48.509 operatori, 1.106.684 ettari investiti: sono i dati dell'agricoltura biologica italiana emersi dall'analisi completa dei dati forniti al Mipaaf dagli Organismi di controllo (OdC) operanti in Italia al 31 dicembre 2009, sulla base delle elaborazioni del Sinab, il Sistema d'informazione nazionale sull'agricoltura biologica.

Degli operatori, 40.462 sono produttori esclusivi; 5.223 preparatori (comprese le aziende che effettuano attività di vendita al dettaglio); 2.564 effettuano sia attività di produzione che di trasformazione; 56 importatori esclusivi; 204 importatori che effettuano anche attività di produzione o trasformazione.

Rispetto ai dati riferiti al 2008 si rileva una riduzione complessiva del numero di operatori del 2,3%. Sono soprattutto i produttori a risentire di un calo importante (-3.7%), mentre i trasformatori che operano in regime di agricoltura biologica continuano a crescere (+3.5%).

La distribuzione degli operatori sul territorio nazionale vede, come per gli anni passati, la Sicilia seguita dalla Calabria tra le regioni con maggiore presenza di aziende agricole biologiche; mentre per il numero di aziende di trasformazione impegnate nel settore la leadership spetta all'Emilia-Romagna seguita dalla Lombardia.

I 1.106.684 ettari di superficie interessata, in conversione o interamente convertita ad agricoltura biologica, segna un aumento rispetto all'anno precedente circa del 10,4%. Il principale orientamento produttivo è la cerealicoltura. Un'ampia percentuale è rappresentata poi da foraggi, prati e pascoli. Seguono, in ordine di importanza, la superfici investite ad olivicoltura e a viticoltura.

L'Italia mantiene comunque il primato in Europa per numero di operatori certificati impegnati nella filiera dell'agricoltura biologica e resta leader europeo per ettari di superficie coltivati secondo il metodo biologico (escludendo i boschi e i pascoli gestiti in biologico, in cui la Spagna primeggia).

Per le produzioni animali, distinte sulla base delle principali specie allevate, i dati evidenziano un decremento del numero di capi in particolare per quanto riguarda il pollame, le pecore ed i maiali, ossia gli allevamenti che avevano registrato una forte crescita lo scorso anno.

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Il biologico in Italia: numero di produttori per regione

"I prodotti della nostra agricoltura biologica vengono apprezzati sempre di più dai cittadini italiani ed europei – ha commentato il ministro Galanma bisogna fare ancora di più per sostenere le imprese agricole biologiche, che si impegnano in un settore che fa della qualità, per i prodotti e per l'ambiente, il suo asse portante".

"Per favorire la conversione di nuove aziende verso il biologico – ha continuato il ministro – in accordo con le Regioni abbiamo rimosso una serie di ostacoli che fino ad oggi hanno reso difficile o poco conveniente per gli operatori l'accesso agli aiuti previsti dai Programmi di sviluppo rurale". In particolare, il ministero è impegnato nello sviluppo del settore con uno specifico Piano d'azione nazionale che sta supportando molto la promozione del settore, anche di concerto con le Regioni, e la semplificazione amministrativa, per ridurre il carico burocratico delle aziende biologiche.

"L'obiettivo che ci poniamo – ha concluso il ministro – è quello di favorire quanto più possibile l'accesso delle nostre imprese agricole a questo mercato in forte espansione e rispondere quindi alle richieste dei consumatori".

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Il biologico in Italia: superfici e colture in agricoltura biologica (in ettari)

"I dati sul calo di imprese biologiche nel 2009, esclusivamente riferito alle aziende agricole, - commenta Paolo Carnemolla, presidente di Federbio - confermano quanto la Federazione sta dicendo a ministri ed assessori regionali da anni: serve una politica nazionale condivisa per lo sviluppo del settore e sia il Piano d'azione nazionale sia i Piani di sviluppo rurale regionali necessitano di un ripensamento strategico. Mentre gli agricoltori bio diminuiscono e le superfici aumentano solo virtualmente per aggiustamenti nei sistemi di rilevazione dati, il mercato continua a crescere anche nel primo trimestre 2010 (oltre il 7% di aumento degli acquisti domestici secondo rilevazioni Isma-AC Nielsen), senza contare i trend in crescita a due cifre delle esportazioni".

"Ho quindi molto apprezzato – continua Carnemolla - il commento del ministro Galan, che ha richiamato il sistema regionale ad un impegno congiunto e ha sottolineato la necessità di sostenere le imprese sul mercato. Purtroppo nel recente passato non si è sempre lavorato in questa direzione, aumentando piuttosto vincoli e oneri; dunque nei prossimi giorni chiederemo al ministro Galan di convocare con urgenza il Comitato consultivo nazionale di settore per discutere della situazione e delle prospettive del biologico italiano perché alla crescita continua del mercato si agganci anche quella delle imprese agricole del nostro territorio".