La Fao ha indetto il 2008 Anno internazionale della patata, un’occasione straordinaria per dare rilievo alla pataticoltura nazionale. Il Cepa, Centro di documentazione per la patata e le Unioni nazionali - Italpatate e Unapa si sono messi all’opera con una serie di eventi da qui al 2008. Il primo è il convegno tecnico organizzato in collaborazione con la Regione Abruzzo, il Comune di Avezzano e l’Arssa, Agenzia regionale per i servizi di sviluppo agricolo, che affronta un tema sempre più attuale: le variazioni climatiche e le relative problematiche agrarie, con particolare rilievo sulla patata.
Se ne parlerà nel corso dell'incontro dal titolo “Il clima che cambia: adattamento della coltivazione della patata ai nuovi scenari ambientali” ad Avezzano il prossimo 16 novembre presso l'Arssa, Agenzia regionale per i servizi di sviluppo agricolo in piazza Torlonia 91.

Se si volessero trasformare in chilo-calorie le proprietà energetiche della patata, a confronto con quelle delle altre grandi colture di massa, quali il mais, il riso o il grano, fra i cerali, o la soia e i fagioli fra le leguminose, la patata stravincerebbe per un motivo molto semplice: la sua produzione unitaria, nelle aree vocate, va da 400 a 600 q/Ha, mentre per i cerali siamo ad almeno a 5 o 6 volte in meno (da 80 a 120 q/Ha) e per le leguminose siamo lontani per ben oltre dieci volte come produzione unitaria. 
Un chilo di grano trasformato per uso alimentare non fornisce 5 o 6 volte le calorie o gli elementi minerali o le vitamine di un chilo di patate, uguale dicasi per le leguminose, formidabili apportatrici di proteine vegetali, ma non certo di vitamina C o di sali di potassio, come può fornire la patata.
Il confronto con il grano è noto gia dalla metà dell’800, quando la letteratura riporta che in Francia un ettaro di terreno investito a patate produceva da 60 a 80 q/ha di tuberi, mentre per il grano si era ancorati attorno ai 10 – 12 q/Ha di produzione. In Belgio, alla fine dell’800 un ettaro investito a grano produceva da 18 a 22 q di granella, mentre l’ettaro a patate già forniva da 100 a 200 quintali di tuberi commestibili e portava il rapporto con il grano, che allora era alla base dell’alimentazione delle popolazioni rurali, oltre la proporzione di 1 a 7 o 1 a 8.
Nel momento in cui le popolazioni contadine, e di seguito quelle della città, impararono a cibarsi dei tuberi di patata e aumentò la domanda di questo prodotto, gli agricoltori poterono liberare altre superfici di terreno per altri prodotti, vedi la frutticoltura, poterono affrancarsi dall’atavico problema delle carestie e quindi della fame, tanto che chi esagerò nella coltivazione dei tuberi e ne fece quasi una monocoltura, gli irlandesi, a metà dell’800, causa una prepotente infezione di peronospora, che distrusse per due anni i raccolti, videro la popolazione ridursi per un quarto (un milione di persone) a causa della morte per deperimento organico e per un altro quarto a causa di un biblico flusso migratorio verso il continente americano.
Il Cepa, in collaborazione con le organizzazioni di categoria (Associazioni di produttori e Associazioni di operatori commerciali e industriali) vuole onorare questo prodotto, ma più che altro vuole onorare le donne e gli uomini ch lo lavorano sul terreno e nei magazzini, che lo trasformano, che lo rendono più gradevole e più ricco di servizi e di valori nutrizionali.

Segreteria organizzativa:
Cepa - Centro di documentazione per la patata - Via Tosarelli, 155 - 40055 Villanova di Castenaso (Bo) - Tel. 051 6053391 Fax 051 6062998