzando un metodo che tenga conto degli aspetti idrogeologici e bio-geo-chimici del territorio ferrarese, accompagnando questo studio con un'analisi relativa alle reali fonti di inquinamento da prendere in considerazione e sulle quali intervenire.

"L'agricoltura ferrarese non deve pagare per la posizione geografica che la colloca nel tratto finale del Po – conclude Ferrari – ognuno faccia il proprio dovere per migliorare la qualità delle acque dell'intera pianura Padana, iniziando dalle grandi città senza depuratori, fino alle norme di impatto degli allevamenti".

Fonte: Cia Emilia-Romagna